Non solo i brand devono tornare a casa

Vedi che è proprio vero! Un grande come Paolo Iabichino, spiega le ragioni di una svolta che l’industria dell’advertising deve compiere.

Paolo Jabichino: "Home Sweet Home"

Il suo suggerimento serve anche ad altro. Voglio dire che potrebbe essere condiviso da chi si occupa di comunicazione, di marketing per il Fundraising. Chi, come Jabichino, frequenta e conosce bene il mondo del Fundraising, sa che le relazioni e l’attuazione di  sinergie fra i mondi profit e non profit possono favorire la messa in pratica del suo suggerimento, per il necessario cambiamento della cultura del lavoro e una sostenibilità autenticamente umana.

Il fundraiser, con esperienza e skill che riguardano il marketing e le tecniche di comunicazione interpersonale, coordina un’attività strategica per le imprese non profit. È innanzitutto la modalità per attivare relazioni, favorendo un dialogo fra chi è interessato a scoprire cosa si desidera veramente, cosa corrisponde al desiderio del proprio cuore - ma, il cuore della Susanna Tamaro del suo Va dove ti porta il cuore -.

Lo scopo è grande: attuare insieme il sogno di essere protagonisti della storia. L’orizzonte è infinito, ben oltre all’obiettivo di favorire l’attività commerciale per aumentare gli utili o efficientare la comunicazione per ottenere le risorse per i propri pur buoni e utili progetti umanitaristici e ecologici.

Spiego con le parole che Marco Bersanelli, docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano, utilizzò per spiegare il titolo, “O protagonisti, o nessuno”, dell’edizione 2008 di un grande evento mondiale di comunicazione vera - non ha caso si intitola meeting - che è sempre stato il Meeting di Rimini.

“L’uomo per sua natura aspira ad essere protagonista, desidera che la propria vita lasci un segno originale. L’idea che la vita scorra senza generare nulla è insopportabile”.

Chi, se non chi è giovane, non è d’accordo?