L'emozione e la regola
Dopo l’onda millenaria dell’era rurale, dopo l’onda assai più breve del macchinismo industriale, mille sintomi nuovi annunciavano l’avvento di una terza ondata, di un’era postindustriale capace di esaltare la dimensione creativa delle attività umane privilegiando la virtualità sulla fisicità, la cultura sulla natura, sempre più esplorata nelle sue zone d’ombra, residue e crescenti.
Mentre gli Stati Uniti erano impegnati nell'immane sforzo teorico e pratico di regolare, massimizzare, parcellizzare il lavoro esecutivo, l'Europa percorreva una strada autonoma, cercando di sfruttare le potenzialità del gruppo creativo. E puntava già sul lavoro di squadra, sulla cooperazione, sull'importanza dell'informalità e dell'estetica, sulla coltivazione di quel terreno emotivo da cui scaturiscono le grandi idee che cambiano il mondo.
Nella metà dell’Ottocento, quando l’Inghilterra era il paese più industrializzato del mondo e Manchester ne rappresentava l’avanguardia, il 94% dei lavoratori dipendenti erano operai, cioè svolgevano mansioni di natura prevalentemente fisica, e solo il 6% lavorava con il cervello, svolgendo compiti di natura intellettuale come quelli degli impiegati e dei manager.
Oggi, nei paesi postindustriali, un terzo dei lavoratori svolge mansioni di tipo fisico; un altro terzo svolge ruoli di tipo intellettuale ma esecutivo e ripetitivo; un ultimo terzo svolge attività di tipo intellettuale e creativo, prevalentemente realizzato non individualmente ma in gruppo.
Mentre sappiamo abbastanza bene come si producono i beni materiali e perciò possiamo riprodurli a piacimento, conosciamo assai meno come si producono le idee, i simboli, le informazioni, i valori: perciò i percorsi dell’invenzione teorica, della scoperta scientifica, della creazione artistica ci intrigano come zone tuttora misteriose, particolarmente astute nel sottrarsi alla nostra esplorazione. I tentativi per catturare anche questa parte della natura e tradurla in cultura si moltiplicano da più parti ma, per ora, le ragioni e i modi della creatività restano in gran parte nel loro mistero. Qualcosa i neurologi, i biologi, gli psicologi, gli epistemologi sono riusciti a capire circa i processi di ideazione individuale. Assai meno sappiamo della creatività espressa dai gruppi, troppo poco studiata dagli storici, pochissimo dai sociologi.
In questi giorni è stata pubblicata, edizione economica BUR di Rizzoli, la ristampa del libro "L'emozione e la regola. La grande avventura dei gruppi creativi europei", un classico che Federico Butera ha definito "uno dei dieci libri di organizzazione al mondo da salvare", il risultato di un'indagine, collettiva, rivolta a interrogare tredici modelli classici che tra Ottocento e Novecento hanno fissato i parametri dei nostri riferimenti culturali.
Dalla casa Thonet al Bauhaus, dai poeti e letterati di Bloomsbury al circolo filosofico di Vienna, dall'Istituto Pasteur di Parigi ai ragazzi di via Panisperna a Roma al Progetto Manhattan degli esuli di Los Alamos. Osservare dall'interno questi straordinari episodi di ideazione artistica, scientifica, letteraria, mi ha fatto capire che il gruppo è molto più della somma dei singoli componenti e che l'uomo del ventunesimo secolo è il degno erede di quell'uomo europeo che, insieme ai suoi contemporanei, costruiva cattedrali e palazzi signorili, fondava monasteri e accademie, lasciava che la genialità filtrasse da libro a libro, da bottega a bottega.
ps Il 25 marzo a Roma discuterò dei temi trattati nel libro insieme a Fausto Bertinotti in un incontro dal titolo "Lavoro esecutivo, lavoro creativo". Per partecipare o avere maggiori informazioni cliccare qui
Um grande filosofo della vita!!!! non per niente sei napolieano, abbraccio
Partner Semel - Persone e Metodi
9 annibellissimo libro, Da junior insieme a dante bellamio, il mio maestro, organizzammo un seminario con De Masi, quasi 30 anni fa!!!!! Consiglio la lettura; anche su un piano estetico: in questo mondo di ebook, un bel libro che sia anche un libro bello, illumina il cuore. certo che la presentazione con bertinotti, piena melma romana, abbassa un po' il tono
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9 anniSicuramente un libro prezioso. L'avevo letto all'università, prendendolo in biblioteca; adesso finalmente è stato ristampato e lo sto rileggendo: sempre attuale!
Technical Manager presso Engineering Group
9 anniMeraviglioso prof.
bravo Mimmo,quel libro è sempre attuale e serve rileggerlo proprio in priodi come questo ; io lo suggerisco sempre ai giovani,perchè non perdano la speranza,che forse noi meno giovani fatichiamo a mantenere !! un abbraccio Danilo