Opere pubbliche interminabili e costose, il modello CAM per costruire il futuro.

Opere pubbliche interminabili e costose, il modello CAM per costruire il futuro.

Affidamenti lenti, cantieri interminabili, problemi tecnici e costi che crescono durante i lavori sono soltanto le criticità più rilevanti, evidenziate nel corso degli anni da diverse strutture di controllo, in relazione all’inaffidabilità degli interventi pubblici che si traducono in opere incompiute che sono un grande spreco per la collettività. Esistono modelli virtuosi già sperimentati come il Rettorato Roma Tre, realizzato da CAM che, attraverso il project financing, ha consegnato alla città un’opera all’avanguardia dal punto di vista energetico e antisismico con un impatto estetico di altissimo profilo, rispettando i tempi e senza costi aggiuntivi.                                          

Opere pubbliche, tempi infiniti

La Banca d’Italia, in un documento pubblicato alla fine del 2019 titolato “Tempi di realizzazione delle opere pubbliche e loro determinanti”, aveva sintetizzato che la durata mediana della realizzazione di un’opera è pari a 4 anni e 10 mesi a fronte di un importo mediano di 300.000 euro, mentre può arrivare fino a quasi 11 anni per le opere il cui valore supera i 5 milioni. Soltanto la fase di progettazione ha una durata di poco più di 2 anni (circa il 40 per cento della durata complessiva) e se ne impiegano quasi altrettanti per l’esecuzione e messa in opera dell’intervento; l’affidamento dei lavori richiede circa 6 mesi. 

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Un modello vincente: il Rettorato di Roma Tre realizzato da CAM

Applicando la stima realizzata dalla Banca d’Italia per la realizzazione delle opere pubbliche, il nuovo Rettorato Università degli Studi Roma Tre - importo complessivo delle opere pari a 41 milioni di euro - avrebbe richiesto diversi decenni. CAM ha realizzato i lavori in appena tre anni - tra il giugno 2018 e il gennaio 2021 - avvalendosi della Camar Tre, società di scopo costituita per la realizzazione dell’opera. Grazie ad un project financing di successo è stata consegnata alla città un’opera, articolata su 12mila mq di superfici fuori terra e 12mila mq di superfici interrate, sviluppata secondo i principi della progettazione passiva e della sostenibilità ambientale per ridurre al minimo la domanda di energia per il funzionamento e per le necessità dell’edificio, ottimizzando i livelli di comfort negli ambienti interni e nelle aree esterne.

La Repubblica delle incompiute: 379 opere inutilizzabili  

A volte i tempi sono così lunghi che le opere non si completano nemmeno. L’ultimo aggiornamento risale al luglio del 2022 e arriva direttamente dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) che ormai da diversi anni ha attivato l’Anagrafe delle opere incompiute che serve appunto a censire le opere pubbliche attivate e mai concluse per le motivazioni più varie, dalla mancanza di fondi ai problemi tecnici. Complessivamente ne sono state registrate 379 - erano 443 alle fine del 2020 - e servirebbero circa 1,2 miliardi di euro per completarle.

Le principali cause del blocco dei lavori: mancanza di fondi e problemi tecnici

Dal 2021, secondo quanto riportato dall’Anagrafe delle incompiute, è stata inoltre inserita nella rilevazione l’informazione sulle cause che hanno determinato il mancato completamento delle opere. In 153 casi (40%) la mancanza di fondi è la causa dell’interruzione del processo di completamento dell’opera, in 115 casi (30%) si rilevano problemi tecnici, per 69 opere (18%) la causa è stata il fallimento, recesso o risoluzione contrattuale dell’impresa, 21 opere (6%) sono state interrotte per sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge, per 15 opere (4%) si riscontra un mancato interesse al completamento, mentre per 6 opere (2%) concorrono più cause contemporaneamente.

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I costi crescono e bloccano le opere

Nel rapporto sui commissariamenti per la realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, datato 2021, che coinvolgeva 57 opere per 86,1 miliardi, si evidenziava appunto il peso relativo alla crescita economica: “in particolare - si legge nella relazione -, per il settore delle infrastrutture ferroviarie le principali criticità sono riconducibili a questioni attinenti alle autorizzazioni ambientali e agli incrementi dei costi stimati inizialmente. Anche per le opere stradali emergono problemi analoghi, con una maggiore rilevanza delle problematiche ambientali, archeologiche e finanziarie. Per le opere idriche e per i presidi di pubblica sicurezza appaiono prevalenti problematichè relative rispettivamente all’incremento dei costi e a questioni di natura procedurale. Infine, nel caso dell’intervento per il trasporto rapido di massa vengono segnalate criticità̀ di natura finanziaria e procedurale”.

Lazio quarta regione d’Italia per numero di incompiute

Sono 26 le opere incompiute registrate nella Regione Lazio - erano 21 nel 2020 - per un importo complessivo di spesa pari a 29,5 milioni di euro già investiti mentre altri 20 milioni sarebbero gli oneri necessari per l’ultimazione dei lavori. La Regione ospita circa il 7% del totale delle incompiute presenti sul territorio nazionale. Riescono a fare peggio solo l’imprendibile Sicilia, insuperabile regina delle incompiute, con 138 incompiute per un  importo complessivo di 400 milioni di euro, la Sardegna (47) e la Puglia (26).

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