"Mai all'altezza", ma sempre col sorriso: Veronica Pivetti si racconta a Letti di Notte
A dispetto delle prime parole che recita nel suo nuovo libro, in cui sostiene di essere proprio “fortunata”, Veronica Pivetti non sembra essersi scrollata di dosso lo stereotipo di “inadatta”. «È un imprinting che non sono proprio riuscita a eliminare, ma che mi ha permesso di lavorare molto sulla mia persona e recuperare il tempo perso» ribadisce la stessa Pivetti.
Nella sua seconda opera edita da Mondadori dal titolo “Mai all’altezza”, l’ospite numero uno dell’edizione 2019 di “Letti di notte”, cinquantaquattrenne attrice e regista milanese, trapiantata a Roma, accoglie il pubblico di Carmagnola, ironizzando sul tempo: «Nella capitale c’erano duecento gradi, a Torino ho visto invece acqua per terra e patito freddo…».
Una caratteristica quella dell’ironia che la contraddistingue da sempre, una valvola di sfogo, la chiave per affrontare momenti difficili e situazioni di sconforto: «Anni fa ho conosciuto la depressione, una vera e propria malattia, ma non mi sono arresa. Sono anche sopravvissuta all'incendio della mia abitazione a Roma. Ho perso tutto, ma non ho pianto molto. Da quel momento sono rinata, ho ricostruito la mia vita e mi sono data da fare. Ho vissuto l’incendio come un momento catartico, che mi ha dato una grande spinta per andare avanti».
Di indole umile, la Pivetti si definisce una persona emotiva e senza filtri: «Viviamo in un mondo in cui la tecnologia e i telefoni stanno lentamente distruggendo i veri rapporti umani, in cui la naturalezza e la spontaneità non esistono quasi più. Rimpiango i tempi in cui per parlarsi usavamo le cabine telefoniche e i vecchi gettoni. Le chiamate si interrompevano, la linea era spesso disturbata. Questo ci costringeva ad avere un contatto diretto con le persone, reale. Oggi non sappiamo più usare il corpo per comunicare. Dobbiamo tentare di recuperare qualità primordiali che purtroppo abbiamo perso, senza rischiare l’isolamento con lo schermo di un pc o di un cellulare».
Comunicatrice a tutto tondo, attrice e ora anche scrittrice, Veronica Pivetti parla del suo libro col sorriso sulle labbra: «Ho proseguito con la scrittura perché la reputo un’arma vincente. La scrittura mi ha concesso e mi concede di dire la verità, di ironizzare su me stessa e raccontarmi. Inoltre, mi ha fatto conoscere un pubblico appassionato, cui tengo molto, oltre ad avvicinarmi ancora di più a quelle poche persone che considero veramente amiche».
Inevitabile il richiamo alla sorella, Irene, con cui Veronica ha un rapporto speciale, di stima e affetto: «Io e mia sorella siamo molto diverse. Quando eravamo piccole non avevamo molto da dirci. Crescendo ci siamo riscoperte e siamo diventate amiche. Ricordo i momenti del tè preso con lei, sempre più lunghi. Sono attimi formativi, che richiamo con gioia, anche a distanza di anni. Non chiudiamo le porte a chi ci vuole bene. Sono ciò che di più caro abbiamo nella vita».
Infine, tra i tanti momenti esilaranti della sua giovinezza, Veronica ricorda l’insolito regalo del primo fidanzato a 19 anni - una pastaiola - e la sua passione per i cani: «Adoro i cani. Non potrei vivere senza il mio bellissimo Orzo, un cagnolino vivacissimo».
A rimanerle impresso tra i regali ricevuti dal partner dalle donne carmagnolesi la motozappa del sindaco Ivana Gaveglio. «Qui a Carmagnola è bellissimo, si regalano solo fiori e motozappe!» afferma con stupore l’attrice, che tra selfie e firma copie finali ha ringraziato il numeroso pubblico presente, rinnovando l’appuntamento al 2020, con il prossimo libro a tema erotico-comico.
Sara Giraudi & Cristiano Sabre