- l’europa e gli altri - INTERESSE PER LA CULTURA EUROPEA DEI POPOLI LATINO-AMERICANI
A differenza del passato, quando l’Europa era meta per migrare, oggi si guarda ad essa per acquisire specializzazioni e poi tornare nel proprio Paese. Si desiderano maggiori relazioni fra i due continenti, superando divisioni e protagonismi.
Quest’anno saranno 528 anni dall'arrivo degli europei alle Americhe; questi 500 anni non ci hanno portato a sviluppare una visione “unica” ma molteplici, perché diversi sono gli occhi che guardano il vecchio continente. Ma del resto esiste un settore, un’area che guarda come guarderebbe Polifemo?
Nella sua storia l’America Latina ha attraversato diversi avvenimenti che l’hanno portata ad essere ciò che è oggi, una parte del grande e complesso continente americano ancora senza unità; l’America Latina continua ancora nella ricerca di una sua identità di area. Già sono pochi i Paesi che sono riusciti, in questi 200 anni di indipendenza, a costruirsi una propria identità nazionale, figurarsi una identità compatta e unificata come continente!
Popoli diversi
La nuova America Latina è il prodotto di tutti le sue numerose fasi storiche che hanno visto l’arrivo di tante persone, approdate da tanti Paesi, con diverse culture, diversi obbiettivi e diversi progetti per il continente.
Dobbiamo considerare che non esiste un cittadino “tipo” dell’America Latina, ci sono una pluralità di etnie, culture, classi sociali, ecc., che con il passare degli anni si sono “aggiunte” ed “accorpate” dentro questo immenso continente. Alle popolazioni appartenenti ai grandi imperi, già presenti nel continente prima dell'arrivo degli europei, si sono sommate persone, interessi, sistemi produttivi e culture risalenti sin dal periodo della colonizzazione, che pur essendo una fase storica già conclusa da quasi 200 anni, ancora produce i suoi effetti. In tutto questo calderone si sono aggiunti poi momenti di grandi immigrazioni: africani, cinesi, italiani, tedeschi, giapponesi, inglesi, francesi che si sono sommati agli spagnoli e portoghesi già presenti. Tale sommatoria di diversi fattori sociali, culturali, etnico hanno portato a questo “mestizaje” a questo incrocio di razze a questo essere “latino americani”.
Successivamente è intervenuto, il desiderio di crearsi una propria identità, prima di tutto nazionale, non riuscendo, fino ad oggi, nella creazione di una identità di gruppo. È peraltro necessario precisare che esiste una tradizione di preminenza occidentale che si è fatto breccia in diversi campi, per esempio quello del Diritto (molti codici civili e penali sudamericani sono ispirati a quelli europei), quello culturale, quello economico o religioso (circa il 90% della popolazione dell’America Latina è cattolica). Altro aspetto importante da considerare per valutare i tipi di sguardi verso l’Europa è quello demografico; circa il 20% dei quasi 350 milioni di abitanti dell’America Latina è rappresentato da giovani.
Durante la formazione accademica un giovane comincia ad avere un primo contatto con l’Europa, attraverso i corsi di storia, con il colonialismo e l’indipendenza; successivamente comincia ad ammirarla per la cultura, arte, letteratura, scienze e ogni altro aspetto che può offrire il vecchio continente. Da adolescenti si affrontano la letteratura spagnola, quella italiana o inglese e si studiano il Rinascimento, la Rivoluzione francese, la Prima e Seconda Guerra Mondiale.
I giovani latinoamericani hanno uno sguardo più diretto ed immediato, grazie agli attuali strumenti di comunicazione globale; l’aggregazione di massa è facilitata, le differenze si assottigliano e gli obiettivi stano diventano comuni.
Politica ed economia
Ma è da riconoscere anche che ci sono dei fattori di condizionamento che ancora sussistono in diversi settori, presenti tra Europa e America Latina, che fanno sì che lo sguardo non sia del tutto diretto. Per esempio nella politica, mentre l’Europa, viene spinta dai propri cittadini per un buon governo, per un governo efficace, in America latina la corruzione è ancora molto diffusa e la mancanza di contrasto ha portato gli abitanti di alcuni Paesi a preferire una emigrazione di massa alla lotta contro il dittatore o contro i governi corrotti. Ciò ha portato ad una instabilità politica, sociale ed economica. Come possono questi Paesi guardare l’Europa sotto questo aspetto? Come qualcosa di irraggiungibile, le divisioni e la corruzione impediscono il fidarsi gli uni degli altri.
Mentre in Europa, con la Unione Europea, i Paesi componenti entrano in “competizione” ma all’interno di un mercato con regole che sono tendenzialmente paritarie, in America Latina ogni paese fa da sé e per sé. Si sono create alcune istituzioni di mercato comune, ma che fino ad oggi, non sono riuscite a far parlare l’America Latina con una sola voce o quanto meno con un unico coro. Quindi questo crea tra i giovani solo disgregazione e separazione; ogni Stato tratta direttamente con l’Europa anche in concorrenza con i suoi vicini.
Nel campo economico, mentre l’Europa ha una economia moderna basata sul consumo e sulla ricerca di materia prima, l’America Latina ha ancora una economia emergente; dal 2000 ha goduto di una rilevante crescita economica a due cifre, ma nel complesso continua ad avere una economia di massa orientata alla sopravvivenza con un immenso e disteso territorio pieno di materie prime, che fanno gola alle grandi economie mondiale (Europa, Cina e gli Stati Uniti) e che ha comportato, negli ultimi anni, un aumento considerevole di relazioni commerciali ma che per le instabilità economia globale attualmente si stanno indebolendo. Senza contare che l’attuale crisi sanitaria originerà ad una pericolosa scia di instabilità economica e quindi anche politica, portando ad indebolire ancora di più quei rapporti commerciali e di turismo che si stavano stabilizzando.
Probabilmente è il settore sociale e più precisamente quello della formazione, in cui il latino-americano punta lo sguardo in forma “sincronizzata” con tutti gli altri giovani del continente. L’alta formazione delle risorse umane è il paradigma, il punto di arrivo per chi vuole avere una maggiore e migliore preparazione e si guarda all’Europa come ad un esempio e ad una meta.
A differenza di momenti storici già passati, in cui si guardava all’Europa come meta per trovare un posto di lavoro o dove poter migrare in cerca di stabilità, adesso è vista come orizzonte da seguire per la formazione, il luogo dove poter formarsi ad alto livello, dove poter avere una preparazione adeguata per tornare al proprio paese e costruirsi un futuro e mi auguro che in quel futuro ci sia maggiore unità, prosperità e maggiori relazioni con l’Europa.
MIRELLA SAAVEDRA
Avvocato Peruviano iscritta al “Colegio de Abogados de Lima” e Consulente del Lavoro iscritta all’Ordine di Vicenza