Intelligenza artificiale e parità di genere: la svolta è vicina
Ecco perché le certificazioni aiutano a gestire i fenomeni che cambieranno per sempre il mondo del lavoro e il modo in cui interpretiamo la realtà.
Siamo vicini a un punto critico. Una volta superato non torneremo più indietro. La cosa ci riguarda da vicino, perché ha a che fare col futuro del lavoro. Ma anche con gli strumenti che oggi usiamo abitualmente e con la mentalità che guida le nostre azioni.
Ma prima chiariamo cos’è un punto critico: è quel momento in cui, sommando una serie di cambiamenti, otteniamo un cambiamento qualitativo che cambia tutto il gioco.
Di cambiamenti quantitativi ne stiamo avendo a bizzeffe: pensiamo allo smart working, alla sostenibilità, al work life balance eccetera. Si tratta di fenomeni che, di per sé, non modificano più di tanto il modo di lavorare, ma sommati ridisegnano il mondo del lavoro, fino a modellare aspetti più intimi come la cultura aziendale di una determinata impresa.
In quest’ottica le certificazioni permettono di preparaci al futuro, perché aiutano a lavorare su tutti i cambiamenti quantitativi che, molto presto, ci porteranno a quel cambio qualitativo di cui parlavo all’inizio.
Sono fenomeni anticipatori, predittivi di cosa sarà la realtà, perché parliamo di rivoluzioni già in atto, anche se non ancora complete.
In particolare sono due i cambiamenti di cui vorrei parlarti: la parità di genere a l’intelligenza artificiale. Perché proprio questi due e, soprattutto, che legame hanno?
Il legame è quello emerso dal Position Paper Intelligenza artificiale e lavoro femminile: verso una nuova era di inclusione ed equità, presentato durante il G7 Lavoro a Cagliari.
Ho scelto proprio questi due temi perché influiranno in modo profondo sul lavoro e sulla società.
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Il Paper mi ha colpito per le conclusioni che se ne traggono. Così Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Central Mediterranean: «L'AI potrebbe migliorare le condizioni di lavoro delle donne, riducendo il divario di genere, rendendo i processi di assunzione più inclusivi, personalizzando la formazione professionale e garantendo maggiore equità retributiva».
Non prendo per oro colato queste conclusioni e le uso per fare un paio di riflessioni: già ora è possibile intravedere l’incontro di mondi che si credeva non potessero esistere e che, soprattutto, non si pensava potessero avere un legame. Alzi la mano chi ha immaginato che l’IA potesse aiutare a ridurre la parità di genere…
E poi, se l’intelligenza artificiale può aiutare in tal senso, dipende da noi, cioè dai nostri valori, dal senso che diamo alle cose, ma anche dalla nostra preparazione. In caso contrario i risultati potrebbero essere nefasti facendoci trovare, senza accorgercene, tagliati fuori da chi sta decidendo al posto nostro.
Dimitto sta lavorando molto per arrivare nel migliore dei modi al superamento del punto critico. Lo facciamo con l’obiettivo di costruire un mondo migliore, il mondo che immaginiamo.
Abbiamo messo in campo diversi strumenti e altri ne arriveranno. Intanto ti lascio due link, così da poter trovare gli strumenti che ritieni più utili per costruire il tuo futuro:
Ciao
Nunzio