Ontologia
Uno degli aspetti secondo me più interessanti del coaching ReSonance è che chi partecipa è portato a esplorare fino alla fine qualsiasi interazione o qualsiasi argomento di discussione.
Non si lasciano cose sospese.
Mi spiego meglio.
‘Esplorare fino alla fine’ per me non vuole dire semplicemente finire di trattare quell’argomento e passare a quello successivo, come quando si sfogliano le pagine di un libro.
Vuol dire piuttosto avere l'INTEREZZA della questione che si sta trattando fino a quando l'oggetto in questione è stato spostato oltre un livello di comprensione puramente intellettuale.
Ed è stato digerito, penetrato e ASCOLTATO nella risonanza che genera in ognuno.
La comprensione intellettuale dei problemi e delle strategie di miglioramento non è l’oggetto del ReSonance.
I partecipanti capiscono invece come LORO possono migliorare, e escono da corso con la percezione di come possano farlo, proprio in quel momento.
Per parafrasare un classico motto usato spesso nello sviluppo personale ‘La mappa non è il territorio’…
...nel coaching ReSonance i partecipanti imparano ad abbandonare davvero le mappe e a esplorare il territorio - senza perdersi.
Il mio ruolo è quello di mantenere aperto il dialogo e l’attenzione e di evitare che i partecipanti o il Coachee ripropongano i loro schemi per rimanere nella mappa… nella idealizzazione della realtà - bella o brutta che sia - e scendano a sporcarsi le mani e a giocare con la realtà.
Con quello che è presente e possibile PER LORO IN QUEL MOMENTO.
Quello che ho scoperto è che un dialogo autentico genererà chiarezza.
E parte della chiarezza per me, quando conduco il gruppo. significa anche non essere trascinato nella discussione o nella commiserazione con le storie dei partecipanti sulle loro vite.
Il mio lavoro è quello di farli esplorare realtà alternative a quella in cui sperimentano i problemi, NON di risolvere i problemi.
L'obiettivo è quello di mantenere una nuova prospettiva trasformata data dalle distinzioni ontologiche del lavoro che facciamo.
E a volte il mio compito come conduttore è quello di non farmi trascinare nella lotta che il Coachee mette in atto per non voler volgere lo sguardo a ciò che è possibile per lui e per rimanere dove è ora.
Non importa che che sia un imprenditore che voglia aumentare il fatturato o un pianista che deve preparare un concorso… il gioco è lo stesso.
Una della caratteristiche con cui facciamo tutto questo nel ReSonance è l’inclusività della conversazione: le interazioni tra chi guida il gruppo e i partecipanti che si impegnano attivamente nel dialogo sono condotte INSIEME (quando si lavora nel corso), in modo che anche i partecipanti che stanno ascoltando e osservando siano in grado di trarre i benefici di quelle interazioni.
Il lavoro con una persona genera risultati anche per tutti gli altri.
Se vuoi esplorare questo tipo di lavoro ti aspetto.