"Non puoi strappare i capelli a un calvo."​

"Non puoi strappare i capelli a un calvo."

Ieri mattina mi è venuta in mente questa massima. E' tradotta direttamente dal danese, la mia madrelingua - e se sei curiosa di vedere come si scrive ecco il detto nella sua forma originale:

"Man kan ikke plukke hår af en skaldet."

Perché questa follia di voler portare un po' della mia tradizione della cultura nordica nella tua vita italiana?

Perché mi rendo conto che "hygge" lo sanno più o meno tutti cosa sia (anche se secondo il mio punto di vista finché non l'avrai vissuta non potrai DAVVERO parlarne...).

Ma di tutto il resto di cui è piena la vita in Danimarca nessuno lo sa per davvero.

E che beneficio c'è di conoscere una danese se non puoi imparare qualcosa da lei, qualcosa che magari non sia solo marketing, scrittura e mindset imprenditoriale?

Ecco, questo il mio pensiero di fondo.

Ma perché mi è venuta in mente proprio questa massima stamattina?

Ho sentito una persona che mi ha chiesto come mai, visto che aiuto altre persone a non fallire, non riesco ad aiutare la sua parente a non fare questa brutta fine.

Dopo essermi ripresa dallo sbigottimento ho cominciato a ragionare, e secondo me ci sono 3 aspetti da prendere in considerazione qui:

1. Non sono quella dei miracoli.

Anche se ogni tanto capita di tirare fuori una persona dal "marrone che non è Nutella" seria non è affatto la regola.

Anzi, è molto più facile che arrivi a dire che purtroppo non posso aiutare.

Una volta mi è capitata una persona che mi ha detto che si era rivolta a me perché ero l'ultima spiaggia. Mi ha detto che desiderava da me il modo per avere successo e che se non avesse funzionato entro 4 o 5 mesi, avrebbe chiuso.

Poi mi ha guardato con aria di sfida come per dirmi “Ora voglio vedere che cosa farai, quanto sarai brava a fare il tuo mestiere.”

L’ho guardata dritta negli occhi e le ho detto di chiudere subito. Che nessuno ci sarebbe riuscito a salvarla e che avrebbe fatto meglio a limitare i danni chiudendo subito e tenendosi il suo denaro.

Era perché non sono brava?

L’ho fatto perché avevo paura di non farcela?

No, niente affatto. Ma c’è una parte di fondo che questa persona non aveva capito di me e del mio modo di insegnare:

Non posso e non voglio essere la salvatrice del mondo. Ognuna di noi salva se stessa.

Certo, io ti posso mostrare la strada che secondo me sarebbe da percorrere, ma poi sarai TU a doverla imboccare.

Tra l’altro, mentre camminerai mi darai feedback su che cosa sta succedendo lungo quella strada in modo che io ti possa dare ulteriori indicazioni su come comportarti, se cambiare direzione o se aumentare il passo.

Senza te io non ho potere di cambiare nulla.

2. Se dev'essere una tua parente stretta, disperata per la tua situazione, a venire a chiedere aiuto per te, non sei e non sarai mai la mia Cliente Ideale.

La mia Cliente Ideale è responsabile per se stessa, non manda parenti in avanscoperta.

Certo, ci sono delle volte in cui una donna frequenta un mio percorso e IN SEGUITO decide di raccomandarlo a parenti nella stessa situazione.

Ma non esiste che dev'essere qualcun'altra a parlare per te, questo non lo tollero e clienti del genere non fanno per me!

3. Anche se ti posso indicare la strada e darti indicazioni specifiche su quello che c’è da fare, devi avere un reale interesse nel tenere orecchie e occhi aperti. Altrimenti è meglio non iniziare affatto.

Se farai SOLO ciò che concorderemo insieme perderai tantissime occasioni. TU sei dentro alla tua azienda, TU sei a contatto con i potenziali clienti, TU sai quello che ti dicono e quello che in questo momento non sta funzionando.

Io posso intuirlo ma non lo posso sapere. E senza, nuovamente, il tuo feedback il mio aiuto perde efficacia.

Non sempre questo interesse c'è, e quando manca io sono la prima a dire a quella persona di non proseguire.

Ma...che cosa c'entra con il discorso di prima, con i capelli e il calvo?

Beh, c'entra, purtroppo, e ci sto arrivando adesso. Nella situazione di cui sono venuta a conoscenza qualche mese addietro, per l'imprenditrice in questione c'era una grave difficoltà nell'affrontare gli impegni economici del quotidiano.

(piccola parentesi: lei vive in un centro abitativo di circa 10.000 abitanti, con diverse realtà più grandi intorno.)

Parlando di impegni economici a cui è difficile fare fronte...beh, non c'è da meravigliarsene vista la situazione odierna. Sicuramente molti lavori, e soprattutto negozi, che prima erano utili alle comunità, negli ultimi anni sono diventati sempre più obsoleti.

E perché? Perché il crescente uso di internet ci ha insegnato come comprare online e data la fiducia che "si. può. fare!".

E' quindi normale che, soprattutto nelle piccole realtà come quella in cui risiedo io (lo stesso tipo in cui risiede lei), ci sia uno spostamento del potere d’acquisto, e di conseguenza una moria di attività che prima avevano la possibilità di almeno sopravvivere.

Il guaio per queste piccole imprese è che se non riesci a cambiare velocemente sei destinata a soccombere.

Ed è lì che entra in ballo il detto:

"Non puoi strappare i capelli a un calvo" - della serie che "non puoi tirare fuori risorse dove non ce ne sono".

L'unico modo per riuscire a sopravvivere per moltissime realtà italiane, soprattutto quelle che fino a ora sono dipese dalla presenza fisica del loro negozio, è cercare di spostare il proprio focus fuori dal tuo centro abitato.

E già che ci siamo possibilmente anche fuori dalle realtà in cui ti troveresti con tantissima concorrenza.

In questi mesi molte aziende hanno pensato che la loro salvezza sarebbe stata vendere online. E molte di loro si sono trovate a spendere soldi per qualcosa che non ha senso, almeno non nella versione attuale.

La corsa all’online è stata pazzesca, e mentre alcune ci sono riuscite, con garbo e intelligenza a rimettersi sul mercato in una nuova veste, per moltissime piccole realtà è stato un bagno di sangue.

Ma nessuno a loro ha detto che cosa fare.

Nessuno a loro ha detto che forse

- potrebbe non essere il caso di aprire un'e-commerce (scelta che molte persone hanno adottato durante questi ultimi mesi).

Anche perché la spesa per avere qualcosa che funziona seriamente si aggira intorno alla cifra che dovresti investire per avere un negozio fisico.

Potrebbe non essere il caso perché ti troveresti probabilmente a combattere contro concorrenti molto più potenti, e quindi affonderesti lo stesso.

- potrebbe non essere la scelta migliore far uscire l'ennesimo videocorso, soprattutto se non hai una strategia studiata appositamente per questo tipo di prodotto.

- potrebbe non funzionare buttarti a pesce a voler aiutare le persone a gestire i canali social se non hai chiaro come farlo, e in modo da non assomigliare alla tua Concorrenza.

Il guaio oggi è che moltissime persone che vivono in piccole realtà come la mia vogliono "fare cose" senza rendersi conto del PERCHE' le persone dovrebbero scegliere loro piuttosto che andare dalla Concorrenza.

...e torniamo sempre lì...ai 4 Pilastri del Marketing. Perché questi sono la parte portante della tua azienda.

Se infatti non hai chiaro

- chi è il tuo Cliente Ideale e con chi non vuoi e non puoi lavorare

- chi è la tua Concorrenza e che cosa sta dicendo al tuo Cliente Ideale affinché questo vada da loro anziché venire da te

- chi sei Tu e per quale motivo il tuo Cliente Ideale dovrebbe scegliere te anziché andare dalla Concorrenza piuttosto che tenersi il suo problema, la sua esigenza, il suo sogno - e ovviamente anche il suo denaro

e non sai comunicare questo al tuo Cliente Ideale... (che è il 4° Pilastro, l'unico operativo)

...beh, credo sia ragionevole pensare che a quel punto solo "facendo cose" non puoi avere i risultati che desideri.

Potrei sbagliarmi ma nella mia ormai lunga esperienza con le microimprese (quasi 400 casi studio alle spalle) la tendenza che vedo è questa:

Più non hai una strategia e più tendi a "fare cose" senza sapere perché e senza avere chiaro che tipo di risultato potresti avere e più stai buttando tempo, energie e soldi al vento.

- meno sai che cosa tu stia facendo e più stai buttando tempo, energie e soldi al vento.

...e torniamo al detto danese. "Non puoi strappare i capelli a un calvo."

E' infatti inutile cercare di prendere qualcosa laddove non ci sia nulla.

Possiamo fare tutta la strategia che vuoi ma se nel tuo piccolo centro non c'è nulla da prendere è inutile cercare di farlo.

A quel punto bisogna però che ci mettiamo a studiare la strategia che potrebbe ampliare il tuo raggio e quindi portare fieno in cascina anche se tu continuerai a stare nel tuo piccolo paese.

Lavorare fuori e mangiare a casa è possibile - ma lo sapevi già, vero?

Quando andrai nel mondo oggi pensa a questo detto e alle sue implicazioni. E cerca di capire se tu, senza magari essere consapevole di farlo, stia cercando di strappare i capelli a chi è già calvo.

Attendo la tua riflessione, mi farebbe piacere discuterne,


Annette 

Paolo Lo Conti

Docente, pubblica istruzione, scuola secondaria di secondo grado

3 anni

Forse perché ci ha già pensato qualcun altro....

Ester Memeo

Founder Podstar | Podcast per Business che vogliono farsi notare e dal forte impatto sociale e culturale | Podcast Coach e Producer

3 anni

Interessante riflessione Annette Tuxen che mi fa pensare quanto a volte sia così difficile accettare di essere calvi che si evita di guardarsi allo specchio e farsene una ragione.

Dorotea Cerra

❖ Aggiusto parole... ❖ ☞ Editing | Correzione bozze | Revisione traduzioni ❖ ☞ Revisione pagine WEB | GOOGLE DRIVE express!

3 anni

Esiste un detto simile anche in Italia: “Non si può cavare il sangue da una rapa” 😉

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