L'architettura antica: una riflessione importante
Tutti noi impariamo la geometria dai libri di testo basati su assiomi ( Elementi di Euclide ) e siamo propensi a credere che sia per questo che oggi abbiamo le belle forme geometriche dei nostri edifici, dalle abitazioni alle cattedrali, nessuno pensa il contrario.
Probabilmente gli antichi sono stati attratti dalla geometria euclidea perché stavano già utilizzando quei metodi che avevano derivato dall'esperienza, altrimenti non se ne sarebbero occupati.
Le cose che sono implementate solitamente vengono dalla pratica e non dalla teoria, se si guardano le strutture architettoniche da cui siamo circondati e che sono estremamente sofisticate da un punto di vista geometrico come ad esempio le piramidi o tutte le cattedrali europee e si tende a credere che sia stata la matematica a produrre edifici così belli escludendo le piramidi che sono state anteriori alla matematica applicata.
Teniamo conto del fatto che gli architetti dell'epoca ( capimastri ) si affidavano ai metodi empirici e alle attrezzature e quasi nessuno di loro conosceva la matematica.
Secondo Guy Beaujouan storico della scienza medioevale prima del HIII° secolo non più di 5 persone in tutta Europa sapevano eseguire una divisione.
Però i costruttori dell'epoca erano in grado di calcolare la resistenza dei materiali senza conoscere le equazioni e hanno realizzato edifici che più o meno sono in piedi ancora oggi.
L'architetto francese del duecento Villand de Honnecourt disegnò e scrisse in piccardo (lingua appunto della Piccardia) come si costruivano le cattedrali che furono catalogate poi da Philibert de l'Orme nei suoi trattati di architettura.
La sperimentazione costringe ad essere molto più accurati delle teorie.
Basta pensare che i romani che erano ingegneri esperti costruivano gli acquedotti senza l'aiuto della matematica anche perché i loro numeri romani non erano di grande aiuto.
Come mai queste strutture antiche sopravvivono al tempo a differenza di quelle moderne? L'applicazione pedissequa della matematica ai progetti tende a iperottimizzare le quantità riducendole al minimo indispensabile, causandone una maggiore debolezza nel tempo.
Si vede a occhio nudo che il nuovo è più deteriorabile dell'antico.
Ovviamente non si può dire che la teoria è inutile ma, un'architetto deve tenere conto della lezione degli antichi, dell'insieme di competenze che si sono trasmesse nei secoli da maestro ad allievo, quindi la laurea deve essere un punto di partenza su cui lavorare e attingere alle esperienze passate per migliorarsi.
O almeno così credo.