Non si può fare tutto al computer

Non si può fare tutto al computer

Noi generazione degli anni 60 siamo additati con disprezzo divertito e irriverenza come i "boomer". La generazione che ci segue è quella che , attualmente , sta occupando i posti di potere e sta legittimando la sua scalata grazie alla velocità delle applicazioni al PC o allo smartphone , proponendo un mondo in cui tutto si può fare in rete . Certo molte cose si possono fare in rete , con la rete e i computer ...ma non tutto.

La dimostrazione ? Le recenti tragedie determinate da alluvioni che oggi , in tutto il nord italia , stanno colpendo migliaia e migliaiadi cittadini !

Le simulazioni previsionali al computer hanno sicuramente previsto quello che stava per accadere e quello che si è fatto è allertare i cittadini , ma la prevenzione senza protezione è nulla.

Nonostante si siano affermati in ogni attività i concetti di risk assessment si dimentica che la gestione del rischio è fatta di due momenti ben distinti: prevenzione e protezione.

La prevenzione mira ad abbassare la probabilità di accadimento di un evento negativo .

La protezione mira a ridurre ad un livello accettabile il danno conseguente ad un rischio non evitabile o per il quale la parte di prevenzione può solo in parte scongiurarne l'accadimento.

Oggi viviamo una situazione in cui il rischio connesso al cambiamento climatico , per vari motivi, non è stato adegutamente prevenuto e quindi gli eventi catastofici sono sempre più frequenti .

Le azioni che si stanno mettendo in atto per rimediare hanno però una efficacia limitata nel breve periodo : l'inversione di tendenza nel riscaldamento globale infatti sarà lunga, almeno finchè solo pochi Paesi al mondo si preoccuperanno di attuare misure davvero efficaci di riduzione della CO2 prodotta . In ogni caso i tempi sono lunghi,20-30 anni almeno per avere effetti visibili , sempre che le cause sulle quali si sta intervenendo siano quelle effettivamnete e direttamente responsabili.

Nel frattempo occorre quindi mettere in sicurezza le popolazioni con azioni immediate e concrete.

E qui si evidenzia il limite delle nuove generazioni che sono molto più preparate a usare computer e rete ,ma poco predisposte a coordinare e attuare interventi fattivi.

Per poter ridurre i danni devastanti delle alluvioni di questi giorni non basta un allerta meteo anticipata, occorre attuare interventi di pulizia degli argini, di rafforzamento degli stessi, creazione di strutture di contenimento e sversameto controllato .

In sostanza occorre fare cose che richiedono ruspe, bulldozer, uomini !

Poco o niente di virtuale e quasi tutto pratico.

Non c'e' bisogno di fare progetti ,capitolati , studi : la cosa tragicamente ridicola degli ultimi eventi avvenuti è quella che gli argini che hanno resistito alle piene risalgono a bonifiche attuate nel periodo napoleonico e i ponti che hanno resistito alla furia delle acque sono di costruzione romana !

L'idraulica e la geologia sono scienze che possono usufruire dei vantaggi della digitalizzazione e del calcolo numerico per accelerare le simulazioni su progetti e soluzioni, ma sono scienze "stabili" i cui principi ai tempi di Napoleone a oggi non sono cambiati.

Però occorre un approccio al problema non digitale, non virtulae e non AI , ma molto concreto e pratico : in questo la generazione post boomer sta fallendo , non avendo raccolto l'eredità di chi ha dovuto costruire TUTTO con la sapienza dell'uso delle mani e con la fatica di essere sul luogo dove le cose dovevavo essere fatte (e non seduti al PC collegati in rete).

Non è mancanza di intelligenza, è proprio un approccio psicologico diverso che sembra esaurire la spinta di realizzazione dei progetti perfetti realizzati al computer nel momento in cui tali progetti devono essere "messi a terra".

Una buona dose di impedimento è causata anche dalla burocrazia e dagli interessi di partito, ma è meglio evitare di parlarne in questa sede per evitare di creare ulteriori alibi.

Ma oggi non c'e' tempo per queste cose e le chiachciere dovrebbero essere azzerate per far posto anche alla libera iniziativa di cittadini, professionisti, imprenditori che hanno spesso capacità,competenze e mezzi ,ma vedono frustrate le loro iniziative da balzelli, regolamenti assurdi e chiramente inapplicabili in contesti emergenziali.

Bisogna tornare alla concretezza e alla praticità dei nostri padrie nonni, gente che non aveva paura di sporcarsi le mani , che andava a pulire il letto dei fiumi per fare si' legna da ardere per l'inverno ,ma anche per non dover fronteggiare le piene disastrose dell'autunno e dell'inverno.

Occorre una pianificazione degli interventi ,ma con una attuazione rapida e nel momento opportuno : i fiumi si puliscono in estate , quando sono secchi e si grida all'allarme siccità ...ma in quel mometo , il pericolo dell'alluvione sembra lontano e impossibile e quindi non si fa nulla!

Le istituzioni che oggi sono spesso guidate dai rampanti della generazione Z , devono imparare il valore dell'ispezione sul posto , devono comprendere che non si può fare tutto con simulazioni digitali e che occorre ripristinare competenze che portino le persone sul posto, ad attuare azioni di contenimento e protezone immediate ; molte istituzioni di ocntrollo e manutenzione dei corsi d'acqua sono stae soppresse per ocntenere i costi...oggi però la Natura ci presenta il conto di questi risparmi così poco avveduti.

Ed è così in tantisisme attività.

Avevamo personale che controllava e sbloccva con un semplice martello a manico lungo i ceppi dei freni dei vagoni ferroviari : oggi queste persone non ci sono più perchè il blocco dei freni è monitorato da sensori elettronici e lo sblocco da attuatori automatici...che però sono passibili di malfunzionamento : la tragedia dell'esplosione dei vagoni carichi di gas infiammabili in Toscana qualche anno fa pare sia stata causata da un freno a ceppi bloccato su un treno merci .... Un causa evitabile se solo ci fosse stato l'operaio che controllava con il suo martello lo sblocco dei ceppi dei freni.

Allo stesso modo c'era personale che si occupava del controllo della mantenzone del letto dei fiumi, degli argini:oggi quest persone non ci sono più, sostituite da sonde, rilevi con i droni ed altri strumenti di "rilevazione e misura" che però in quanto tali, non sono in grado di attuare interventi ,anche minimali, ma immediati.

La digitalizzazione e l'informatizzazione ha preso il sopravvento in tutti i campi , con effetti collaterali ancora non bene compresi .

Vivo con terrore l'avanzata dell'intelligenza artificiale che temo porterà la figura dell'uomo ad una suddistanza completa nei confronti di algoritmi che le macchine saranno in grado di sviluppare in modo sempre più autonomo e impersonale.

La mia non è paura del progresso o rifiuto ad accettare l'evoluzione tecnologica : sono un ingegnere meccanico che si è formato sui banchi dell'Università di Bologna , studiando su libri di carta e appunti, senza webinar o lezioni on line, che sicuramente avrebbero fatto comodo; ho partecipato ai primi corsi di informatica con l'uso del PC che soppinatava le perforatrici elel schede eei calcolatori meccanici; ho scritto la mia tesi di laura su un PC che aveva come sistema operativo il DOS... Ho quindi apprezzato l'evoluzione informatica ,ma che ho sempre visto come uno strumento per velocizzare le decisioni e le azioni progettate grazie però alle competenze tecniche acquisite e legate pero' anche ai principi di etica e di conoscenza dei fenomeni in cui il fattore umano era un elemento importante.

Credo che l'evoluzione informatica ci stia dando l'ebbrezza dell'onnipotenza : possiamo essere virtualmente in posti lontanissimi e addirittura in epoche diverse , possiamo con l'AI creare cose che non esistono , possiamo pagare on line una visita medica o un intervento chirurgico...ma poi dobbiamo recarci presso una struttura attrezzata per esser curati . Possiamo far fare ad un meccanico una diagnosi di guasto della nostra auto,ma poi dobbiamo recarci in officina per la sostituzione di un pezzo rotto. Possiamo seguire un tutorial on line per preparare i tortellini, ma poidobbiamo impastare con le mani farina e acqua per tirare la sfoglia con cui farli...oppure chiamare un Glovo e farceli portare casa per mangiarli,ma in ogni caso c'è un passaggio fisico umano.

Ecco credo che dobbiamo riappropiarci del valore della dignità dell'uomo che , anche se solo per semplici cose, è ancora un fattore non sostituibile dall'informaticae non può essereconsiderato solo un costo da azzerare !

Solo rimettendo l'uomo al centro si potranno fare quelel cose concrete che servono a proteggerci .


Ruggero, la tua analisi è pertinente ed esaustiva. Condivido appieno le tue sagge e sante parole.

Gennaro Sblendorio

responsabile produzione

2 mesi

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