LO SVILUPPO CORRE SU STRADA. MA L’ITALIA RESTA AL PALO

LO SVILUPPO CORRE SU STRADA. MA L’ITALIA RESTA AL PALO

l luogo di lavoro più pericoloso è la strada con più di 80mila incidenti all’anno. Ma chi si certifica ISO 39001 riduce il rischio sinistri e crea progresso.

 «Il secondo è il primo degli ultimi», lo diceva Enzo Ferrari. Lo penso io quando guardo la mappa degli incidenti stradali in Europa. L’Italia non è all’ultimo posto, ma non è nemmeno tra le prime. Quindi, siamo «tra i primi degli ultimi». Come al solito.

Desidero ardentemente una cosa: quando scriverò il prossimo articolo sulla sicurezza stradale, vorrei poter scrivere: «Siamo i primi. Siamo campioni in sicurezza». Lo dobbiamo ai nostri lavoratori e alle famiglie di chi ha perso un proprio caro a causa di un incidente stradale. 

«Per andare forte non ci vogliono i freni»

Lo diceva sempre lui, Ferrari. Attenzione, non è invito ad andare forte in auto, ci mancherebbe. È un invito ad andare forte, a non usare i freni, quando pensiamo allo sviluppo del Paese o di una impresa. Non bisogna usare i freni quando in gioco c’è la sicurezza delle persone. È stato questo l’atteggiamento dei grandi imprenditori, quelli che hanno reso importante l’Italia. Uno spirito che abbiamo smarrito, preoccupati come siamo alla prudenza dovuta al guadagno facile.

Eppure gli strumenti non ci mancano. Le certificazioni sono un supporto fondamentale per chi vuole raggiungere risultati duraturi. Scrivendo di sicurezza stradale, la ISO 39001 rappresenta uno strumento prezioso per chi vuole realizzare strade come luogo di sviluppo e non di morte. 

Strade e uomini

In una intervista a Cesare De Agostini, Enzo Ferrari diceva: «Le fabbriche sono fatte di uomini, poi di macchine e infine di muri con o senza marmi». Se la parola «fabbriche» la sostituiamo con «strade», il risultato non cambia. «Le strade sono fatte di uomini», è questo ciò che dovrebbe guidare politici, burocrati e imprenditori quando decidono di investire denaro per la realizzazione o la ristrutturazione di vie e ponti.

Ma qualcosa si sta muovendo. In Sicilia, ad esempio, grazie alla ISO 39001, sono stati introdotti dei nuovi guardrail. Il risultato? Nel primo semestre 2018 gli incidenti sono comunque aumentati del 20%, ma sono diminuiti del 18% gli incidenti mortali dei motociclisti. Non sono aumentati gli incidenti mortali degli automobilisti. Ecco quindi che, al netto dell’imprudenza dei conducenti, creare un sistema di gestione del traffico stradale, finalizzato a ridurre morti e infortuni gravi, produce effetti più che positivi. Nicola Dinnella, responsabile del settore Barriere di sicurezza dell’Anas, ha annunciato che l’obiettivo della Società è di arrivare a 600 Km protetti dalle nuove barriere entro il 2021.

Di contro, però, dal versante opposto dello stivale, nella provincia di Pavia, gli incidenti sono in aumento e così anche le vittime. «Occorre effettuare interventi strutturali per ridurre gli incidenti e proteggere i motociclisti», ha detto Bruno Donno del Centro governo e monitoraggio sicurezza stradale di Regione Lombardia. Già, interventi strutturali. Leggi cosa diceva Enzo Ferrari nel 1980: «Quante vite umane e quanti miliardi di danni è costato il decennio di ritardo nel dotare le già anguste autostrade nazionali delle barriere di guardrail antisalto di carreggiata». Già nel 1980 si parlava di decenni di ritardo. Mi chiedo quanto ancora dovremmo aspettare per comprendere che lo sviluppo passa attraverso le cose fatte per bene?

Al momento la situazione è questa: All’Inail, nel 2017, sono state presentate quasi 600mila denunce di infortunio sul lavoro, 945 con esito mortale. Sono state 49.760 le denunce per malattie di origine professionale. Gli incidenti avvenuti nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro sono stati ben 80.599. In sintesi: il luogo di lavoro più pericoloso è la strada. 

Cosa puoi fare oggi?

Se credi che la strada e, quindi, il viaggio sia uno strumento di sviluppo e non di condanna, CHIAMAMI. Parleremo di risorse umane, di futuro e di come ridurre rischi e costi per la tua azienda e per i tuoi dipendenti.

Nunzio Morrone

Fonda Dimitto nel 2006, crede che le certificazioni siano lo strumento per ridurre sprechi e creare progresso. Quando non lavora ama farsi spiegare dai figli come utilizzare al meglio lo smartphone.

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