Perché il follow-up conta più dell'evento?
Come capitalizzare ogni contatto per costruire relazioni di valore
Quando parliamo di follow-up, spesso ci riferiamo al semplice gesto di “fare seguito” a un incontro, una presentazione o un evento.
Ma nel sales marketing B2B, il follow-up è molto più di questo: è un processo strategico che richiede pianificazione, attenzione e una chiara comprensione del valore aggiunto che possiamo offrire.
In un contesto in cui i mercati sono sempre più competitivi e le decisioni di acquisto sempre più ponderate, il follow-up diventa uno strumento cruciale per capitalizzare gli sforzi fatti in fiera, durante un webinar o in qualsiasi altro tipo di evento.
Perché?
Oltre un semplice grazie
In termini pratici, il follow-up è la gestione dei contatti generati durante un evento e si concretizza in una serie di azioni mirate a sviluppare una relazione.
Non si tratta di un’unica azione di “ringraziamento per la partecipazione”, ma di un processo continuativo di connessione e comunicazione che possa rispondere ai bisogni espressi o latenti del nostro interlocutore.
Nel B2B, dove le decisioni di acquisto non sono mai impulsive, la gestione del follow-up può rappresentare il vero punto di svolta tra una relazione sterile e un’opportunità concreta di business.
Quanto è importante il "dopo"
Spesso si investe molto per partecipare a fiere, organizzare convegni, workshop e webinar, ma senza un follow-up efficace, tutto questo sforzo rischia di avere un impatto limitato.
Un follow-up ben strutturato è il ponte che collega un contatto occasionale a una relazione duratura.
Ecco perché il follow-up è un elemento essenziale del processo di vendita B2B: permette di capitalizzare i contatti generati e di trasformare l’interesse momentaneo in un’opportunità concreta.
È qui che entra in gioco la capacità di coltivare, segmentare e personalizzare il rapporto con ogni singolo contatto.
Strategia e pratica del follow-up per il sales marketing B2B
Ogni contatto, dopo un evento, è un punto di partenza per un percorso di valore e fidelizzazione.
Ma quali sono le componenti principali per un follow-up che massimizzi l’efficacia commerciale?
Ho individuato almeno 7 punti che non devono mancare mai.
1. Segmentare i contatti: non tutte le relazioni hanno lo stesso valore
Il primo passo per un follow-up efficace è capire chi tra i contatti raccolti è più vicino a una decisione di acquisto e ha un potenziale strategico.
Segmentare i contatti in base a criteri come il ruolo aziendale, il livello di interesse dimostrato o la loro posizione nel ciclo di acquisto permette di focalizzare gli sforzi su chi ha maggiori probabilità di rispondere positivamente.
Questa segmentazione può essere fatta rapidamente grazie a strumenti come il CRM, che aiutano a organizzare e tracciare le informazioni raccolte, mantenendo le interazioni personalizzate e mirate.
2. Personalizzare la comunicazione: il primo messaggio post-evento è cruciale
Dopo aver segmentato, è importante stabilire un contatto personale. Il primo messaggio di follow-up non può essere generico; deve invece mostrare l’interesse verso le specifiche esigenze e aspirazioni dell’interlocutore.
Un messaggio di follow-up efficace dovrebbe fare riferimento all’evento e alla conversazione specifica avuta, così da dimostrare attenzione.
Ad esempio, un messaggio come “È stato un piacere incontrarti durante il workshop. Mi ha colpito il tuo interesse per [tema specifico] e sarei lieto di condividere un caso di studio rilevante che potrebbe interessarti” comunica al contatto che il dialogo non è solo un’azione di cortesia, ma ha un obiettivo concreto e utile.
3. Offrire contenuti di valore: una connessione continua che supporta la decisione d’acquisto
Il follow-up non si esaurisce con un ringraziamento, ma si arricchisce offrendo contenuti di valore che mantengano vivo l’interesse del contatto.
Questo può includere whitepaper, case study, report sui trend di settore, o guide pratiche per affrontare problematiche specifiche.
Nel B2B, il cliente apprezza e ricerca contenuti che siano realmente utili per la sua attività e che possano essere applicati al suo contesto.
Un follow-up efficace include anche l’invito a eventi futuri o l’accesso esclusivo a risorse che possano arricchire la sua prospettiva sul settore.
4. Automatizzare senza perdere l’approccio umano
Il CRM è essenziale per tracciare, monitorare e gestire i contatti nel tempo.
Integrare i dati dell’evento e gestire il follow-up tramite CRM aiuta a non perdere informazioni importanti e a personalizzare ogni contatto in base al percorso e alle interazioni precedenti.
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Automatizzare parte del follow-up (come i reminder periodici o gli inviti a eventi simili) permette di mantenere la relazione nel tempo, senza tuttavia sacrificare la personalizzazione, che è cruciale per la gestione commerciale B2B.
5. Proporre azioni concrete.
Un follow-up efficace non si limita a offrire informazioni, ma deve stimolare il contatto a compiere un’azione.
Ogni messaggio deve avere un invito all’azione chiaro, come la proposta di una call per discutere di un problema specifico o un’offerta di demo personalizzata.
L’obiettivo è sempre quello di dare al contatto un motivo per proseguire la conversazione e approfondire la possibilità di collaborazione.
6. Monitorare: l’analisi come base per migliorare
Un aspetto spesso trascurato del follow-up è la misurazione.
Valutare i risultati di ogni azione permette di identificare le aree di miglioramento e di ottimizzare il processo per i contatti futuri.
L’utilizzo del CRM facilita anche l’analisi e permette di tenere traccia di conversioni, tempi di risposta e risultati concreti generati dal follow-up, offrendo una visione chiara di quali azioni hanno funzionato e quali no.
7. Coltivare la relazione
Infine, il follow-up è uno strumento per coltivare la relazione nel lungo periodo.
Ogni contatto deve essere nutrito e seguito nel tempo, magari anche con aggiornamenti periodici sui nostri prodotti o servizi e con inviti a nuovi eventi.
Un approccio che si dimostri costante e affidabile farà sì che il contatto ci consideri un punto di riferimento, pronto a intervenire quando il bisogno sarà maturo.
Perché il follow-up conta più dell'evento?
Il follow-up è il cuore del processo di vendita B2B.
Va oltre la gestione del contatto occasionale; è una strategia strutturata e continua che rafforza le relazioni, valorizza gli investimenti fatti negli eventi e guida il contatto verso una decisione di acquisto.
Segmentare, personalizzare, automatizzare e monitorare sono i pilastri di un follow-up efficace, che nel B2B fa la differenza tra una semplice opportunità e una collaborazione concreta e duratura.
Ecco perché il follow-up conta davvero di più dell'evento stesso.
E tu?
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N.B. In pratica, facciamo insieme un check-up preliminare del tuo modello di business (e della tua organizzazione commerciale)
NOTA: i contenuti di questo articolo citano alcuni miei post sul tema e ne riprendono altri già pubblicati in passato. Se ti sono piaciuti gli argomenti trattati, allora vai al mio blog (potrebbero interessarti anche i miei precedenti articoli) oppure cerca gli altri post collegati.
Fonti di riferimento: "Il marketing plan vincente" (Allan Dib); "Creare modelli di business." (Alexander Osterwalder, Yves Pigneur); "Positioning: The Battle for Your Mind" (Al Ries & Jack Trout); "L'analisi strategica per le decisioni aziendali" (Robert M. Grant); "Scrivere un Piano di Marketing" (John Westwood)
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Giornalista pubblicista, addetto stampa e progettista culturale presso Varie Aziende
1 meseInteressante!
Parole sagge, Rino. Troppo spesso sento dire ai merketer che la fiera o il webinar non hanno funzionato. Alla resa dei conti, se poni le giuste domande, scopri che l'efficacia dell'azione è stata depotenziata da una gestione poco accurata del post evento. I consigli che dai nella tua newslwtter sono un ottimo strumento per fare un check e partire con il piede giusto, già in fase di progettazione dell'attività.
Consulente di marketing strategico per l'esportazione in USA. Guido imprenditori ambiziosi e determinati a compiere tutti i passi necessari affinché le loro imprese si affermino con successo nel mercato americano.
1 meseIl tema del follow-up si perde nella notte dei tempi. La questione principale è che il giorno dopo l’evento ci sono altre decine di potenziali fornitori che assaltano la mail del prospect e quest’ultimo finisce con il cestinare tutto. Allora l’insegnamento è anche verso i prospect, ovvero: imparate ad ascoltare TUTTI perché anche quello è un modo per “essere sul mercato”. Ascoltate le voci di tutti e darete del bene alla vostra impresa. 😊
Marketing e Business Strategist | Sustainability & ESG advisor |Trasformo e Innovo Modelli di Business per la Crescita Sostenibile in vantaggi competitivi | CSRD | La sostenibilità non si dice… si FA e si COMUNICA!
1 meseNella costruzione di una pipeline di vendita, la "fase di follow-up", viene spesso solo inserita come tale, ovvero una delle fasi da spuntare nel CRM o nel suo antesignano -il buon caro excel- senza attribuirle il valore che tu perfettamente descrivi Rino Zuzolo. Dal follow-up, se ben gestito sin dalla sua pianificazione strategica, possono gemmare moltissime informazioni preziose e funzionali all'obiettivo di conversione del lead. Il follow-up è proprio una fase di connessione o ancora, mi piace internderla di "iniziazione" alla costruzione di una connesione continua.
Senior Deliverability Doctor. Guerriero della Lead Generation. Stermino i contatti fasulli con ActiveContactPro.
1 meseQuando sentiamo la parola “follow-up”, in genere la colleghiamo ad un’azione commerciale di tipo promozionale (vendita). Se ci distacchiamo completamente da questo e il follow-up lo concentriamo sulla persona si possono ottenere risultati impensabili. Tanti anni fa una persona durante una cena mi disse: Piero ricordati che se rincorri il denaro non lo raggiungerai mai, più corri verso di lui e più si allontana. Quella persona era Jim Rhon. Si, ho avuto una “botta di culo” per cenare con lui, era il 1997 a Los Angeles