L'ascolto, il primo pilastro della comunicazione efficace
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L'ascolto, il primo pilastro della comunicazione efficace

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La Comunicazione si regge su alcuni pilastri fondamentali. Il primo di questi pilastri è senza dubbio l'ascolto.

Cominciamo con l’affermare che colui che non ascolta è un comunicatore pessimo.

La pratica dell’ascolto è il presupposto per comunicare in modo efficace. Occorre esercitarla con costanza e senza illudersi che sia così semplice. Ascoltare gli altri richiede grande sforzo, concentrazione e applicazione ma nello stesso tempo ci darà enormi soddisfazioni. Ci consentirà di evitare di incappare in errori, equivoci, malintesi e di superare le difficoltà nelle relazioni con gli altri. Per ascoltare bisogna allenare e migliorare:

  • la pazienza;
  • la concentrazione;
  • la disponibilità.

 

La pazienza, come dice il detto, è la virtù dei forti. Occorre averne ed averne tanta. Spesso cadiamo nell’errore di interrompere il nostro interlocutore perché non abbiamo nessuna intenzione di perdere del tempo per ascoltarlo. Quante volte vi è capitato di guardare l’orologio mentre chi vi sta di fronte prova a dirvi qualcosa? Questi atteggiamenti non fanno altro che umiliare il nostro interlocutore rendendo difficile il rapporto di comunicazione. 

 

Anche la concentrazione è fondamentale nei processi comunicativi. Pensate a cosa succederebbe se mentre stiamo ascoltando una persona immaginiamo di essere da tutta altra parte, ci guardiamo in giro, giocherelliamo con gli oggetti che abbiamo in mano o sulla scrivania. Il messaggio non ci arriverebbe o ci arriverebbe distorto o incompleto.

 

Un altro fattore importante da tenere in considerazione è il nostro approccio verso l’altro. Dobbiamo essere aperti, disponibili al dialogo, al confronto.

 Spesso quando il nostro interlocutore esprime un’idea o un pensiero che cozzano col nostro modo di vedere le cose tendiamo a chiuderci, operiamo una sorta di censura su quanto ci viene detto perché magari tutto ciò può mettere in crisi le nostre convinzioni. Niente di più sbagliato, così tendiamo ad aggravare i problemi non a risolverli. 

L’ascolto, quindi, contribuisce a ridurre le distanze tra noi e gli altri.

 Per comunicare meglio, non mi stancherò mai di ripeterlo, è sicuramente più opportuno palare di meno ed ascoltare di più.

 Non a caso, come dicevano gli antichi per sottolineare l’importanza dell’ascolto, "Dio ci ha donato due orecchie e una sola bocca". 

Ascoltare significa prestare grande attenzione verso l'altro, verso chi ci sta di fronte. Ascoltare sia ciò che dice sia come lo dice. E qui entrano in campo i tre aspetti della comunicazione. 

La comunicazione verbale (le parole), la comunicazione para verbale (intensità della voce, tono, pause) e la comunicazione non verbale (sguardo, sorriso, gestualità, postura). 

Sapete che nei processi comunicativi l’aspetto verbale conta solo il 7%, contro il 38% dell’aspetto para verbale e addirittura il 55% della comunicazione non verbale?

Sorprendente! Ma dobbiamo tenerne conto se non vogliamo fallire lungo il percorso che conduce al raggiungimento dei nostri obiettivi di comunicazione.

 

* Tratto dall'ebook "La Forza della Comunicazione - Strategie Vincenti"

Diego Ricci

Sviluppo strategie digitali di marketing e comunicazione per piccole e medie imprese | Amo fare rete e comunicare valore

9 anni

"l’aspetto verbale conta solo il 7%, contro il 38% dell’aspetto para verbale e addirittura il 55% della comunicazione non verbale" Sono d'accordo. La preparazione di discorsi in pubblico dovrebbe essere materia di studio nelle nostre scuole. E' una vera e propria arte. Imparata in giovane età può aiutare molto nella vita e nel lavoro. Complimenti per il post.

Andrea Torti

Scrivere e Condividere | Content Writer

9 anni

Punti basilari, che però molti continuano ad ignorare... Repetita iuvant!

Fuko IRIE

Amministratrice unica presso Kinmokusei Srl. / Business consultant d'internazionalizzazione

9 anni

Un bell'articolo!

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