“Non è mai troppo tardi” per gli analfabetismi

“Non è mai troppo tardi” per gli analfabetismi

Nel 1961 la RAI-Radio Televisione Italiana mandò in onda il programma “Non è mai troppo tardi” condotta dal Maestro, con la M maiuscola!, Alberto Manzi e fu il primo esperimento di DAD-Didattica A Distanza, per sconfiggere l’analfabetismo strutturale che affliggeva il nostro paese.

"Non è mai troppo tardi" Maestro Alberto Manzi

In una puntata Il Maestro Manzi aveva invitato nello studio uomini e donne anziani che avevano seguito le lezioni per imparare a leggere e a scrivere. Una “nonnina” di 82 anni fu invitata a leggere una poesia e disse che aveva imparato a leggere in 2 mesi! Il Maestro Manzi si commosse per la felicità. Il tasso di analfabetismo strutturale è crollato negli anni ‘60 del secolo scorso, ma 8 persone su 10 erano analfabeti a metà del 1800.

Gli analfabetismi non finiscono mai

Nonostante l’aumento di scolarizzazione abbia debellato l’analfabetismo strutturale, si sono aggiunti nel corso degli anni l’analfabetismo funzionale correlato all'analfabetismo di ritorno.

“Dalla Storia linguistica dell’Italia unita del 1963, Tullio De Mauro ha raccolto dati sia sull’analfabetismo strumentale (totale incapacità di decifrare uno scritto) e funzionale (incapacità di passare dalla decifrazione e faticosa lettura alla comprensione di un testo anche semplice).“Con il termine analfabetismo funzionale si indica l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. Un analfabeta, ci ha ricordato l’OCSE, è anche una persona che sa scrivere il suo nome e che magari aggiorna il suo status su Facebook, ma che non è capace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”. (Gabriella Giudici)”


L’analfabetismo digitale

L’Italia si collegò ad internet per la prima volta il 30 aprile 1986, l’accesso alla rete ha permesso di ricevere una quantità di informazioni considerevole, cambiando le modalità di comunicazione e connessioni, ma non per tutti. La semplificazione nell’utilizzo di software e smartphone è andata di pari passo con l’evoluzione tecnologica del digitale in costante progresso, che ha creato non poche difficoltà a chi vuole tenersi aggiornato.


Internet compie 50 anni, tanti auguri!

All’analfabetismo funzionale si è aggiunto un analfabetismo digitale, aggravando così l’analfabetismo di ritorno. Molti possono usufruire dei vantaggi che il modo digitale offre, ma molti altri ancora no, per mancanza di formazione e carenze strutturali. Il fenomeno coinvolge tutte le classi sociali e in particolare gli anziani e i meno abbienti, ma è riscontrabile anche nel mondo del lavoro.

Molte aziende hanno investito in sistemi operativi, non offrendo un costante aggiornamento alla formazione dei lavoratori. I tanto vituperati social network o app possono fornire strumenti di connessione e comunicazione tra l’azienda e il lavoratore, che possono migliorare la produttività del lavoro e la vita privata.

Le dirigenze aziendali devono abbandonare una visione superata di gestione dei collaboratori improntata sulla mancanza di fiducia e sul controllo pedissequo. I vertici aziendali devono imparare a conoscere i nuovi strumenti che il digitale offre e non avere paura di perdere il loro potere. Abbiamo giovani leve più predisposte e formate, per non dire skillate, a offrire la loro competenza, che deve essere riconosciuta non con retribuzioni al ribasso.

Reverse-mentoring 

Mentore è una guida saggia che aiuta e consiglia, ma è anche il nome di un personaggio dell’Odissea a cui Ulisse affidò le cure del figlio Telemaco, prima di lasciare Itaca.

L’efficacia del Digital Reverse Mentoring ai tempi del Covid 19

Nel mondo del lavoro l’esperienza del senior non deve essere dispersa o accantonata, perchè è indispensabile allo junior di cui ne è privo. Lo junior oggi può trasferire la propria competenza digitale al senior, innescando un ciclo virtuoso i cui benefici soddisfano tutti. Questa collaborazione paritetica è il cosiddetto “reverse mentoring”.

Il Reverse Mentoring è il processo mediante il quale i giovani tipicamente con meno esperienza, ma con una forte competenza digitale, aiutano i senior, con una lunga esperienza lavorativa, a familiarizzare con la tecnologia, alla ricerca di un reciproco scambio.[...] Nel reverse mentoring le competenze digitali del giovane e l’esperienza del senior si incontrano per accrescere in entrambi la consapevolezza del mondo circostante. La cultura del mondo digitale, in cui gli under 35 (o addirittura under 20) sono nati, viene trasmessa ai senior che a loro volta accrescono nei giovani la consapevolezza e la visione della realtà lavorativa, viste da chi ha alle spalle anni di attività e traguardi raggiunti.


Uno degli articoli del Manifesto di FiordiRisorse per una nuova cultura del lavoro è proprio dedicato al passaggio generazionale improntato su una stretta collaborazione anziché ad una contrapposizione senior versus junior e viceversa.

Art 3-È importante che le generazioni si confrontino e si passino il testimone. Nessuno ha mai creato il futuro ignorando il passato.

IL MANIFESTO DI FIORDIRISORSE PER UNA NUOVA CULTURA DEL LAVORO

Gli analfabetismi digitali, uniti alla mancanza di empatia, di emozioni, di soft skill dei vertici aziendali si alimentano degli stessi analfabetismi dei lavoratori in un circolo vizioso difficile da interrompere, ma che è necessario spezzare perchè è possibile e alla portata di mano di tutti.

“Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre e solo un discepolo.”
Friedrich Nietzsche- Così parlò Zarathustra

Non è mai troppo tardi per eliminare, o almeno ridurre drasticamente, gli analfabetismi.

Se non ora quando?

Christian Tarantino

Marketing Assistant at Polyedra Spa.

4 anni

bella visione del momento guardando al futuro con un po' più di fiducia. Credo che una leadership più aperta e orizzontale non possa fare a meno che perseguire il mentoring in entrambi i sensi, aumentando la trasmissione di un sistema valoriale che inevitabilmente si trasferisce anche verso l'esterno (clienti). Chi "guida" dovrebbe avere la sensibilità almeno di prendere un considerazione questi temi. Ne gioverebbe tutto il sistema senza dubbio.

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