Maestra Silvia Romano,ora racconto suo coraggio
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ANSA-BOX/ Maestra Silvia Romano,ora racconto suo coraggio
'Avevo promesso a madre che avrei parlato solo quando liberata'
MILANO
(di Gioia Giudici)
(ANSA) - MILANO, 09 MAG - "Avevo promesso alla mamma che avrei parlato solo al momento del ritorno a casa di Silvia e oggi posso farlo" dice Paola Zanni, la maestra delle elementari di Silvia Romano, che oggi ha condiviso con i suoi alunni il suo ricordo della 25enne rapita in Kenya il 20 novembre del 2018 e liberata ieri.
"Non ho parole, è una grande gioia" dice la maestra del Trotter, la scuola all'interno del parco a fianco di viale Monza, dove Silvia ha frequentato la primaria e che l'ha ricordata con un girotondo nel primo anniversario del rapimento. "I bambini sapevano che Silvia aveva frequentato la nostra scuola e avevo preparato una testimonianza su di lei, ma poi - racconta la maestra - un giorno ho incontrato la madre e le ho fatto una tacita promessa: "parliamo di Silvia solo quando torna a casa".
Oggi, finalmente, Paola - dimessa da poco dall'ospedale dove è stata ricoverata per il Covid - ha finalmente potuto mettere su classroom il suo ricordo della piccola Silvia. "La sua scelta di vita, generosa e coraggiosa, spingeva i nostri piccoli alunni ad immaginare una bambina con la mano sempre alzata per denunciare ingiustizie, pronta ad intervenire in ogni situazione
… Insomma, una bambina esuberante che non si fermava davanti a niente e a nessuno … Invece no, Silvia non era affatto così, e noi lo possiamo dire, perché siamo state le sue maestre. Silvia era una bambina molto riservata, che parlava poco e per di più con un tono molto basso. Era brava a scuola, sempre attenta e ordinata; gentile con i compagni".
C'è un episodio però che la maestra ha voluto portare a esempio: una merenda condivisa, ma organizzata secondo le percentuali della distribuzione delle risorse alimentari nel mondo. Tra chi difendeva le sue briciole e chi si lamentava "Ci fu però un piccolo gruppo, e questo noi maestre ce lo ricordiamo bene, che in un angolino, divideva il pane appena ricevuto con i compagni che non ne avevano, con la naturalezza di chi ha già deciso da che parte stare. Tra loro - ricorda - c'era Silvia, una bambina timida, che non amava mettersi in mostra o farsi notare. Una bambina semplicemente buona, che amava vedere sorridere chi aveva intorno".
"Poi Silvia - è la riflessione della sua maestra - è diventata grande e di nuovo ha scelto da che parte stare, con la generosità e la forza dei suoi vent'anni, ma con la stessa semplicità di quando era bambina". (ANSA).
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