Malattia o conoscenza?
Sempre più spesso mi trovo a comprendere meglio i miei pazienti dei miei colleghi. Questa però non è una novità, mi è sempre successo. Da un po' di tempo invece mi capita qualcosa di ancora più straordinario: i miei pazienti sembrano capirmi meglio di molti altri. Ora: non credo di essermi ancora ammalato, almeno non secondo i criteri del DSM-5. È possibile invece che il disagio psichico, in quanto squilibrio relazionale, sia una forma di conoscenza profonda, un grande esperimento biologico e culturale che mette alla prova l'equilibrio deli "altri", cioè dei cosiddetti sani? Se è così, chi si arrocca sulla difesa del proprio equilibrio psichico, si vede preclusa la scoperta di un'importante fetta di realtà. Quindi ci vuole un po' di squilibrio, almeno ogni tanto, per essere dei buoni terapeuti. Come dice una persona che ci capisce parecchio: bisogna anche un po' ammalarsi con i nostri pazienti, per essere terapeutici.