"LIBERA" PROFESSIONE
INSISTO. E RILANCIO. Alziamo l'asticella. Qualcuno ha usato il termine "fantascienza". Significa che innovare, tendere all'efficienza, cambiare modo di pensare un'organizzazione, in questo paese è fantascienza. Purtroppo stiamo andando verso una situazione per la quale fantascienza sarà la possibilità di garantire livelli assistenziali adeguati.
Bene. Supponiamo di cancellare la distinzione tra "dipendenti" e "convenzionati". Supponiamo che anche nel percorso formativo Universitario venga introdotta una specializzazione dedicata alla preparazione di figure professionali destinate ad operare sul territorio. Ma formate con i medesimi standard del Medico Ospedaliero....quindi perfettamente in grado di interagire con la complessità dell'ospedale. In sostanza assicuriamo delle figure professionali aderenti a standard omogenei.
Dal punto di vista organizzativo diamo al Servizio sanitario la struttura di una rete, anzi , di una "ragnatela". Una struttura, cioè, "distesa" sul territorio e perfettamente intercomunicante in tutte le sue componenti. Una struttura, in sostanza, che partendo dalla complessità dell'Ospedale, giunga sino alla componente basilare: il letto del paziente nel proprio domicilio. Il che significa studiare il territorio, identificare le necessità, concepire strutture a complessità decrescente, ma rispettando un criterio, un rapporto matematico: a minore complessità deve corrispondere maggiore accessibilità. Arrivando ,appunto , alla struttura meno complessa che si possa concepire: il posto letto situato nell'abitazione del paziente. Tutto questo richiede una pianificazione accurata, una conoscenza capillare del territorio, una capacità di comunicazione estremamente mirata ed efficace e, soprattutto, un utilizzo della tecnologia che permetta la massima ottimizzazione nella gestione delle risorse.
Potremo immaginare che un nuovo "elettrodomestico" ( scusate la banalizzazione) entri nell'abitazione di ogni cittadino? Un terminale sanitario, in grado di mantenere connesso il singolo individuo, o il singolo gruppo famigliare alla rete organizzativa sanitaria. In grado di raccogliere e fornire informazioni, rispondere alle prime esigenze del paziente, indirizzarlo verso le forme di assistenza più consone al suo problema, gestire il sistema riducendone il più possibile la fruizione casuale e disordinata?
Per concludere, è possibile una radicale rivisitazione del Sistema, peraltro realizzabile senza incremento dei costi, anzi, molto probabilmente determinandone una sensibile riduzione. Oggi , un paradosso privo di qualsiasi legittimità, stabilisce che un Medico abilitato all'esercizio della Professione, venga deprivato di tale facoltà da una Azienda Sanitaria, in base a vincoli normativi e contrattuali desueti,ma, soprattutto, inutili. Un Medico è medico per 42 ore settimanali? Quale norma può limitare l'esercizio di una professione? Si vuole impedire che l'attività privata vada a scapito dell'attività pubblica. Bene, esistono molteplici possibilità di controllo. Ma se l'attività pubblica viene integrata da attività pubblica esercitata in altri ambiti, qual'è il razionale di tale limitazione?
La medicina sul territorio deve essere liberalizzata, fatti salvi percorsi formativi specifici e modalità operative condivise. Ma deve essere garantita da un'intera categoria professionale, che non può essere artificiosamente suddivisa in ambiti operativi o sottoposta a vincoli contrattuali che intervengono sul diritto/dovere di esercitare a favore della comunità la Professione per la quale si è stati abilitati senza alcun tipo di eccezione.
Quella del Medico è una Professione che, per sua natura, deve essere svolta liberamente, sia nell'ambito di rapporti contrattuali, che al di fuori di essi. Abbiamo un solo vincolo:quello con il paziente. Non certamente quello con un budget aziendale.