Non sono solo cartoni animati!
Non è la prima volta che utilizzo il calcio come metafora. Ieri girovagando sul web ho rivisto alcuni personaggi del mio cartone animato preferito e mi è nata una riflessione, oltre che una buona dose di nostalgia.
Personaggi giapponesi, dai lineamenti europei dai poteri sovrumani che giocavano per la nazionale del loro paese portandola fino alla vittoria dei mondiali. Un sorta di realtà aumentata con campi di calcio interminabili, tiri infuocati e balzi ultraterreni. Ovviamente parlo di Holly e Benji
Lasciamo da parte un attimo la fantasia e fermiamoci invece su alcuni personaggi che forse possiamo riconoscere anche nei contesti organizzati tipici di un’azienda.
- Holly è il tipico numero 10 talentuoso, nato con delle qualità fuori dal normale, che ogni tanto si abbatte ma che trova sempre la forza per sopperire ai momenti più difficili e migliorarsi continuamente. Serve in ogni azienda, è il leader che con l’esempio guida il gruppo anche grazie al suo mentore, il brasiliano Roberto, che cura il leader nel suo ruolo di guida ma non si sostituisce a lui.
- Benji, altra persona baciata dal talento che però decide di seguire un percorso diverso, di fare per un’esperienza internazionale. Non è cresciuto assieme a tutti gli altri ma quando torna, porta con sé un bagaglio di esperienza che mette al servizio degli altri dando sicurezza e infondendo coraggio. Nelle aziende chi porta il suo konw how e lo mette a disposizione del gruppo è spesso decisivo per il successo, a patto che lo faccia con umiltà e per raggiungere un obiettivo comune.
- Marc Lenders è forse la persona più determinata del gruppo che riscatta sul campo un passato difficile, spesso mette la fisicità al posto del talento ma non smette mai di allenarsi per coltivare la sua migliore qualità che è appunto la potenza. Si scontra con Holly ma poi ne capisce e ne riconosce il valore e da quel momento la stima diventa reciproca. Capita spesso nelle organizzazioni, molti vorrebbero primeggiare ma per vincere serve riconoscere le proprie capacità ed il valore degli altri.
Potrei continuare perché molto sono i personaggi interessanti, invece la mia riflessione va su due aspetti che riflettendoci non mi piacciono più di quel cartone animato, me ne sono accorto a distanza di molti anni.
Il primo aspetto: nessuna rilevanza al ruolo dell’allenatore, nessun focus sullo schema di gioco. E' tutto lasciato all’ individualità. Un modello di business, uno schema, non solo serve ma è determinante perché dentro l'organizzazione si valorizza il talento. Il talento migliora l'organizzazione ma poi l'organizzazione mette i miglioramenti a fattor comune.
Senza una guida è difficile creare un modello
Il secondo aspetto che mi ha fato riflettere è la poca visibilità data al difensore Bruce Arper. Gioca poco, pochissimo ma è sempre il primo a sostenere la squadra, sempre pronto a sdrammatizzate, durante i momenti difficili è il primo ad incitare a gran voce i compagni e soprattutto quando viene chiamato ad entrare in campo, nonostante i limiti palesi, è pronto a dare anima e corpo alla causa innescando un meccanismo di emulazione anche negli altri perché a Bruce non potrai mai rimproverare nulla.
Credo che molto ci sia da imparare da Bruce Harper a tutti i livelli e in tutti i contesti. E' l'esempio del coinvolgimento, del concetto di gruppo, del mettere al servizio di un obiettivo tutto quello che è nelle proprie capacità
Era solo un cartone animato certo, ma un’azienda è una squadra ... e se il Giappone ha vinto la coppa del mondo vuol dire che ci sono risultati incredibili che ci aspettano la fuori, grazie a Holly e Benji ma anche grazie a Bruce Arper.
Direttore presso Edilcassa Veneto
4 anniBruce Arper di tutto il mondo uniamoci! 😀 Il mondo del lavoro è nostro anche se non sembra.