L'ECONOMIA REALE NON E' QUELLA DEI PROFESSORI
In Zimbabwe i prezzi consumo di molti beni sono esplosi, creando la paura che si ripeta l'iperinflazione di dieci anni fa.
Lunghe code alle pompe di benzina costringono a rifornirsi al mercato con i prezzi triplicati, lo stesso per la corsa all'acquisto di beni di prima necessità provocata da queste preoccupazioni derivano dalla crisi cominciata sotto il regime di Robert Mugabe e continuata anche successivamente.
Le previsioni sul debito di bilancio sono salite all'11,1% del Pil contro le previsioni del 3,5%.
La moneta forte e dominante è diventata il dollaro, comunque rarissimo da trovare perché le banche non lo erogano più per cui i movimenti vengono con carta o trasferimenti dal cellulare.
La Banca centrale stampa dalla fine del 216 le cosiddette bond note che altro non sono che note di debito in dollari statunitensi scambiate a un tasso di tre a uno sul mercato nero.
Tutte le aziende straniere presenti sono in difficoltà dovendo fare gli acquisti in dollari o comunque in moneta estera che non si trovano e vendere in bond note.
In pratica chi non ha disponibilità di contanti è costretto a pagare di più.
Come mai nessun ente a livello mondiale non fa niente?