L’arca dei suoni in via d’estinzione: 
una musica per salvare la biodiversità

L’arca dei suoni in via d’estinzione: una musica per salvare la biodiversità

“Chi conosce la scienza sente che un brano di musica e un albero hanno qualcosa in comune, che l’uno e l’altro sono creati da leggi egualmente logiche e semplici” Anton Cechov

Il suono veicola, attraverso la musica, alcune tra le emozioni più grandi che proviamo nella vita ed è quella cosa che ci fa immaginare il mondo senza vederlo. A volte il suono è la voce della natura. 

Professore di musica elettroacustica al Conservatorio “Rossini” di Pesaro, David Monacchi, ha dato vita a “Fragments of extinction”. Un progetto nato vent’anni fa tra le colline marchigiane di Urbino che prevede la registrazione con tecniche tridimensionali innovative dei suoni delle foreste vergini di tutto il mondo, luoghi in cui l’essere umano non ha ancora  fortunatamente lasciato traccia. È il suo personale e originale modo di contribuire a sensibilizzare i terrestri sui cambiamenti climatici, sulla deforestazione e sulla riduzione drammatica degli habitat della biodiversità. 

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Abbiamo chiesto a David Monacchi come è riuscito a mettere insieme l’impegno ambientalista con l’attività di compositore e sound designer. Registrare le foreste primarie tropicali per sensibilizzare il pubblico sull’estinzione in atto è un progetto che coltivo da sempre, fin dagli anni di studio nella mia amata Urbino. Da ragazzino trascorrevo interi pomeriggi ai piedi degli alberi che popolano la mia terra. Di giorno e di notte ascoltavo e registravo con rudimentali apparecchi le voci della natura. Non avevo idea che in seguito sarebbe diventato il mio lavoro. Oggi percorro migliaia di chilometri in luoghi ancora sconosciuti ai più, tra serpenti, uccelli, insetti di cui non conosco il nome, per catturare i frammenti di ecosistemi in via d’estinzione e portarli alle orecchie e agli occhi di chi non può intraprendere questi viaggi. Lo faccio perché credo che solo conoscendo nel profondo e dando un nome a ciò che scopriamo, riusciamo davvero a farlo nostro, a sentirlo parte di noi e solo così possiamo prendercene davvero cura. 

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Musica ed ecologia, per molti un binomio inusuale e temi per pochi. Cosa ne pensa?  Noi umani viviamo sulla Terra, condividiamo la vita con la Natura. La casa che abitiamo dovrebbe essere la nostra priorità, invece… Queste registrazioni hanno il nome evocativo di “ritratti acustici” e restituiscono il linguaggio sonoro di un pianeta che rotola verso la via d’estinzione. Il progetto è quello di creare un’arca virtuale che custodisca i suoni del mondo naturale. Vorrei diventasse un’arca di speranza per molti, dove accrescere la coscienza ecologica per salvare quanti più ecosistemi possibili. Ho anche scritto un libro "L'arca dei suoni originari. Salvare il canto delle foreste in via d'estinzione" edito da Mondadori per raccontare meglio il mio percorso e il mio lavoro artistico nella speranza di avvicinare sempre più il pubblico.

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Per portare in giro questi “ritratti acustici” ha immaginato e costruito grazie ad un finanziamento europeo la Sonosfera. Cos’è?  Ho pensato che un teatro tradizionale non riuscisse a trasmettere la bellezza e le suggestioni che vivo nella foresta. Così, grazie alle mie conoscenze di ingegneria acustica e al contributo di altri professionisti, ho progettato e costruito un teatro nel quale è possibile compiere una esperienza immersiva e tridimensionale: nella sonosfera vengono proiettate le immagini dello spettro acustico di flora e fauna che ho registrato, ma al fresco, senza i pericoli della foresta e comodamente seduti in una cavea simile a quella di un teatro classico, ma trasparente, con il suono che proviene da 43 altoparlanti posizionati nell’intera superficie semi-sferica intorno alle persone. L’intero spazio è costruito per essere acusticamente perfetto, isolato dall’esterno e per abilitare la visualizzazione del suono e di contenuti audiovisivi in una corona video a 360° ad altissima definizione. Come Teatro Eco-acustico trasportabile per il progetto ‘Fragments of Extinction’, la Sonosfera® ha già ottenuto nel 2014 il brevetto internazionale ed è quindi l’unico dispositivo al mondo con queste caratteristiche tecniche e funzionali. Il prototipo è stato presentato alla Conferenza Internazionale della Scienza nel 2015 a Trento, e in Danimarca esiste una sonosfera stabile che può ospitare fino a 200 persone. A giugno di quest’anno il comune di Pesaro (Città Creativa Unesco della Musica, ndr) ha inaugurato una sonosfera da 60 posti che potrà essere ospitata in giro per il mondo. 

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La porteremo nelle scuole con un progetto legato all’educazione musicale ed ecologica perché credo che la straordinaria polifonia naturale di esseri di altre specie catturi l’attenzione del pubblico, e in particolare dei cittadini del futuro.  Questi suoni aprono la porta ad una percezione musicale degli ecosistemi sonori e hanno un risvolto etico ed estetico: possiamo cambiare il corso delle cose se solo siamo in grado di ascoltare anche la voce della natura.


Mirko Zappa

SAP Technical Consultant Senior presso NEA Consulting

5 anni

La maestosità della Natura ci ricorda che tutto ciò che è al di fuori di essa.. sono solo diversi gradi di silenzio. 

Philips Mondol

Entrepreneur | Author | CEO | Dedicated to Creating Employment Opportunities

5 anni

nice photography 

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