Le ovvietà di Linkedin.
Ma linkedIn è veramente quello che crediamo che sia?
La domanda non è peregrina e, al di là delle specificità con cui il social dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) servire, in realtà è una blob-di-tutto-un-po'; un magma infinto di algoritmi senza lode e senza infamia. Mi spiego meglio. Di tutto quello che viene pubblicato su Linkedin una buona percentuale, almeno dal mio piccolissimo osservatorio, è una massa di post, notizie e informazioni spesso non originali, ma condivise, commentate (poco) e (troppo) spesso solo consigliate, magari senza nemmeno aver dato un'occhiata al contenuto stesso.
E' un social niente di più o di meno: diamo a Cesare quello che è di Cesare, ma senza esagerare. Cerchiamo di trarne il meglio possibile, certo; offriamo il nostro sapere, d'accordo; condividiamo e promuoviamo ciò che ci interessa, va bene, ma poi torniamo nel mondo reale, dove siamo nati e (sopra)viviamo.
Ognuno lo usa a suo piacimento per svago, divertimento, studio, ricerca, aggiornamento, lavoro. Molti ovviamente, si concentrano su quello che sanno (o credevo di sapere), gli piace, li incuriosisce e, di conseguenza si comportano, o almeno ci provano. Poi ci sono i duri-e-puri che si limitano al proprio sapere ed evitano sconfinamenti, resistendo alla tentazione di intervenire fuori campo di competenza. Altri che sfogano le loro frustrazioni più o meno evidenti lasciando perle di saggezza qui e là, ma evitando di esporsi troppo. Poi non mancano i tira-sassi-a-tradimento che nascondono la mano dopo aver lanciato inutili post nati solo per provocare reazioni altrui e, infine, i copia-incolla-seriali che della Vinavil sono i migliori clienti.
Statisticamente, ma non sono la Doxa, noto plausi a post "provocatori" e desertificazione per molti altri che meriterebbero un'attenzione maggiore per contenuti e capacità di scrittura (mamma mia quanta ignoranza: la mia maestra delle elementari avrebbe esaurito le sue matite rosse a forza di segnare errori di ortografia).
Una descrizione di un avvenimento politico/economico/sociale condito con qualche parolaccia fa sempre un certo effetto del classico: "sono-un-simpaticone-e-dico-quello-che-mi-pare-perché-piaccio-così". A volte, lo ammetto, scappano anche me, ma evito quelle scurrili. Noto che post scritti da donne attirano molti consensi, sopratutto maschili, anche solo per un "bella", "brava", "sei unica"...(qualche galletto Vallespulga razzola sempre, anche in questo pollaio-social, ma non colpisce mai).
Naturalmente non ci facciamo mancare le surreali discussioni fra benemeriti sconosciuti che si mandano cordialmente al quel paese. Uno spettacolo ridicolo, per non dire vergognoso, di diatribe virtuali fra persone adulte (anche troppo) che nemmeno si conoscono personalmente, ma che, per il semplice fatto di essere in contatto su una piattaforma social, si permettono di usare modi e linguaggi che, nella vita reale, nemmeno si sognerebbero di pensare. Anzi, sarebbero i primi codardi a scappare. Ottimi spunti patologici per psicologi e psichiatri che, di queste fobie, cercano di trovare risposte e, forse, cure. Passi il ragazzino delle elementari che l'educazione ancora la deve imparare, passi lo sfigato in cerca di notorietà a basso costo, passi il depresso senza speranza che nel vano tentativo di trovare uno scopo alla sua inutile giornata cerca la rissa dietro ad una monitor e un'anonima tastiera. Ma che donne e uomini che dovrebbero (anche qui il condizionale è d'obbligo) essere "maturi", si lancino in stupide discussioni, con risposte stizzite e isteriche reazioni, è veramente triste e una brutta rappresentazione della pochezza di tanti. Non tutti, certo, ma sempre troppi.
Probabilmente se un nostro figlio o nipote assistesse a questi squallidi cattivi esempi di noi "grandi", dovremmo ripensare seriamente al perché la nostra società è giunta a questo basso livello.
Questo post è dedicato a tutti coloro che si riconoscono in ciò che ho scritto, nella speranza che la smettano di tirare le trecce alla bambina con le lentiggini, o di rubare la merenda al compagno di classe non ammettendo mai la propria colpa. La campanella della ricreazione è finita da tempo. Il rischio è di rimenere asini tutta la vita.
#linkedin #post #commenti
Founder Secrets Luxury
7 anniOttima capacità di analisi e ironia, condivido l'articolo, in fondo per alcuni è il pozzo dei desideri, per altro uno svago e per molti un trampolino di lancio attaccato al nulla... Come tutti i Social, sono condizionati dalla massa di persone che dietro la tastiera si auto influenzano a vicenda ....
specializzato di ripresa televisiva freelance
7 anniche dire ... e' cosi' come l'ha ben descritto , mi chiedo se in altri paesi sia anche cosi' , forse il suo post puo' dar da pensare a qualche persona che magari si " rimettera' in carreggiata " ma continuera' ad essere come e' , non frequento FB ., ma spero che qui sia un tantino meglio , cortesia e educazione non si sbaglia mai ( l' intelligenza e' sottintesa) .
ex dipendente presso Health System
7 anniMassimo,non so come ha fatto a sfuggirmi questo post. Condivido in toto. Penso spesso che sembra facile nascondersi dietro una tastiera,ma alla fine il carattere viene sempre fuori. E penso che il mondo sarebbe nettamente migliore se ognuno di noi si facesse carico delle proprie responsabilità...solo che ci vuole rispetto per gli altri,obiettività e coerenza,tutte doti in via di estinzione
Architetto Insegnante scuola secondaria
7 anniNon è molto che sono nel "mondo" Linkedin ma mi sento di condividere il suo articolo. Personalmente utlilizzo questa piattaforma per cogliere opportunità di crescita professionale, attraverso la condivisione dei post e dei commenti di altri professionisti che operano nel settore edilizio. Se lo ritengo opportuno faccio dei commenti, altrimenti non scrivo tanto per. Mi piace anche interessarmi di situazioni e contesti diversi dal mio per cercare di completarmi il più possibile. Passo oltre però quando leggo discussioni sterili ed astiose del tipo "chi è meglio l'ingegnere o l'architetto?" perchè spesso scadono in frasi sloganistiche e spostano l'attenzione dal problema del contendere al campanilismo personale. In quest'ultimo caso prediligo la chat diretta uno a uno. Il confronto deve essere fatto sempre con rispetto ed educazione, perchè come lei ha detto nel suo articolo, di fronte abbiamo prima di tutto persone e non testi digitali e anonimi.
Sales Energy Manager B2B
7 anniconcordo appieno con il post Massimo, vorrei aggiungere una mia umile opinione, credo che il linguaggio spesso utilizzato da tanti professionisti su questo social sia a volte quasi incomprensibile...mi spiego meglio: dovrei avere sempre a portata di mano un vocabolario per poter trovare termini quasi sconosciuti o semplicemente talmente "altolocati" da rendermi conto che le persone/professionisti che incontro abitino su un altro pianeta come me, cioè stiamo con i piedi per terra! Ma perché si deve far credere di essere chissà chi?