Parola d'ordine: convenienza. Ma dove finisce la fedeltà al brand?

Parola d'ordine: convenienza. Ma dove finisce la fedeltà al brand?

Secondo i dati di GfK Eurisko, la percentuale di shopper che cerca sempre la convenienza è cresciuta di 3 punti percentuali in quattro anni. La percentuale di coloro che comprano le marche più note cala di quasi 5 punti (oggi al 34,6 %: ciò significa che il 65,4 % degli italiani non acquista le marche più note, almeno non in modo sistematico)

Amplificazione dell’effetto convenienza e depressione della marca; fenomeni alimentati dalla crisi, ma anche, probabilmente, indotti dall’eccesso di opportunità promozionali.

La domanda che ci poniamo oggi è questa: che cosa spinge marche e retailers a fare uso sistematico di questa leva, a discapito di altre, con un ritorno economico spesso negativo?

La propensione verso risultati nel brevissimo termine, la necessità di conquista e mantenimento degli obiettivi di quota, dettati dai budget trimestrali, la stessa pressione da parte dei retailer ad incentivare l’aumento dei consumi, anche in mercati in evidente calo, sono sicuramente alcuni dei motivi principali.

Il tema è molto “caldo” e delicato da affrontare. Per questo, per evitare anche di cadere in inutili e banali semplificazioni del fenomeno, noi di Dialogica ci siamo negli anni confrontati, assieme a brand e retailers, con questo problema, spesso testando formule promozionali alternative per misurarne i risultati.

Ci siamo così resi conto che una scontistica più aggressiva di altre rende decisamente meno, e che le promo lavorano meglio sui “già consumatori” e tendono a fallire nell’intento di acquisirne di nuovi.

Casi e numeri li mettiamo a disposizione gratuitamente sul nostro blog. Accedendo all’area Registrazione, potete scaricare l’estratto del libro “Shopper Marketing. Dall’intenzione all’acquisto” dedicato al tema.

Vi auguriamo una buona lettura e soprattutto vi attendiamo con commenti e punti di vista che possano arricchire e dare valore aggiunto a tutti!


Buongiorno e grazie per i commenti: in effetti dalla nostra esperienza emerge sempre più che l'infedeltà dei clienti, la ricerca del bargain, sono sempre più diffusi, anche fra coloro che non ne hanno bisogno. Non è, per caso, che la Offerta (Brand + Trade) hammo alimentato il mostro?

Mariarita Fallarino

Consulente e Docente Marketing B2B, Lead Generation, Account-based Marketing (ABM), CRM, AI Marketing. Founder di Lead Factory B2B. Adoro aiutare le aziende a raggiungere i loro obiettivi di lead generation e crescita.

7 anni

Complimenti Dott. Testori per questo articolo che va dritto al nocciolo del problema. Temo che la ricerca di risultati immediati e nel breve abbia fatto perdere di vista l'importanza di fare scelte strategiche di medio/lungo periodo. Scelte, queste ultime, ovviamente non basate sul taglio prezzo e sconti vari, che hanno come unico effetto quello che creare clienti infedeli - e noi italiani siamo i clienti più infedeli - e distruggere il valore dei brand.

Alberto Lozza

Chemical technician senior, R&D, production, quality control. Chemical products for: textiles, construction, water treatment, cosmetics, agrochemistry.

7 anni

Credo che la qualità al giusto prezzo alla lunga paghi e ripaghi. Siamo un po' tutti alla ricerca di quel made in italy che ahimè è.....in via di estinzione. Buona giornata!

Giusto: ricordo però, come riporta GFK, che il 45 % degli shopper compra sempre in promo ma il 55 % non lo fa. Ora, perchè non sperimentare nuove forme di "ingaggio" degli shopper nei PV? In alcuni articoli passati abbiamo riportato le analisi fatte da Dialogica. Vi assicuro che c'è ampio spazio di recupero, anche nei margini.

Andrea Frighetto

Consulente MotorGest Brescia Ovest | Specializzato in vendita e noleggio di veicoli

7 anni

La soluzione in tempo di crisi è affiancare al proprio business principale un business secondario che generi un'entrata economica che vada a collimare le spese che un imprenditore ha all'interno della propria azienda!

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