Odio il mio lavoro ma...
Per quanto ogni storia sia diversa dall’altra, quando ti ritrovi ad odiare il tuo lavoro, con ogni probabilità è perché in qualche momento hai fatto un compromesso.
Hai scambiato la tua libertà e la tua vera passione con la sicurezza economica o con l’apprezzamento di qualche famigliare o persona per te importante o con il senso di responsabilità nei confronti di una situazione in qualche modo ereditata. Continuare però a vivere passivamente un lavoro che odi o che non ti piace è un costo serio per la tua vita, le tue relazioni e anche la tua salute.
Il punto è che non sempre è una faccenda semplice cambiare lavoro.
Continuare a rimanere in un lavoro che non ti piace è da una parte un debito pesante con il tuo benessere, la tua salute, la tua energia e la tua felicità. Ma dall’altra sembra una scelta più che ragionevole, in un periodo come questo.
Non c’è un giusto o uno sbagliato. Non è questione di coraggio, di buttare il cuore oltre l’ostacolo né di motivazione.
Ma cosa fare, quindi?
Di fronte ad una situazione complicata, l’unica cosa saggia da fare è dotarsi di sangue freddo e ragionare a tavolino, con strategia e strumenti adeguati.
La prima cosa fondamentale da fare è arrivare a definire chiaramente perché non ti piace il tuo lavoro.
E soprattutto: è proprio tutto tutto da buttare nel tuo lavoro oppure ci sono cose che andrebbero bene, mescolate con troppe altre che vanno male?
Avere chiarezza su queste domande è fondamentale quando si inizia un percorso di cambiamento lavorativo. Senza questa chiarezza rischi di buttare via il classico bambino con l’acqua sporca.
Molto spesso, più di quanto si creda, ci sono margini di miglioramento importanti all’interno del proprio lavoro o della propria azienda, solo che noi non li sappiamo cogliere né promuovere.
Altre volte non c’è proprio margine di miglioramento e l’unica buona cosa da fare è cambiare.
Ma non è detto che tu riesca a cambiare in tempi brevi. Meglio quindi avere una buona strategia per affrontare la transizione, senza perdere la testa.
Anche perché, quando arrivi al momento di avere la chiarezza estrema di voler cambiare, tutto diventa ancora più insopportabile. E se non ti puoi permettere di prenderti un momento sabbatico, perché appunto le bollette continuano ad arrivare, rischi di vivere un vero e proprio inferno.
Per non parlare del fatto che, cambiando, potresti trovarti poi a scoprire che il nuovo posto non è migliore del precedente. Non è tutto oro ciò che luccica, lo sappiamo bene. Ma arrivare a scoprirlo dopo un cambiamento di lavoro e ritrovarsi dalla padella alla brace, non è bello.
C’è un modo certo per non dover affrontare tutte queste difficoltà?
No.
C’è un modo per affrontare più in fretta gli alti e bassi inevitabili?
Sì.
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