Passaggio generazionale in azienda: come affrontarlo al meglio? Ecco i nostri 6 consigli
Tra le frasi più famose di Charles Darwin ricordo “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”. Essere al passo coi tempi, avere il coraggio di cambiare e reinventarsi continuamente: ecco cosa auguriamo alle nostre aziende, in particolar modo a quelle che ci stanno più a cuore, le imprese familiari.
Le imprese a conduzione familiare, secondo l’articolo 230-bis del Codice Civile dalla l. n. 151 del 19 maggio 1975, sono quelle imprese in cui collaborano coniuge, parenti entro il terzo grado di parentela e affini (fino ai cognati) entro il secondo grado dell’imprenditore. L’attività economica, quindi, è svolta da più soggetti, come accade nelle società ed esistono, solitamente, caratteristiche comuni:
- il fondatore o un membro della famiglia occupa un ruolo dirigenziale, ossia la posizione di Presidente o CEO (amministratore unico) dell’azienda;
- anche i membri della famiglia ricoprono posizioni preminenti nell’azienda e avranno voce nelle decisioni di gestione aziendale;
- chiunque affianchi il Presidente, in qualità di manager o consulente esterno, deve sempre confrontarsi con il proprietario e la sua famiglia prima di prendere una decisione o avviare un piano di azione.
Ma che percentuale di aziende familiari è presente nel mondo e in Italia?
Ecco alcuni dati interessanti:
- secondo un’analisi del 2019 del Global Family Business Index, in cooperazione con il Global Family Business Center of Excellence di EY, sulle prime 500 società a controllo familiare nel mondo per fatturato, i Paesi maggiormente rappresentati sono Stati Uniti (122 società), Germania (79), Francia (28), Hong Kong (21), Svizzera (19) e India (17). L’Italia risulta al settimo posto con 17 imprese familiari;
- secondo l’Aidaf (Associazione delle Imprese familiari italiane), le imprese familiari con un fatturato superiore a 20 milioni di Euro rappresentano il 65% del totale delle imprese italiane e, allargando la visuale alle imprese con un fatturato inferiore a 20 milioni di Euro, si stima che la percentuale aumenti all’85% circa;
- in un report speciale di aprile 2015 dell’Economist, le imprese familiari costituiscono oltre il 90% delle aziende mondiali;
- nel XI Osservatorio AUB Le Imprese Familiari e il Mondo, Bocconi, novembre 2019, si classificano le prime 500 aziende familiari per fatturato (escluse banche e assicurazioni) in Francia, Germania e Italia. L’Italia è al primo posto con 205 aziende e una percentuale del 41%, la Germania al secondo (176 e 35,2%), Francia all’ultimo (119 e 23,8%).
Possiamo affermare con certezza, quindi, che le aziende familiari in Italia hanno un grande potenziale. Esiste, però, un momento tra i momenti più critici nella vita di un’impresa: il passaggio generazionale. La successione imprenditoriale comporta operazioni di trasferimento e successione nella conduzione dell'impresa tra soggetti della stessa famiglia. Il ricambio generazionale è un momento molto delicato che va pianificato e gestito con cautela, affidandosi a dei professionisti. Un momento che non deve essere sottovalutato, se non si vuole rischiare la sopravvivenza della propria impresa. Nell’interessante Censimento permanente delle imprese – Istat del febbraio 2020, infatti, l’8,8% delle imprese dichiara di aver affrontato almeno un passaggio generazionale tra il 2013 e il 2018, l’1% di averlo affrontato nel 2019 e poco più di un decimo ha dichiarato di poterlo affrontare entro il 2023. Complessivamente, oltre il 20% delle imprese è interessato a questo fenomeno nel periodo compreso tra il 2013 e il 2023.
La percentuale di aziende che non riscontra problemi diminuisce nelle microimprese e aumenta alle macro (49,4% nel primo caso, 75% nel secondo) e le problematiche maggiori riguardano:
- l’assenza di eredi o successori (21%)
- difficoltà burocratiche, legislative e/o fiscali (15,1%)
- trasferimento di competenze e/o contatti (12,5%)
- difficoltà economiche e/o finanziarie (11,7%)
Per questo motivo ho individuato alcune regole generali da seguire per affrontare al meglio il passaggio generazionale.
Ecco i nostri 6 consigli:
- come nel classico ambiente di lavoro in cui è necessario distinguere le relazioni lavorative da quelle di amicizia, è obbligatorio distinguere l’impresa dalla famiglia. Gli aspetti relazionali e quindi emotivi sono punti critici da imparare a gestire, il leader deve sempre pensare da leader;
- in quest’ottica, cercare di mettere da parte l’appartenenza familiare per premiare le eccellenze e le competenze reali, attraverso un sistema meritocratico di valori;
- applicare un sistema di governance moderno, attuale e al passo coi tempi, considerando che l’azienda si trova in una fase differenti del suo ciclo di vita rispetto alla precedente generazione. Ascoltare il punto di vista della nuova generazione, dando fiducia e autonomia al nuovo leader, è salutare per l’azienda e per il suo futuro;
- attuare un piano preciso di sviluppo e azione, definire un quadro di regole scritte condivise, chiare e precise, delineare gli obiettivi. Seguire l’approccio più adatto all’impresa, ricordando che una coesistenza di approcci (conservatore, pragmatico, anticipatore e lungimirante) è sempre la carta vincente;
- essere positivi e guardare al futuro con ottimismo, cercando di essere sempre pronti ad affrontare imprevisti e cambiare strategie;
- non sottovalutare mai il coinvolgimento di attori terzi: queste figure permetterà di integrare le conoscenze dell’imprenditore e colmarne le naturali lacune.
E la tua azienda sta pensando al passaggio generazionale o è riuscita ad affrontarlo senza problemi?
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Put your Business on Autopilot • AI Automation Expert • International Speaker • Father of Diego & Alessia
4 anniBel post Ugo!
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4 anniSemplice, chiaro, utile: grazie!
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