Nuovi modelli di innovazione: Edison si sporca le mani nelle Officine
Innovare e rinnovarsi continuamente significa rendere sempre più semplici ed efficienti processi interni e modi di lavorare, come anche sviluppare nuovi modelli di business in grado di intercettare sempre meglio i bisogni e le aspettative di clienti via via più autonomi ed esigenti. Per questo motivo Edison ha sviluppato un modello per fare innovazione in maniera strutturata e farla diventare core business dell’azienda.
Al cuore del modello c’è la strategia dell’innovazione, che significa in primo luogo studiare i principali trend di mercato, non soltanto nel settore energetico ma anche in quelli adiacenti. Scopo ultimo di questa analisi è la definizione di una roadmap con l’individuazione delle iniziative che tutte le anime dell’innovazione dovranno contribuire a sviluppare.
L’area New Business Development, vero e proprio incubatore aziendale, prototipa e testa i nuovi modelli di business da portare sul mercato, mentre la loro industrializzazione viene demandata al business. Per fare questo abbiamo bisogno di 3 spalle: Open Innovation, R&D e Trasformazione Digitale.
Open Innovation significa non basarsi più soltanto su idee e risorse interne ma aprirsi a strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno (startup, università, istituti di ricerca, fornitori, consulenti) e integrarle al proprio interno. Cicli di sviluppo dei prodotti via via più rapidi hanno reso infatti insostenibile l’approccio tradizionale all’innovazione, basato su grandi investimenti di lungo termine e sullo sviluppo “chiuso” delle soluzioni.
Con questo obiettivo, nei primi mesi del 2018 abbiamo firmato un accordo con il fondo Idinvest, attivo in USA, Europa, Cina e Israele. In particolare, abbiamo investito in un fondo dedicato al nostro settore, concordando con il nostro partner alcuni elementi per noi fondamentali: la partecipazione alla governance del fondo, la possibilità di mandare una nostra risorsa presso la sede di Parigi a imparare il mestiere e l’impegno a investire in Italia.
La Ricerca e Sviluppo, da sempre motore della crescita dell’azienda, si è evoluta negli ultimi anni verso nuovi nuclei di competenze e di attività, il più recente dei quali è la data science. Compito principale di quest’area, fondamentale per l’intero processo di innovazione, è supportare costantemente il business nell’individuazione delle soluzioni tecnologiche migliori da integrare nelle nostre offerte.
Terza spalla, infine, è la Trasformazione Digitale, avviata a giugno dello scorso anno con il progetto DAFNE (Digital Arena for the Next Edison) con l’obiettivo di accelerare la piena integrazione del digitale nei processi interni e nell’offerta ai clienti. Dopo quasi un anno di attività abbiamo raggiunto risultati importanti, con il rilascio in produzione di diversi strumenti e tanti altri in fase di sviluppo. Si tratta di un percorso trasversale di grande complessità, anche per le forti implicazioni culturali che porta con sé, con una forte connotazione strategica per gli anni a venire.
In aggiunta, abbiamo sviluppato con i Politecnici di Milano e Torino delle partnership strategiche, grazie alle quali abbiamo aperto nei campus dei due atenei le Officine Edison, spazi di ricerca e innovazione che ci permettono di lavorare a stretto contatto con questi centri di eccellenza, mantenendo allo stesso tempo una prossimità fisica con le nostre Divisioni di business (Torino per l’efficienza energetica, Milano per tutti gli altri business).
È in questi spazi che abbiamo ricollocato gran parte del nostro personale R&D in seguito alla contestuale chiusura dello storico centro di ricerca di Trofarello, in provincia di Torino. In particolare, negli spazi di Milano sono stati collocati il Digital Center ed i laboratori di assessment tecnologico sulle batterie di piccola taglia e sulla smart home, mentre in quelli di Torino sono stati spostati i laboratori dedicati ai materiali ed in generale tutte le attività di innovazione legate al business dell’efficienza energetica.
La prossimità con il Politecnico di Milano e di Torino ci ha permesso inoltre di rafforzare la nostra capacità di attrazione nei confronti dei giovani talenti formatisi in queste università di eccellenza.
Questo approccio strutturato all’innovazione ci ha già permesso di integrare nel core business dell’azienda alcune iniziative importanti. Ad esempio, la nascita e lo sviluppo della prima catena logistica integrata di Small Scale LNG in Italia, con la realizzazione del primo deposito costiero a Ravenna, con un investimento complessivo di 100 milioni di euro, in un’operazione che garantirà un risparmio di circa 6 milioni di tonnellate di CO2 nei prossimi 25 anni.
Come anche l’installazione ad Altomonte, in provincia di Cosenza, di una batteria da 822 kWh abbinata ad un nostro impianto fotovoltaico da 3,3 MW, per studiare sul campo le potenzialità di questi sistemi e sviluppare i modelli di business più adeguati al loro impiego.
Al di là dei risultati concreti in termini di valore economico per l’azienda ed i suoi stakeholder, comunque, credo che il risultato più rilevante di questo approccio vada ricercato più in profondità.
L’impostazione aperta, il carattere d’avanguardia dei progetti, l’arrivo in azienda di profili professionali completamente nuovi come designer e data scientist o ancora il digitale che restituisce valore al tempo delle persone, tutti questi elementi si stanno rivelando straordinari agenti del cambiamento. Il lavoro è diventato più flessibile e a misura d’uomo, le strutture organizzative sono meno rigide e più trasversali che in passato, le persone sono via via più libere di esprimere il loro potenziale ma anche più responsabilizzate sui risultati.
Edison, progressivamente e in maniera naturale, si sta trasformando.
Clean Energy | Smart Mobility | Sustainable Innovation
5 anniRiccardo Gallottini