“Il Paziente è al centro!”  ???

“Il Paziente è al centro!” ???

...e in quale altro posto vorremmo metterlo altrimenti...?

Ha senso per uno studio odontoiatrico o per una struttura sanitaria in generale, uno slogan come “Il paziente è al centro delle nostre attenzioni.”?

Potrebbe essere altrimenti? No.

Dichiararlo sulla carta lo rende per questo più reale? No.

Può essere un tratto distintivo di uno studio rispetto ad altri? No.

Ecco, la risposta alla domanda iniziale è: “No”.

Se proprio vogliamo mettere qualcuno al centro, allora mettiamoci le persone. Le persone dello studio o della struttura prima di tutto. Sanitari e non sanitari.

E facciamolo nei fatti non solo con le parole. Le persone che si sentono al centro di un’organizzazione fanno, degli interessi di questa stessa organizzazione, il loro centro. E non per spirito filantropico, ma per il semplice motivo che sono consapevoli di fare, indirettamente (ma neppure tanto), i loro interessi personali. E questo non è egoismo, ma semplicemente buon senso, o istinto di sopravvivenza.

In un’organizzazione sanitaria dove dipendenti e collaboratori sono e si sentono il centro, il paziente sarà, di fatto, il centro delle loro attenzioni perché questo è lo scopo primo di qualunque struttura sanitaria (e ci mancherebbe…!).

Fra i valori di Centri OIS e dell'ACADEMY abbiamo la “centralità dell’individuo”. E i nostri valori sono diventati regole che guidano le scelte quotidiane e strategiche di tutta l’organizzazione e nonostante tutti gli errori, le imprecisioni, le mancanze che qualunque organizzazione viva commette ogni giorno, questo genera la percezione dei nostri pazienti di essere al centro delle nostre attenzioni.

Ma che cosa significa, concretamente, “centralità dell’individuo”?

Se parliamo di dipendenti e collaboratori, per noi significa:

  • Valori aziendali e uno scopo alto condivisi e perseguiti da ciascuno.
  • Stessa importanza di competenze e capacità tecniche, come di soft skill e qualità etiche ed umane.
  • Contratti chiari e regolari, senza applicazioni “fantasiose” e con retribuzioni adeguate e puntuali.
  • Obiettivi sfidanti e risultati condivisi attraverso un sistema premiante equo.
  • Pari opportunità per ciascuno, nessuno escluso e valore concreto alla meritocrazia.
  • Attenzione alle esigenze anche familiari e di vita del singolo.
  • Ascolto.
  • Nessuna coercizione o forme di controllo fini a se stesse.
  • Un ambiente di lavoro amichevole dove si affrontano problemi e opportunità con il sorriso sulle labbra.
  • Formazione continua di tutto il personale.

E dunque, quando parliamo di “persone al centro”, non serve dirlo, serve creare e mantenere i presupposti per farlo. Non può essere lo slogan di un marketing che funziona, ma un punto di partenza irrinunciabile sul quale costruirlo.

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