“L’avvento del digitale ha trasformato la percezione che abbiamo del tempo e dello spazio. È successo tutto velocemente"
PEOPLE ARE MEDIA, Il business digitale nell'era dei selfie di Agostinelli,‎ Silvio Meazza

“L’avvento del digitale ha trasformato la percezione che abbiamo del tempo e dello spazio. È successo tutto velocemente"

Siamo circa 39 milioni di italiani su Internet. Navighiamo da computer, ma sempre di più e sempre più spesso lo facciamo da smartphone. Non possiamo privarcene perché se qualcuno ci chiamasse o se ci scrivesse? E se dobbiamo cercare un posto nuovo non chiediamo più le indicazioni a qualcuno, ma attiviamo le mappe del nostro telefono.

L’avvento del digitale è stato tremendamente disruptive. E, io che sono nata negli anni 80, ho la fortuna di essere testimone di un prima e di un dopo. Ho letto un libro: “People are media” di Aldo Agostinelli e Silvio Meazza, non una roba tecnica per nerd e affini, ma un testo divulgativo che passa in rassegna le principali innovazioni tecnologiche che stanno rivoluzionando i nostri comportamenti, i nostri modi di comunicare e hanno dei risvolti sulle nostre vite. Cose che oggi diamo per scontate, solo fino a qualche anno fa erano impensabili.

I Selfie. Più o meno tutti abbiamo l’album “selfie” sul nostro telefono. Ma fino a poco tempo fa avevamo l'angoscia del rullino che stava terminando o di come eravamo venuti in foto. La foto era una e non si poteva riscattare. Oggi per avere un ricordo di un viaggio o di una festa non chiediamo più al passante di turno di farci una foto, oggi ci facciamo la foto grazie alla fotocamera reverse.

Ogni cosa viaggia in tempo reale. Mentre i medium tradizionali hanno bisogno di un po’ di tempo per trovare foto o persone o informazioni, con Facebook o Twitter è tutto veloce e facile. Noi abbiamo sempre fretta e la velocità è tra le parole chiavi di questa epoca. Due o tre giorni, o anche meno, e una notizia o una foto o un video nuovi attireranno la nostra attenzione. Il tempo è il bene che scarseggia maggiormente, ma per fortuna ci sono le app che fanno tutto: ci chiedono i dati, ma in cambio si risparmia tempo.

Basta una domanda e sullo schermo compare quello che si cercava, grazie ai chatbot la nuova frontiera del risparmio del tempo sui social (certo alla base ci devono essere un database e un’analisi di CRM). L’intelligenza artificiale: è già realtà. Arriveremo a governare la casa e tutto quello che ci circonda con la nostra voce?

La verità è che il digital non dorme mai. Se abbassi la guardia ti superano da tutte le parti e ti massacrano.”

L’errore che si fa in Italia quando si parla di digitale all’interno delle aziende è che si pensa solo al sito web. Ma il sito oggi ce l’hanno tutti, probabilmente anche quella che un tempo compariva in tutti i testi di comunicazione e pubblicità, la "casalinga di Voghera" che magari, nel mentre, ha aperto un suo blog per parlare e raccontare delle sue passioni.

Interazione. Oggi i media permettono a tutti di esprimersi, tutti i giorni nel bene e nel male. Oggi il potere di mandare un messaggio è di tutti. Prima i media erano esclusivamente one way: c’era chi scriveva il giornale e poi noi lo leggevamo, c’era il programma in TV e noi lo guardavamo. Le interazioni non erano contemplate. Oggi è come se tutti avessero un megafono a diposizione. People are media, appunto. Guardiamo la TV ma non lo facciamo sul serio, perché nel mentre ci scambiamo messaggi con gli amici su WhatsApp o pubblichiamo tweet ironici in cerca di un retweet o di un cuoricino. Quello che prima era il second screen, il nostro cellulare, ora è il nostro primo schermo. L’interazione è il vero motivo per cui la TV è accessa, è lei ora il nostro second screen.

Siamo tutti amici, Facebook ha rivoluzionato il concetto di amici. Ci ritroviamo nei vari gruppi online che sono i nuovi bar 3.0, quelli dove si può passare a qualsiasi ora e trovare sempre qualcuno. Ma se riflettiamo, tra i bisogni primari dell’essere umano c’è sempre stata l’esigenza di comunicare, sono solo cambiati i supporti attraverso i quali lo facciamo. Oggi chiunque può comunicare con chiunque quando vuole. Con i social network ognuno di noi può usufruire di platee di ascoltatori potenzialmente illimitate.

Le persone evolvono, i loro comportamenti cambiano continuamente in base al momento storico, alla situazione economica ai fenomeni sociali e di costume.

Se le aziende vogliono stare sui social dovrebbero smetterla di fare solo pubblicità, ma creare dialogo, confronto e discussione.

Ogni minuto su Facebook vengono aggiornati 293 mila nuovi stati. Questo perché le persone hanno sempre fame di contenuti, di qualsiasi tipo che siano essi immagini, o video o testi. Generare contenuti sarà uno dei lavori del futuro. Tra una decina di anni ci saranno articoli, notizie e offerte ritagliate su di noi, grazie a CRM e Big Data.

E i brand che ce la faranno sono quelli più vicini alle persone, che ascoltano continuamente il nostro comportamento e modificano i prodotti e la customer experience in tempo reale.

È cambiato persino il nostro modo di acquistare: si effettua una ricerca online prima di procedere all’acquisto (76%). Si usa il cellulare, anche, all’interno dei negozi. L’e-commerce ha cambiato il modo di vendere anche in Italia e l’attenzione al cliente. Prima di comprare un prodotto, leggiamo le recensioni e della comunicazione aziendale e dei milioni di euro investiti in pubblicità non ce ne frega niente perché oggi ci fidiamo delle review.

Tutto è nelle mani dell’utente e la verità si trova nella cache del nostro browser.

Ho letto un libro nuovo, dicevo più su, vorrei farlo più spesso. Era tra i miei buoni propositi del 2017 e lo sarà anche nel 2018. Mi ha fatto riflettere su quanto il digitale stia cambiando i nostri comportamenti, i nostri rapporti personali, di amicizia o di lavoro, il modo in cui facciamo spesa o conosciamo nuove persone, il modo in cui viaggiamo o apprendiamo nuove cose. Sono una techie, amo la tecnologia perché mi semplifica la vita e perché mi permette di fare il lavoro che faccio. Abbiamo solo bisogno di più cultura e maggior educazione digitale perché i social non sono l’orco cattivo come non lo è lo smartphone.

E penso, anche io, che l’era digitale sia appena cominciata, come dicono gli autori del libro. E non vedo l’ora di scoprire quali altre innovazioni ci riserverà il futuro.

Attenzione questo libro non è una guida tecnica al digitale, né una guida per addetti al lavoro, è più un testo divulgativo sui cambiamenti che il digitale sta portando nelle nostre vite.

Se cerchi altri libri su Digital&Co, prendi ispirazione dalla mia lista su Amazon: http://bit.ly/libriSMM

 

 

Pietro Bonada

Founder presso Ribelli e Thinking Hat

6 anni

E' questo il problema...

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate