Il nuovo, nelle pieghe dello stesso

Il nuovo, nelle pieghe dello stesso

Vi è mai capitato di scoprire che, in una relazione "passata", qualcuno abbia scelto una "nuova persona" al vostro posto che, in qualche, modo vi "somiglia"?

Jacques Lacan chiamerebbe questa logica di ripetizione un vero e proprio sintomo isterico, nella misura in cui, la persona che opera la "sostituzione" non riesce a capacitarsi della perdita e, pertanto, ha necessità di ripetere nella sua vita quello che non ha potuto continuare a costruire con voi (qualunque sia la ragione).

Cercano "lo stesso, nelle pieghe del nuovo".

E spesso, lo fanno di proposito.


A me è capitato diverse volte.

Quando mi capita, guardo queste dinamiche con tenerezza e, onestamente, con grande compassione.

Perché?


In primis, perché la "nuova" persona purtroppo è ignara della danza relazionale in cui è stata coinvolta. Entrambe le persone vivono una relazione fantasmatica, per elaborare un legame simbolico interrotto per qualche motivo. Solo che una delle due persone è inconsapevole... e non è triste, sinceramente?

Poi, perché vedo in chi ripete dinamiche vecchie una persona infelice. Vedo una persona incatenata in logiche antiche, dalle quali non riesce ad uscire.

E questo suo non essere creativo/a verso nuovi pattern relazionali significa, forse, che quel legame non avrebbe potuto avere altro da offrirvi comunque...


In molti provano rabbia e sofferenza nel vedersi "sostituiti"... ed è comprensibile.

Pensiamoci.

Con la "nuova persona" usano i nostri codici, il nostro linguaggio segreto...

Condividono con altri la cifratura intima e unica del nostro rapporto...

Questo, per molti, è il più grande tradimento del segreto relazionale.

Perché si può tradire in molti modi, ma il tradimento dell'unicità del legame è uno dei più dolorosi.


Ci vedo, in queste dinamiche "sostitutive", dei comportamenti sempre poco sani.

Quando succede mi chiedo: davvero ne sarebbe valsa la pena continuare ad investire nel legame con quella persona?

In linea di massima, la risposta che mi do è sempre "no".

Perché certe chiusure sono doni. A blessing in disguise.

Solo che per un po' non lo sai.

Perché devi accorgerti di queste dinamiche.

Devi capire cosa non hai visto (di te e dell'altra persona) ed essere consapevole di quello che accade.

Senza giudicare, solo osservare.

Non condannare sé stessi e gli altri perché qualcosa non è andato, ma imparare con gratitudine e fiducia, aprendosi verso nuove possibilità.

Senza cedere al "poverty mindset" (es. quella persona è unica, senza di lui/lei non vivoooh!)


Certe cose le impari anche quando la Vita ti fa il Dono di incontrare persone che sanno cosa sia il rispetto, l'affetto, la sincerità.

Sono persone che non hanno bisogno di rendere tutto patetico (da pathos, patire, quindi passione). Perché il loro fine principale è stare bene. Con te e senza di te.


Per ricevere questi doni, bisogna incenerire il vecchio e aprire il cuore al nuovo.

Quindi il rinnovamento deve partire da te. Aprirsi nonostante la chiusura.

Nella società moderna, ci sono molti cuori chiusi. C'è diffidenza. Disillusione.

Le persone vendono i propri valori per pochissimo.


Ma c'è anche tanto altro... tanta bellezza d'animo e cuore.

Non amo chi si lamenta. Chi mette etichette sugli altri. Sono per l'apprendimento trasformativo. Impara e vai avanti.

Non inseguo chi scappa. Non perdo tempo con chi compare e scompare. Perché quel tempo onestamente non ce l'ho.

Non mi piacciono le persone tossiche verso il corpo, la mente, lo spirito e la società. Verso sé stessi e gli altri.

Di queste dinamiche dovremmo essere coscienti... perché talvolta possono albergare anche dentro di noi.

Per questo la consapevolezza è importante. Così come il perdono. Così come l'osservazione senza giudizio.


Sono per un Rinascimento dell'Umanizzazione.

Sono dalla parte di chi vuole costruire, di chi i legami li sa celebrare.

Sono dalla parte di chi sa esserci. Di chi non scappa dai propri sentimenti.

Sono dalla parte di chi conosce sé stesso, perché ha imparato ad abbracciare la propria notte senza esserne schiavo.

Soprattutto... sono dalla parte di chi Ama nonostante tutto. Ma non accetta proprio "tutto".


Non so se questi scritti servono, ma amo provare a fare Luce, con i mezzi che ho...


Mai perdere la Speranza.

Siamo degni d'Amore in qualunque forma esso dia pace e armonia.

Non è una cosa New Age e non è fatto di tanti cuori rosa.

E no, non c'entrano neanche gli unicorni... 🦄🦄🦄


L'Amore di cui parlo è Universale. Ha leggi tutte sue ma appartiene ad ognuno.

Tracima il linguaggio, ma si fa capire da Tutti.


L'Amore di cui parlo rinnova ogni giorno la sua scelta, che è quella di trovare - invece - il nuovo nelle pieghe dello stesso.

Per non dare mai per scontato nulla di sé e degli altri.

E a questo Amore non si chiudono mai le porte, non si voltano le spalle.

Perché quando l'Amore verrà a bussare alla nostra porta, ci darà tutte le risposte alle domande che ci siamo sempre fatti.

Siamo disposti a volerle ascoltare?


© 2023-2024 Marika D'Oria. All Rights Reserved.

Sì, è un fenomeno che può capitare e che rispecchia alcune dinamiche psicologiche profonde. Secondo Jacques Lacan, questo comportamento può essere visto come una manifestazione di un sintomo isterico, dove la persona non riesce ad elaborare completamente la perdita di una relazione passata. La "sostituzione" con una persona che somiglia al partner precedente può essere interpretata come un tentativo inconscio di mantenere viva quella relazione o di riprodurre quelle dinamiche che non si è riusciti a portare avanti. Questa logica di ripetizione può essere vista come una forma di resistenza alla perdita e al cambiamento, dove l'individuo cerca inconsciamente di ricreare un passato irrisolto per affrontare le proprie difficoltà emotive. Lacan suggerirebbe che questa ripetizione è una modalità con cui l'inconscio cerca di risolvere un conflitto interno non risolto, trasformando la perdita in una sorta di coazione a ripetere. È interessante notare come queste dinamiche possano emergere nelle relazioni interpersonali e come l'inconscio giochi un ruolo significativo nel modo in cui ci rapportiamo agli altri e nel nostro tentativo di elaborare e superare le perdite emotive.

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