PER CHI SUONA LA CAMPANA?
“Nei nostri sogni il peso che abbiamo visto, lo raccogliamo
Anche se credo che il sole splenda ancora
E credo che arrivi un momento
Quando dal silenzio canteremo
E anche le campane spezzate suoneranno.”
Da Broken Bells, Greta Van Fleet
Gene Simmons, recentemente, si è lanciato in una tirata sul rock che, a suo dire, sarebbe morto … E io ho pensato: ecco che ci risiamo … Ogni tanto, qualcuno deve uscire con la lapidaria sentenza. Aggiungo che in questo particolare periodo, il genere sembra più vivo che mai e, quindi, non si capisce da cosa provenga tutta questa determinazione nel dichiararne il decesso.
Quello del grande Gene che, come è ovvio io stimo molto per la storia che ha avuto con i suoi Kiss, è solo l’ennesimo requiem che sento recitare. A suo e vostro uso e consumo vi racconterò una storia.
La protagonista di questo racconto è Graziella, una ragazza di Grosseto come tante che ha un lavoro normale, un marito e dei figli. Una vita serena e ordinaria che diventa progressivamente più pesante quando sulla sua strada incontra il “Re degli Elfi”. Nel suo caso ha la forma della depressione. L’esistenza è sempre più difficile: il lavoro è un macigno insopportabile, parenti e amici sono insidiosi detrattori o quantomeno maligni pettegoli. Per isolarsi da tutto, mette le cuffiette e ascolta musica. E’ l’unico suono di cui si può fidare.
Un collega di lavoro comincia ad iniziarla all’ascolto di musica rock, dai classici agli artisti più indipendenti e di nicchia. E’ un diversivo balsamico.
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Tuttavia, quello spettro continua a lavorare fino a portarla sulla balaustra di un ponte, decisa a far terminare quella insopportabile sofferenza. Un messaggio che le arriva sul telefono, la distrae. E’ il suo collega che le manda un link di un brano musicale: Road dei Backyard Babies. E’ un’epifania. Come nel brano che parla di un uomo che si è perduto, Graziella si ritrova e decide di cambiare “strada”.
Decide di restituire alla musica quello che lei le aveva ridato. Così fonda la fanzine Rock My Life: www.rockmylife.it
Io incontro Graziella e la sua storia per un caso fortuito ma mi metto a seguire lei e la sua testata dove scopro fenomeni molto indie ma molto buoni a testimonianza del fatto che c’è tanta ricchezza da scoprire se si ha la passione e le competenze per farlo. Graziella racconta, senza farsi nessuno sconto, la sua vicenda nel suo bel romanzo che si intitola Rock My Life.
Graziella Ventrone è nata su quel ponte, come altri si sono persi e ritrovati sotto un altro. Per questo i ponti sono così frequentati. I benpensanti non ci passano ne sopra, ne sotto perché non hanno mai vissuto il dolore, perché non hanno mai avuto sogni.
Per questo Gene Simmons si sbaglia. Il rock non solo è più vivo che mai ma contribuisce a guaririci, a tenerci sani e vigili. Se il rock è morto, lo siamo anche noi perché avremo perso quell’ispirazione istintiva a essere critici, a ribellarci, a ragionare, a non farci prendere in giro e a rialzarci soprattutto in periodi confusi e bui come questo.
Ma noi siamo anche buoni. Infatti, non credo che risponderemo mai a Gene come ha fatto Alice Cooper: non è il rock a essere morto, sei tu.
Alla fine, Gene siamo ammaccati ma siamo tutti ancora vivi.
di Paolo Pelizza
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