Perché è utile virtualizzare gli eventi
Mentre scrivo sto ascoltando gli organizzatori del Salone del Mobile a Radio 24 che si propongono di andare a prendere fisicamente i buyer e portarli in Italia per affrontare di petto una delle peggiori crisi del Made in Italy. Il settore delle fiere e degli eventi “fisici” sta subendo una battuta d’arresto impensabile fino a qualche giorno fa.
Il percorso di virtualizzazione creato da Adverteaser già anni fa a sostegno di svariate attività prende quindi oggi una nuova consistenza. Parliamo di tour virtuali, di community, di incentive, di promo, di training, di gaming. Di lead e di relazioni di valore.
Per entrare in questo mondo di soluzioni complesse ci sono attività decisamente semplici da attuare; questi due approcci sono l’obiettivo di questo articolo.
Evento Virtuale, Evento Virale
La viralità di un evento, è indubbio, dipende da quanto è appealing l’experience. L’esperienza (che è un insieme di experience) invece ci dice che anche piccoli cambiamenti nel sistema relazionale portano risultati particolarmente interessanti, specie se stiamo operando in attività B2B dove aggiungere anche solo 2000 clienti potenziali in un paese che abbiamo individuato come nuova strategic arena è un risultato che possiamo considerare virale.
Virale è se in qualche mese riusciamo a coinvolgere il 40% dei professionisti di un determinato cluster che dopo un anno diventa il 60; o triplicare i contatti di una fiera. Virale nelle nostre esperienze è anche selettivo, elemento strategico per la focalizzazione e la costruzione dell’offerta.
Virale spesso per noi significa trasformare un innamoramento in amore, trasformare dei follower in advocate, comunque influencer. Virale è un generatore di experience che continuano.
L’approccio più semplice è il Tour Virtuale, quello più complesso la Community. Si può però partire da uno per arrivare all’altro con una strategia di comunicazione e di coinvolgimento dei cluster, che li conosciate o no.
Il Tour Virtuale
Creare un tour virtuale fruibile dal web allo smartphone, al desk, al visore 3d è una operazione tutto sommato semplice se già esiste la location (showroom, stand, stabilimento, uffici, museo, palazzo, ...) e dipende dalla vastità della superficie. Rendere questa esperienza interessante dipende invece dai contenuti dei Point of Interest (POI) da inserire nel percorso con messaggi testuali, grafica, video, link. Anche le lingue possono essere multiple in funzione del percorso.
In pochi giorni, se avete già dei contenuti di base, al costo di una brochure si fa. Aggiungendo una DEM, una landing page curata in ottica SEO, una C2A efficace, avete una bella campagna.
Un po’ più complesso se l’ambiente è da costruire ex novo, ovvio, ma è solo per ribadire che si può costruire qualunque location.
Un tour virtuale vi può anche servire semplicemente per istruire i vostri collaboratori. O per creare un gioco, per supportare una promo. Per far visitare il vostro stand o la vostra showroom a migliaia di potenziali clienti in tutto il mondo.
Molto efficace, manutenzione di norma ridotta. Possibilità di strutturarlo modulare.
Date un’occhiata a questa case history di Schneider Electric.
La Community
Alla base della community non ci sono tanto eventi eclatanti quanto interazioni di valore: è la sequenza degli eventi ad essere fondamentale e il virtuale diventa sempre più determinante, specie se la community continua a crescere.
Non solo lo streaming o i social che sono stati i primi media, ma veri percorsi virtuali che diventano sempre più importanti e strategici per gestire le reti sociali che costituiscono la community. Infatti possiamo rendere attive community di 6-7 mila professionisti solo se riusciamo a clusterizzarli in gruppi di poco più di 100 persone, max 200. E a coinvolgerli con continuità con il supporto di idee creative e se serve di professionisti facilitatori, animatori, guru.
Sono progetti almeno a medio termine, spesso lungo. I nostri due più “vecchi” compiranno a breve vent’anni e animano la maggior parte dei professionisti di un mercato. Quello più complesso lo stiamo realizzando, è il Forum del Futuro Quotidiano con l’obiettivo di coinvolgere un vasto numero di stakeholder. I dettagli a breve.
La piattaforma virtuale di gestione è alla base dell’attività, ma i meeting periodici sono indispensabili.
I risultati che potete ottenere sono veramente tanti, abbiamo un panel di iniziative di valore che hanno portato importanti impatti sul trade, sui clienti, sugli influencer, e anche influito positivamente sul conto economico.
Molto efficace se curata e progettata per sostenere i numerosi feedback.
Queste case history sono più complesse; qui trovate due esempi. [Pro Plan Breeder Club e CotyClub]
Se vi interessano i dettagli ve li raccontiamo a voce. Anche solo in un incontro virtuale in call.
Dati: interazioni, connessioni, evoluzioni.
Tutti i nostri eventi virtuali offrono report accurati sui partecipanti, sulle interazioni (POI visti, tempo di permanenza, download, o specifiche a richiesta) e, in funzione del progetto, permettono livelli di coinvolgimento differenziati per cluster, con accessi, visualizzazioni e contenuti ovviamente personalizzati.
I dati sono interfacciabili con website, CRM o altre piattaforme di analisi e BI.
Nelle versioni più avanzate anche i documenti visualizzabili e scaricabili sono personalizzati con una impaginazione automatica dei contenuti in funzione del profilo o delle richieste/experience dei singoli.
Tutto il materiale prodotto è stato riutilizzato in altri supporti di comunicazione destinati alla rete di vendita (il tour virtuale è diventato un catalogo virtuale) e alla formazione.