L'Obiettivo è fare ed è solo tangibile
Se chiedessimo a un impiegato del catasto di Cefalù, sicuri di non interloquire con un alpinista affermato, di scalare il K2 perché deve volerlo e crederci ardentemente, sicuramente otterremmo dei pessimi risultati, una catastrofe.
Nel breve periodo probabilmente un "no" secco, nel medio termine un pessimo e goffo tentativo di suicidarsi. L'obiettivo è fattibile per molti, ma non per la nostra risorsa. Perché preventivamente affermare una sconfitta? Si tratta di pessimismo? Scarsa propensione a dare fiducia? La risposta concreta e obiettiva è no.
Un obiettivo deve essere contestualizzato altrimenti è solo una suggestione.
Non è un obiettivo senza la misurazione di, risorse, strumenti, tempistiche, contesto, variabili e motivazioni. Tutte sorgenti vitali per arrivare a costruire un successo. Sottovalutare un solo aspetto, oppure enfatizzare e quindi sopravvalutarne un altro, può essere catastrofico per l'intera missione. Non basta affidarsi al coraggio, la volontà personale e peggio ancora alla provvidenza. Così non si arriva mai al traguardo giusto. Ogni singola persona ha i propri obiettivi. Ognuno può raggiungere dei traguardi, ma necessitano di un percorso personalizzato. Ambiziosi certamente, ma contestualizzati.
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Trascinare, spingere, motivare, termini spesso inflazionati e contenitori di responsabilità poco congrue con la realtà. Non basta pretendere il massimo, occorre lavorare a una scalata. Conoscere e misurare, persone e fattori, per lavorare a una missione. Sono i maratoneti a insegnarci il valore del successo, con la metafora del successo personale diverso da quello della manifestazione in sé. Un atleta che migliora il proprio tempo significativamente, non è meno vittorioso di chi sale sul podio. Ogni successo è contestualizzato. Infatti un atleta difficilmente può migliorare di 1 ora la propria prestazione sulla distanza simbolo dei giochi olimpici. Vale anche per il campione, il quale allena i dettagli per migliorarsi. Lavora al centesimo, elemento determinante per il traguardo successivo.
Il "fare" dunque è strettamente collegato a un totale riconoscimento del proprio status. Chi affianca una risorsa deve conoscere le regole del ruolo, aiutare a misurare e valutare con pragmatismo i passi, uno per volta, di un percorso chiaro e definito. L'aspetto motivazionale si nutre, ma non si tira fuori da un cilindro. L'esaltazione non è sempre positiva, anzi spesso è deleteria. Facilmente si può precipitare dalle stelle alle stalle senza struttura. Il singolo passo è come un cancelletto d'accesso, dove ogni apertura è una crescita coerente e finalizzata. Sono i passi a descrivere il lavoro in crescita. La motivazione prende forma e va rimarcata in questo passaggio. Attribuire un "valore" meglio se numerico a un passaggio, aiuta a concretizzare il buon lavoro. Saltare i passaggi può essere fonte di disturbo e soprattutto un probabile schianto. Meglio crescere rispettando le tempistiche. Accelerare solo se tutti i fattori, i trend in primis, dimostrano la fattibilità. Metodo e umanità, due contenitori imprescindibili per chi lavora con altre risorse. Una risorsa strutturata ha un metodo per percorrere la strada verso il successo e motivarsi passo dopo passo.
Chi affianca può solo aiutare a restare all'interno di quel percorso.