LEAN negli ospedali italiani? Davide, molto più efficiente di Golia!

LEAN negli ospedali italiani? Davide, molto più efficiente di Golia!

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Mi sono sempre chiesto a quale livello vengano applicati i concetti del Miglioramento Continuo (o Filosofia LEAN) nel campo sanitario: gli sprechi che abbiamo nel campo industriale riducono il valore che si crea, quindi a maggior ragione nel campo sanitario gli sprechi impattano la salute dei pazienti; davo per scontata un’attenzione maggiore al miglioramento dei processi soprattutto negli ospedali maggiori dove si concentrano maggiori risorse.

Un attacco di appendicite la settimana di Ferragosto mi ha dato modo di fare due esperienze ravvicinate in due reparti di Pronto Soccorso, uno di una grande città (lo chiamerò di seguito Golia) e uno di una piccola città (lo chiamerò Davide): nonostante le tante risorse ricevute da Golia, gli unici segni di miglioramento che ho riscontrato sono le linee colorate sul pavimento per guidare le persone verso i diversi reparti, mentre Davide, oltre alle linee colorate, ha processi più efficienti con beneficio evidente per pazienti.

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Veniamo alla mia esperienza. In un tranquillo pomeriggio di Ferragosto inizio ad avere un dolore alla parte alta dello stomaco; il dolore persiste e scende poi nelle ore successive nella parte destra dell’addome con febbricola. Mia moglie, che aveva avuto l’appendicite da giovane, mi preallarma: “..potrebbe essere un attacco di appendicite!”.

Il giorno successivo il medico di famiglia mi visita e conferma la diagnosi: sospetta appendicite e mi indirizza con un’impegnativa dettagliata al Pronto Soccorso per poter fare ulteriori accertamenti urgenti; mi dice infatti che a volte l’appendicite si trasforma in peritonite in poche ore. 

Il grande ospedale, Golia, è il più vicino ed immagino sia anche quello con le risorse migliori. Arrivo a metà mattina, passo per il triage introdotto per il Covid-19 e infine vengo ammesso nel Pronto Soccorso dove mi assegnano un letto: ho consegnato in accettazione l’impegnativa del mio medico e aspetto fiducioso di essere visitato nel giro di qualche ora. Nessuno fino a questo punto mi dice il codice che mi è stato assegnato!

Ricordo che i codici sono:

> Rosso per persone in pericolo di vita;

> Giallo per casi mediamente critici, presenza di rischio evolutivo (immagino che sia il mio caso con la diagnosi di appendicite che potrebbe diventare peritonite);

> Verde per casi poco critici, assenza di rischi evolutivi.

Passano le ore e il reparto si riempie, arrivano diverse ambulanze e naturalmente i codici rossi hanno la priorità assoluta come è giusto che sia: non ci sono display che facciano capire cosa succede, i pazienti iniziano a chiedere informazioni agli infermieri, c’è tanta confusione e gli spazi iniziano ad essere limitati. Chiedo informazioni anch’io e l’infermiere controlla sul PC del box accettazione: doccia ghiacciata, mi informa che mi è stato assegnato il codice verde! Faccio educatamente notare l’impegnativa dettagliata del mio medico e mi viene risposto che è solo teoria, che è il Capo Sala in accettazione a decidere i codici, anche per le persone che arrivano in ambulanza.

Allibito torno sul mio letto, la situazione è diventata esplosiva, nel giro di un paio d’ore non ci sono più letti disponibili e il Reparto è pieno all’inverosimile. Dopo dieci ore di attesa, decido di chiedere nuovamente al box e mi viene detto che ho dodici codici gialli più tre verdi davanti a me, più gli eventuali rossi che potrebbero arrivare con le ambulanze: chiedo di firmare per andare via, mi viene risposto che per i codici verdi non c’è bisogno di firmare, quando mi chiameranno nel cuore della notte, nessuno risponderà e capiranno che sono andato via. Chiamo mia moglie e torno a casa.

Il giorno successivo mi reco al Pronto Soccorso di un ospedale più piccolo, Davide. Stessa trafila triage per il Covid-19 e successiva accettazione: presento la stessa impegnativa del mio medico e mi viene subito consegnato un documento sul quale è indicato il codice giallo, c’è anche un display che mostra la situazione!

Modulo ricevuto all'accettazione nel pronto soccorso del piccolo ospedale

In meno di mezz’ora vengo chiamato e inizio visite e accertamenti (prelievi, ecografia, visita chirugica). Per farla breve nel giro di quattro ore mi confermano che la diagnosi è corretta, ma purtroppo il reparto di Chirurgia è già pieno e non ci sono posti disponibili; mi invitano a recarmi urgentemente all’ospedale più grande, Golia, e mi chiedono come mai non sia andato direttamente lì. Spiego l’odissea del giorno prima e mi viene risposto: “È un problema politico, tutti sanno, ma fino a quando nessuno protesta, le cose rimarranno così!”, da qui una delle ragioni che mi hanno portato a scrivere questo articolo.

Torno da Golia e questa volta, con la prescrizione del mio medico supportata dal referto di Davide, in accettazione mi danno subito priorità assegnandomi il codice giallo!

Sicuramente non ho le competenze mediche per entrare nel merito, ma una dozzina d’anni di esperienza lavorativa nel campo del Miglioramento Continuo (Filosofia Snella, LEAN) mi consentono una analisi di massima dei processi nei quali mi sono trovato coinvolto in prima persona. 

1) STANDARD di assegnazione priorità - ritengo non accettabile che un Pronto Soccorso di una grande città, seppur molto affollato nel mese di agosto, abbia delle falle di questo tipo nello standard di assegnazione dei codici per cui si assegni il codice verde per una presunta appendicite; esiste un sistema di controllo delle decisioni del personale in accettazione? Immagino di sì, ma evidentemente non ha funzionato bene nel mio caso.

2) COMUNICAZIONE con il paziente - altra opportunità è la comunicazione, non è accettabile che in un Paese civile, per sapere il proprio codice e la propria posizione nella lista d’attesa, l’unico modo sia quello di alzare la voce e discutere al box con gli infermieri di turno.

Non entro nel merito di tante altre opportunità, ma sicuramente queste due evidenziate non sono accettabili e devono portare i responsabili sanitari di Golia ad un’analisi del processo con azioni concrete di miglioramento.

Questa è la mia esperienza, sono sicuro di non essere l’unico ad essere incappato in questa odissea in questi giorni, ma non leggo sui giornali locali nessun articolo a riguardo.

Parlarne è importante perchè i “problemi sono oro” come diciamo nella Filosofia LEAN: ogni problema è un’opportunità per migliorare, se nessuno ne parla, la situazione può solo peggiorare!

Prima pagine dell'ultimo numero de Il Grande Sorpasso

Questa mia riflessione l’ho fatta anche su un giornale locale con il quale collaboro, Il Grande Sorpasso; il responsabile del giornale l’ha inotrata al direttore sanitario di Golia. Sono fiducioso che questa riflessione possa rafforzare i processi di un reparto, il Pronto Soccorso, che è il fondamentale filtro di ogni ospedale, per il bene di tutti i pazienti, per il bene di tutta la comunità che investe tante risorse!

Giuseppe Carbonetta

Contract Manager presso Engie Servizi S.p.A.

1 anno

Temo ci siano molti Golia nella nostra sanità, e pochi Davide. Razionalizzazione e managerialità sono spesso confusi con tagli indiscriminati ed assenza di programmazione...

Eligio Claudio Marletta

Retired K.C.mfg director EU

4 anni

C’è poco da dire,sulla salute dovremmo essere molto più’ avanti,come in quasi tutti i servizi pubblici,purtroppo.

Nicolas Oden

Associate Director EMEA/APAC/ANZ, Central Engineering, International Family & Professional

4 anni

Hopefully everything’s fine now fabio ?! I also had recently a « chance » to bring one od my boy to hospital for urgency. They gave him a bar code wristley and he was able to check the queue status on a monitor. Really does help for communication and effectiveness. Nicolas

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