L'importanza dell'asset allocation strategica e il suo impatto sui rendimenti e sul profilo di rischio
Il premio Nobel per l’economia Harry Markowitz, ideatore della frontiera efficiente, ha dimostrato che la combinazione di diverse classi di attivo tra loro poco correlate aumenta il rendimento complessivo del portafoglio senza accrescere il rischio.
O, se preferite, riduce il rischio in corrispondenza di un determinato livello di rendimento. L’asset allocation strategica è il processo con cui si combinano diverse asset class attribuendo un peso corretto ad ognuna di esse con il fine di realizzare un portafoglio redditizio nel lungo periodo.
Il punto di partenza sono le classi di attivo, o attività finanziarie, o “investibles“. Queste rappresentano l’ingrediente principale di qualsiasi strategia di investimento. In breve si tratta di :
L’allocazione delle risorse tra le diverse alternative disponibili non dipende dalla previsione circa il futuro andamento del mercato. Essa, invece, si basa su tre aspetti fondamentali.
1) Obiettivi di investimento
Tanto più il traguardo che vogliamo raggiungere richiede un elevato tasso di rendimento, tanto maggiore dovrà essere il rischio che dobbiamo correre per massimizzare la probabilità di avere le risorse necessarie ad ottenere tale obiettivo.
2) Tolleranza al rischio
La propensione al rischio esprime la capacità economica e psicologica di un investitore a sopportare perdite temporanee con lo scopo di ottenere un guadagno finale soddisfacente. Tanto più un soggetto è disposto a rischiare tanto più volatile dovrà essere la composizione del portafoglio.
3) Orizzonte temporale
Di solito il trascorrere del tempo riduce la rischiosità di un investimento finanziario. A parità di altre condizioni, tanto più lontano è il momento in cui si avrà bisogno di un capitale da spendere tanto più aggressiva dovrà essere la sua allocazione.
Asset allocation strategica e tattica
L’allocazione strategica dipende dai parametri che abbiamo visto e si basa sulle leggi fondamentali della finanza. La più importante di queste afferma che su un orizzonte temporale di almeno dieci anni un paniere di azioni globali ha ottime probabilità di rendere più di ogni altra alternativa.
Si tratta, quindi, di costruire un portafoglio che segua alcune semplici regole che vedremo nel prosieguo di questo articolo. Tuttavia la scelta di attribuire un certo “peso” ad una classe di attivo non risente delle previsioni circa il futuro andamento del mercato.
L’asset allocation tattica, invece, consiste nel variare i pesi rispetto alla ripartizione strategica al fine di migliorare il rendimento complessivo in un certo contesto di mercato. Se, ad esempio, si ritiene che l’azionario statunitense sia sopravvalutato si potrà ridurne temporaneamente il peso rispetto a quanto previsto inizialmente.
Analogamente si potrà scegliere di aumentare la quota di liquidità, se si pensa che ci possa essere uno storno a breve termine.
L'impatto della strategia sui rendimenti
La ripartizione del patrimonio tra diverse classi di attivo nel lungo periodo determina il 90% dei rendimenti ottenibili. Per questo una corretta impostazione strategica del portafoglio è così importante.
L'asset allocation strategica determina il profilo di rischio e rendimento. I rendimenti dipendono in larga misura dall’asset mix in un portafoglio a lungo termine.
Fonte: Vanguard - Lifestrategy ETF Presentation - 2022
Un ormai famoso studio di Brinson, Hood e Beebower, pubblicato nel 1986, con riferimento ai rendimenti di 91 fondi pensionistici statunitensi dal 1974 al 1983, ha rilevato che circa l'80% della varianza dei rendimenti deriva dall'asset allocation strategica. Da allora numerosi studi, con riferimento a periodi e tipi di fondi diversi, sono giunti a conclusioni analoghe.
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Fonte: Vanguard - The Global Case for Strategic Asset Allocation
In uno studio basato sui rendimenti mensili di 743 fondi bilanciati britannici da gennaio 1990 a settembre 2015 che ha raggiunto una conclusione simile si consiglia di consultare l'articolo della Vanguard Research ''The global case for strategic asset allocation and an examination of home bias'' che in sintesi ha confermato come la strategia spieghi gran parte del rendimento di un portafoglio nel medio-lungo periodo.
L'Asset allocation tattica si basa sulla presunta capacità del gestore di un fondo di realizzare un'extraperformance rispetto al mercato selezionando i momenti di entrata e uscita dal mercato in maniera efficiente. Tale aspetto viene definito in gergo finanziario ''market timing'' e rappresenta la possibilità di entrare nel mercato individuando le fasi di discesa dei prezzi per poi uscire quando questi raggiungono dei massimi relativi.
I dati storici dell'andamento dell'indice Standard & Poor 500 dal 1980 mostrano come i migliori giorni di negoziazione sono avvenuti in periodi in cui l'indice ha chiuso in ribasso. Viceversa gran parte dei peggiori giorni di negoziazione si sono avuti in anni con rendimenti totali positivi.
Fonte: Vanguard - Lifestrategy Presentation
E' evidente empiricamente come ricercare rendimento da un'attività di market timing è decisamente più complesso e rischioso che preoccuparsi piuttosto di fissare una strategia corretta e mantenere l'asset allocation definita all'inizio della creazione del portafoglio attraverso un'attività di ribilanciamento.
L'impatto dei costi
Analizzando l'andamento di un portafoglio modello nel tempo si vede come su un periodo di 30 anni una variazione del profilo di costo anche solo dell'1% degli strumenti che lo compongono determina, a parità di altre condizioni, una montante finale completamente diverso.
Per effetto della capitalizzazione composta dei flussi finanziari e visto quanto detto sopra sulla capacità di ottenere un rendimento aggiuntivo rispetto al mercato, è molto più ragionevole concentrarsi sulla selezioni di strumenti che rappresentino in maniera corretta il profilo di rischio ricercato dall'investitore e che abbiano una struttura di costo efficiente e che possa dare un vantaggio nel lungo periodo attraverso la crescita della componente azionaria.
La necessità del ribilanciamento
Fonte: Vanguard 2022
Il grafico sopra mostra come il mancato ribilanciamento, che consiste nell'attività di mantenere costanti i pesi delle componenti principali del portafoglio (azionaria e obbligazionaria), determini per l'investitore un cambiamento di profilo di rischio per effetto della crescita della componente azionaria nel tempo.
Le variazioni dell'esposizione azionaria di un portafoglio ribilanciato e di un portafoglio non ribilanciato rispetto all'allocazione obiettivo mostrano come sia fondamentale intervenire per riequilibrare i pesi delle asset class per evitare di incorrere in un'esposizione al rischio e quindi a possibili perdite superiori a quelle tollerabili dall'investitore.
Volendo analizzare cosa sarebbe accaduto all'investitore nel portafoglio non ribilanciato se avesse venduto le azioni dopo il crollo del 2008 e avesse investito l'importo così generato in obbligazioni o liquidità si può guardare il grafico seguente.
Fonte: Vanguard 2022
E' evidente che sulla base di una situazione di mercato in forte ribasso e sopratutto di impossibilità di prevedere il recupero, i rendimenti sarebbero stati ben diversi rispetto a quelli di un portafoglio che mantiene la sua allocazione ottimale sulla base del profilo di rischio tollerabile dall'investitore.
Conclusioni
L'analisi delle serie storiche di numerosi portafogli d'investimento evidenziano l'importanza della definizione di una strategia corretta in termini di allocazione dei pesi delle componenti del portafoglio, in particolare di quella azionaria e obbligazionaria e suggeriscono di focalizzare l'attenzione su quegli strumenti che più di altri hanno un profilo di rischio-rendimento allineato a quello ricercato e caratteristiche di efficienza nella struttura dei costi, nel grado di diversificazione e di liquidabilità. Oggi più che mai, in un contesto di mercato complesso a causa di numerosi fattori geopolitici che contribuiscono a rendere l'analisi sulle prospettive molto difficile, la scelta di una strategia semplice e che sia mantenuta nel tempo diventa a mio avviso fondamentale per ridurre sensibilmente quelle aree emotive che possono indurre l'investitore ad apportare azioni correttive sul portafoglio che hanno quasi sempre un effetto negativo sui rendimenti di lungo periodo. Una buona strategia deve essere in grado di garantire all'investitore di gestire al meglio i momenti di turbolenza dei mercati e di puntare ad un rendimento da costruire nel tempo con disciplina e pazienza.