LET’S IMAGINE: ANNA DELLO RUSSO E GIVENCHY by Angela Guidi
Eclettica, terapeutica, indomita, infaticabile: Anna dello Russo, direttore di Vogue Giappone, la possiamo descrivere solo attraverso aggettivi a forte tinte e mai banali. Mai scontata, si racconta attraverso il suo lavoro che ama alla follia così da essere descritta da Helmut Newton come “maniaca della moda”; le sue fashion assistant odierne e quelle che in passato la hanno affiancata rappresentano la sua famiglia, e chi la circonda sa che il suo modo di interagire con gli altri è diretto, immediato, travolgente, paritario, privo di elementi di distorsione. Amante del mix e della fusione di stili e culture, riesce a inondarci di energia positiva attraverso le sue proposte editoriali: di qui l’aggettivo iniziale TERAPEUTICA. Anna possiede il dono della comunicativa, che ha saputo coltivare negli anni, attraverso un processo forgiato con duro lavoro. Ciò che agli occhi dei più appare come il lavoro “semplice e privilegiato” cela una formazione accademica prima, attraverso una laurea in Arte e Letteratura conseguita all’Università di Bari ed il diploma alla Domus Academy di Milano, e sul campo, successivamente, con diciotto anni nelle edizioni Condé Nast Italia, passando attraverso collaborazioni di ogni tipo. L’eccesso, lo straordinario, il diverso, il contrasto, il folle sono ciò che ama e che la rendono decisamente out of order: la mutevolezza, propria di un disegno personale dell’artista eclettico, non è in lei espressa per puro capriccio superficiale, ma elaborata in maniera viscerale, così che il risultato esprime un vissuto mai scontato ed una dinamica coinvolgente. Chi, se non lei, potrebbe interpretare al meglio la proposta di Givenchy per la prossima primavera-estate? Sabot in pelle bianca, finemente forata con punzoni dallo stile brogue di tomaie maschili, si pregiano di pizzo bianco, adoperato ad intarsio vezzoso. La complessità della tomaia esprime un lavoro di manodopera di altissimo pregio e sottende un lavoro stilistico dalle forti connotazioni visionarie: una fusione di stili, dallo storico tocco neo imperiale si passa alla connotazione sportiva, attraverso l’utilizzo della chiusura a corsetto allacciato con ganci solitamente utilizzati per una pedula montana. La linguetta si erge dritta oltre la caviglia per coprire parte della stessa, ed emanare tutto il fascino di un bustier pronto per essere slacciato. Anna, a questo punto rimane da scoprire solo se preferisci sabot o decollete! E voi come interpreteste questo stile?