"Lavorare nonostante tutto"​ non è smart-working!

"Lavorare nonostante tutto" non è smart-working!

In questo preciso momento storico, chi può continuare le attività professionali classiche lo sta facendo sperimentando nuove modalità, sia nelle fabbriche che a casa e stiamo abusando di parole di cui forse non conosciamo fino in fondo il significato.

Nessuno di noi oggi sta facendo lo smart-working, neanche chi già da tempo lo aveva implementato, perché lo scenario economico e sociale adesso è drasticamente diverso, e di questo dobbiamo per forza di cose tenere conto

In estrema sintesi, oggi abbiamo semplicemente trovato un modo per lavorare senza andare in ufficio o dai clienti.

Ce lo hanno imposto, giustamente sia chiaro, ma è un po’ come siamo costretti a rispettare i limiti di velocità vicino ad un autovelox, appena superiamo la telecamera un colpo di acceleratore lo dà anche mia mamma. Perché è inutile che ci raccontiamo le bugie, a noi piace infrangere un po' le regole, anche se le riteniamo corrette. Appena si potrà, torneremo in ufficio o in negozio perché il caffè coi colleghi, i commenti sul week-end o sulla giornata di calcio, ci servono, anzi sono indispensabili. 

Oggi siamo costretti a lavorare da casa con la nostra compagna/o, marito o moglie ed anche coi nostri figli ... che tanto amiamo ma che “contenere” tra le mura domestiche in questo periodo è molto impegnativo.

In questi giorni dopo il lavoro in casa, siamo impossibilitati ad organizzare un aperitivo, curare le relazioni, andare in palestra, giocare a calcetto. Il week end non esiste più, perché i giorni sono più o meno sempre gli stessi. 

Questo non è fare smart-working è “continuare a lavorare nonostante tutto”.

Ed è fantastico, è l’esempio concreto del non mollare, di come abbiamo trovato il modo di seguire i nostri clienti, di come ci adoperiamo per superare le difficoltà; di come nelle difficoltà troviamo un modo per essere comunque efficaci ed efficienti. 

Però fare smart-working è un’altra cosa! Se non lo capiamo in fretta torneremo subito indietro non appena sarà finito tutto. Se lo associamo allo stare in casa "per forza", alla “reclusione”, al virus, insomma a tutto quanto oggi ci sta limitando, non ne capiremo mai le opportunità.

Smart-working, al di là degli aspetti burocratici e legali, è il risultato finale di chiarezza di ruoli, deleghe responsabilità, obiettivi condivisi (non risultati), il tutto tenuto insieme ed amalgamato dal commitment che si fonda sull'adesione della persona ai valori aziendali. 

È la cultura dell'impresa e quindi dei collaboratori, ma è anche auto-consapevolezza da parte di ognuno del proprio valore! Qui ognuno di noi a che punto è?

Quanti oggi hanno bisogno di stare vicino, proprio fisicamente, al capo per dimostrare il proprio valore? E quanti capi apprezzano le persone sempre vicine indipendentemente dai risultati?

Vogliamo fare veramente lo smart-working? Prendiamo per buono quanto siamo riusciti a portate avanti nonostante tutto, pensiamo a quanto tempo non abbiamo perso in macchina o ai soldi di carburante (o dell’abbonamento ai mezzi) risparmiati, pensiamo soprattutto se abbiamo lavorato come avremmo fatto in ufficio. Meglio? Peggio? Pensiamo a quali attività possiamo fare a casa e cosa invece è meglio fare in ufficio.

 Ma soprattutto pensiamo se abbiamo creato commitment, se ci sono ruoli, responsabilità ed obiettivi condivisi VERAMENTE, altrimenti accantoniamo lo smart-working e prima partiamo da quelli. Si può sempre “continuare a lavorare nonostante tutto” ma almeno chiameremo ogni cosa col proprio nome.

Il parallelismo con i CRM è immediato, inutile dare lo strumento ai commerciali senza un modello di vendita, senza una cultura condivisa, senza coglierne opportunità e vantaggi concreti, senza averlo modellato col contributo di tutti.

Se continuiamo a chiamare quello che facciamo adesso smart-working, non appena sarà possibile ... 3 ... 2 ...1 ... tutti in ufficio!

 

Sono assolutamente d’accordo con questa riflessione e le domande che pone sono cruciali per fare chiarezza. I tempi si stanno allungando e dopo un iniziale “lavoriamo nonostante tutto”, sarebbe il momento, per le aziende che sono in grado di farlo, di iniziare ad entrare più nel merito dell’organizzazione per fare chiarezza su vari aspetti e mettere le basi per una modalità differente di lavorare, che sarà una necessità per tutti

Francesco Masini

Responsabile Comunicazione e formatore Public Speaking

4 anni

Grazie Michele Manara, è proprio così! Quel che stiamo sperimentando è obbligatorio e le condizioni di tutti non sono consuete. E poi, bisogna imparare a lavorare senza andare in ufficio. Quel che scrivi è verissimo e dovremo farci i conti, anzi. Possiamo iniziare subito a farci i conti!

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