leadership al femminile

leadership al femminile

Sono molto contento di come è andato questo percorso di Leadership al femminile tenuto per la CNA e soddisfatto dell’interazione con le 12 ragazze che hanno partecipato

E ora vi spiego tutte le ragioni.

1) Mi piace vedere quel desiderio speciale di noi umani a reagire alla stanchezza fisica e mentale tipica di questi tempi con l’entusiasmo della scoperta. Per me le donne (e gli uomini) che affrontano con coraggio il disagio di esplorare le proprie zone d’ombra invece di subire la routine quotidiana sono eroine.

E stare in mezzo agli eroi mi fa sentire meno solo.

2) Scegliere di guidare un percorso di formazione ispirazionale mi ha dato l’opportunità di sperimentare approcci comunicativi diversi e ho scoperto aspetti di me ancora da esplorare. In questo corso ho compreso che mollare la presa del perfezionista e affidarsi con tutto l’amore possibile alla situazione, ha reso ancora più efficace l’interazione.

3) Il confronto con gli altri necessita di un grande impegno di trasparenza e pulizia interiore. Quando ti spogli progressivamente della falsa idea di te stesso, al di fuori dei parametri convenzionali di giudizio, ti ritrovi nudo e senti svanire l’imbarazzo di doverti proteggere. Il Leitmotiv di questo corso lo sintetizzo così:

Accogliere la vulnerabilità tua e degli altri è un SUPERPOTERE

(non a caso i supereroi dei fumetti hanno tutti una debolezza).

Ricordalo anche tu, sia quando ti trovi al lavoro, sia a casa!

4) Abbiamo accesso ad un sacco di informazioni preziose sul funzionamento della mente e ignorarle è davvero uno spreco. Conoscerle, studiarle e condividerle nel modo migliore, mi stimola, per un principio di coerenza, a scaricarle a terra e manifestarle sul piano pratico. Questa è una grande opportunità che le ragazze con la loro energia mi hanno lasciato, riempiendomi il cuore di gratitudine.

5) Lo stupore appaga. Vedere occhi spalancati delle coraggiose esploratricu che, dopo essersi arrampicate in sentieri impervi e ostili, si trovano davanti al paesaggio straordinario in cui si intravedono maggiori possibilità di scelta, non ha prezzo.

6) Non so ancora se il coaching sia espressione di un mio talento. Ma crederlo, sceglierlo e applicarlo, con lo scopo sincero di aiutare gli altri, mi fa stare bene e questo è più che sufficiente. Molto spesso, come in questo caso, i risultati mi affrancano dai dubbi residui che a volte spuntano da pieghe delle mie zone d’ombra.

7) Nascosti sotto la polvere della rassegnazione spesso si scoprono tesori inestimabili, in attesa di essere portati alla luce, mostrati e venduti al mercato delle nuove possibilità dove gli individui potranno venderli o regalarli in cambio della ritrovata libertà.

Spolverate e trovate i vostri tesori!

8) Quando la difficoltà ci coglie ci sentiamo inadeguati. Non dobbiamo stupirci se ancora una volta quello che risuona dentro di noi è: “basta! non ne posso più”.

La difficoltà ci sta dicendo, semplicemente, che la direzione intrapresa non è quella giusta. Ci stiamo conformando a ritmi indotti da uno stile lavorativo o di vita a cui ci siamo adeguati, ma non abbiamo scelto. Un nuovo livello di consapevolezza ci chiede di essere perlustrato.


Alla fine, l’obiettivo del corso è stato raggiunto: sondare noi stessi e affrontare nuovi livelli di coscienza, da sperimentare negli ambienti dove passiamo più tempo e dove abbiamo necessità di risultati.

Forse questo è il segreto per essere in grado di guidarci e guidare gli altri.

Il viaggio che abbiamo fatto insieme non risolverà dall’oggi al domani ogni sfida, sono certo che ci ha fatto vedere dove siamo, dove stiamo andando e la possibilità, in piena autonomia e autosufficienza, di valutare nuove strade.

….ahh dimenticavo da oggi, in giro, ci sono 12 potenziali coach, un po' più libere, un po' più consapevoli e naturalmente con una rinnovata responsabilità nel contribuire a un mondo migliore, nel lavoro e nella vita.

Francesco Perticari


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