L'uomo che mostrò al mondo come atterrare su una portaerei
Pur essendo il mese d’agosto, soffia deciso e poco più che tiepido il vento che muove le creste del mare che lambisce le punte più occidentali dell’isola di Albione, e si infila fischiante tra le Orcadi che proteggono la Grand Fleet britannica. Al largo della baia di Scapa Flow, sul ponte della portaerei HMS Furious, tutti gli avieri del 1′ Sqd. del Royal Navy Air Service si tengono tengono stretti i loro berretti bianchi fregiati d’aquila e corona per non lasciarli volare via. Una fila di eleganti blazer blu dai bottoni d’oro, uniforme voluta dalla Regina Vittoria per tutta la sua marina dopo averla vista indosso all’equipaggio nella HMS Blazer 50 anni prima, rivolge il suo sguardo fremente d’attesa nel cielo terso, dove un Sopwith Pup (il N6452) appena decollato dalla medesima nave taglia l’aria, e avvicinandosi da poppa, tenta per la prima volta nella storia dell’aviazione una manovra che resterà nell’epica: atterrare su una nave in movimento.
A tentare l’esperimento è lo Squadron Commanders Edwin H. Dunning, comandante del gruppo di volo della Furious e pilota di grande esperienza. La portaerei naviga a 26 nodi, il vento di prora soffia a 26 nodi e il Sopwith del comandante Dunning scende all’equivalente di 47 nodi. E’ il 2 agosto nel 1917, i Sopwith destinati all’aviazione imbarcata della RNAS non sono versioni navali, sono comuni caccia monoposto utilizzata dal RFC all’inizio del conflitto, e non prevedendo quindi nessun gancio d’appontaggio o sistema d’arresto. Quello in questione è stato dotato da Dunning di diverse cime però, che legate nei punti più adatti dovrebbero fungere da appiglio per gli avieri che lo attendono sul ponte. La nave corre tra le onde, il Sopwith dietro a lei, supera il castello di poppa, rallenta, beccheggia, scende, rolla, le piccole gomme del Pup rimbalzano sul ponte, gli ufficiali lo rincorrono e provano ad aggrappassi, i cappelli alati volano nel vento, qualcuno con una mano trattiene il berretto alla testa e con l’altra afferra duro la fune per trattenere il suo comandate, l’aereo frena. Si ferma. E.H. Dunning è scosso, si volta e sorride. Ha dimostrato che è possibile. È un pioniere, una leggenda, è il primo uomo ad atterrare su una portaerei in movimento.
La possibilità di decollare da una portaerei e di potervi ri-atterrare apre così un’infinità di scenari per le operazioni aeronavali future. In quel periodo il gruppo di volo della HMS Furious, parte del 1’CS, svolgeva per lo più missioni di pattugliamento per intercettare sommergibili tedeschi e ricognizione costiera per poi riatterrare in basi lungo la costa, ma allora, se la tecnica fossa stata perfezionata, avrebbe potuto finire col prevedere missioni offensive e di recupero.
Cinque giorni dopo il successo raggiunto, Dunning decollò nuovamente dal ponte della Furious per tentare il secondo e un terzo esperimento. Al momento del terzo appontaggio una raffica di vento al traverso lo sorprende da babordo, il Pup, che pesa appena 500 chili, viene sbalzato sul ponte. L’impatto fa scoppiare una gomma del carrello, l’aereo sbanda irrecuperabilmente a dritta e cade in mare. Il comandante Dunning sviene durante l’impatto e annega nell’abitacolo. Viene ripescato poco dopo con i resti del suo piccolo biplano da caccia.
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Edwin Dunning, di Bradfield nell’Essex, viene insignito della DSC, la Distinguished Service Cross, dedicata “..al coraggio mostrato nelle operazioni contro il nemico in mare". Alla sua memoria verrà istituita la Dunning Memorial Cup: premio assegnato ogni anno all’ufficiale che più di tutti ha contribuito al futuro dell’aviazione in mare.
Nonostante la dimostrazione di Dunning, quando l’anno seguente dalla HMS Furious viene lanciato il primo attacco aereovale della storia: una squadriglia di Sopwith Camel che bombarderanno la base Zeppelin di Tønder, i piloti vengono fatti ammarare vicino alla portaerei, o fatti dirottare su basi sulla terra ferma. Era il 19 luglio del 1918. Alla fine della primo conflitto mondiale, le portaerei subiscono evidenti modifiche: vengono rimosse le torri da poppa per facilitare l’appontaggio, progettati cavi d’aggancio che frenino l’atterraggio degli aerei imbarcati, ali ripiegabili per accoglierne un numero maggiore, catapulte di lancio e tutto ciò che la moderna tecnologia oggi è arrivata a mostrarci. Il sacrificio di Dunning, indubbio pioniere dell’aviazione, portò ai fini della guerra un’innovazione dal punto di vista strategico più che memorabile. A dimostrarlo saranno le sorti di battaglie come Pearl Harbour, Midway, o la caccia alla Bismarck. Azioni aeronavali che hanno cambiato il corso delle guerre e della storia, e che insieme a nomi di uomini e vascelli, riecheggiano nell’eternità.
D.B. , un vecchio articolo