Perfezionismo o eccellenza?
In una delle scene del film "L'ultimo samurai", Katsumoto, il personaggio interpretato dall'attore Ken Watanabe, afferma che "Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata."
In una delle scene alla fine del film, sempre Katsumoto, prima di spirare fra le braccia di Nathan Algren, il personaggio interpretato dall'attore Tom Cruise, pronuncia queste parole: "Perfetti, sono tutti perfetti."
L'ultima cosa che vede Katsumoto prima di morire sono i petali dei fiori di ciliegio e con le sue ultime parole manifesta di aver compreso un aspetto davvero importante: la perfezione non esiste, ma è nell'imperfezione che possiamo cogliere la bellezza delle cose.
Caratteristica del mondo lavorativo occidentale è il concetto di "perfezione". Un concetto che spesso è più nocivo che benefico non solo sul posto di lavoro ma in ogni ambito della nostra vita.
Il perfezionismo spesso porta alla procrastinazione. Per superarlo, è necessario abituarsi che non esiste la perfezione, ma che possiamo limare costantemente le imperfezioni e che si tratta di un processo continuo.
La perfezione esprime un concetto a cui possiamo avvicinarci, possiamo arrivare a toccarlo ma non potremo mai toccarlo. Una sorta di chimera. Di balena bianca il cui inseguimento ci deve far comprendere che l'imperfezione è quel motore che ci spinge a migliorarci, a crescere, a divenire persone migliori ogni giorno.
L'interiorizzazione di questo ci porta alla padronanza dell'arte di iniziare, che è la strada verso l'eccellenza.
Per continuare a riflettere assieme su questo argomento puoi leggere il mio articolo: Perfezione o eccellenza?
實踐真知 Francesco