La vita dopo la morte.
Eccolo: l’ultimo battito cardiaco che precede la morte. Dopo pochi minuti dall’arresto del cuore avviene una cascata di eventi biochimici - innescati dalla mancanza di sangue, nutrienti e ossigeno - che inizia a distruggere le cellule e gli organi del corpo.
Fine.
Ma a Yale gli scienziati non ci stanno, e sapete cosa hanno fatto? Hanno ideato una tecnologia in grado di ripristinare la funzione di cellule e organi nei maiali dopo la morte, un potenziale passo avanti in tema trapianti.
Mica paglia.
E’ una tecnica di distribuzione agli organi e ai tessuti di un fluido protettivo per le cellule appositamente progettato: in questo modo il team ha ripristinato la circolazione sanguigna e altre funzioni cellulari nei maiali un'ora intera dopo la morte. I risultati sono riportati nell'edizione del 3 agosto 2022 della rivista Nature.
Gli autori hanno dichiarato che questi dati potrebbero contribuire a prolungare la salute degli organi umani durante gli interventi chirurgici e ad ampliare la disponibilità di organi da donare. Si chiama OrganEx: la tecnologia consiste in un dispositivo di perfusione simile alle macchine cuore-polmoni - che svolgono il lavoro del cuore e dei polmoni durante l'intervento chirurgico - e in un fluido sperimentale contenente composti in grado di promuovere la salute cellulare e sopprimere l'infiammazione in tutto il corpo del maiale.
L'arresto cardiaco è stato indotto nei maiali anestetizzati, che sono stati trattati con OrganEx un'ora dopo la morte. Sei ore dopo i ricercatori hanno scoperto che alcune funzioni cellulari chiave erano attive in molte aree del corpo dei maiali: cuore, fegato e reni.
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Inoltre, alcune funzioni erano state addirittura ripristinate. Per esempio hanno trovato prove di attività elettrica nel cuore, che ha mantenuto la capacità di contrarsi.
Normalmente quando il cuore smette di battere gli organi iniziano a gonfiarsi, collassando i vasi sanguigni e bloccando la circolazione. Qui la circolazione è stata ripristinata e gli organi dei maiali deceduti che hanno ricevuto OrganEx sono apparsi funzionali a livello di cellule e tessuti. Pure l'attività cellulare in alcune aree del cervello era stata ripristinata.
Tuttavia non è stata rilevata l'attività elettrica organizzata che indicherebbe la coscienza. OrganEX potrebbe prolungare la vita degli organi nei pazienti umani e ampliare la disponibilità di organi per i trapianti, ma anche aiutare a trattare organi o tessuti danneggiati dall'ischemia.
Altro che fantascienza.
Ovviamente ci fanno riflettere le implicazioni etiche di questa ricerca, soprattutto in ottica di future applicazioni agli umani. L'utilizzo di OrganEx potrebbe rappresentare una sfida per la determinazione del momento esatto della morte? Se le funzioni cellulari possono essere ripristinate dopo la morte clinica, potrebbe essere più difficile stabilire con certezza quando un individuo è effettivamente morto, il che potrebbe avere implicazioni per la donazione degli organi e per la decisione di interrompere le cure mediche. Anche l'accesso a questa tecnologia potrebbe sollevare un'altra questione etica, poiché potrebbe essere costosa e non disponibile per tutti, creando un'ulteriore disparità nell'accesso alle cure mediche.
Detto questo, non possiamo che applaudire nuovamente il genere umano. Quando ci mettiamo d'impegno siamo davvero forti. Peccato non accada spesso.