L’intelligenza emotiva secondo Daniel Goleman: una chiave per il successo!
Fonte:3W.psicologiaok.com

L’intelligenza emotiva secondo Daniel Goleman: una chiave per il successo!

La leadership è, all’interno della vita professionale e organizzativa, una variabile di “snodo” perché si colloca sul confine tra due dimensioni: quella strutturale (obiettivi, metodi e ruoli istituzionali e informali) e quella funzionale (processi, clima, relazioni).

In questo senso la leadership in un gruppo di lavoro svolge un’importante funzione di equilibrio tra membership e groupship; per questo si può affermare che il leader è anzitutto un professionista specialista di relazioni.

Relazioni che sono alla base dei processi di innovazione, tanto più quando essi si configurano come veri e propri cambiamenti culturali, generati dalla capacità degli individui, come loro insieme, di influenzare i sistemi di appartenenza. In questa prospettiva il poter influenzare i sistemi, per renderli più adeguati alle esigenze dei Clienti e del contesto, rappresenta un’espressione di democrazia, perché ognuno, in varia misura, è coinvolto ed è responsabilizzato nel rinnovamento. A partire da questo assunto si sviluppa la necessità di passare da stili di leadership fortemente accentranti e di controllo, a stili di leadership decentrati e relazionali.

L’idea di una leadership di servizio o servant leadership (SL) viene teorizzata per la prima volta negli anni ‘70 in America; il suo precursore, Robert K. Greenleaf (1977), sosteneva che la SL si realizza quando il leader assume una posizione di servizio nelle relazioni con i propri colleghi, quando vengono anteposti ai propri interessi personali gli interessi degli altri del gruppo. Il servant leader (SLr) si configura come capace di empowerment, cioè capace di investire e lavorare su se stesso per rendere gli altri in grado di fare il loro meglio, capace di incoraggiare la reciprocità, la collegialità, il sostegno e l’apprendimento sociale. È però indiscusso che sia la SL, sia l’innovazione sono più facili da teorizzare che da realizzare.

Comprendere, pertanto, come concretizzarla nella pratica e, in particolare, nel panorama italiano, diviene una necessità professionale e sociale che può essere sviluppata solo attraverso un lavoro di confronto tra professionisti interessati all’innovazione dell’organizzazione.

E voi cosa ne pensate?


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