Perseveranza. Energia per trasformare i sogni in realtà

Perseveranza. Energia per trasformare i sogni in realtà

La parola e le parole non sono solamente espressioni convenzionali della comunicazione, ma realtà interne che ci appartengono. Chi, come me, fa il mestiere dell’analista, sa che esse ci abitano, ci descrivono e ci narrano perché ciascuno di noi è parola pensata, ascoltata e pronunciata. Verbo, presenza, energia, memoria.

Mi piacerà, da oggi, raccontare alcune di queste parole. Quelle positive che ci servono.

La prima è “perseveranza” che non vuol dire resistere. O non solamente quello. Caso mai è attrezzatura di compensazione che in parte si mostra quando siamo alle corde. Il filosofo Epitteto sosteneva che “Non sono le circostanze a fare l’uomo. Esse ne rivelano solo le caratteristiche”.

Precisazione di rilievo in quanto allude alla perseveranza come risorsa o pratica necessaria a sviluppare una “muscolatura” mentale utile a progettare il futuro e a immaginare obiettivi e mete. Purtroppo oggi non è più un modello educativo utilizzato, per lo meno da quando ci siamo fatti sommergere dal lessico accomodante del “può bastare” che ci ha fatto dimenticare l’importanza della costanza, della fermezza e della pazienza.

La perseveranza, che contiene queste valenze, sembra appartenere solo a chi ha affrontato gli inciampi dell’esistenza ed è uscito dalla confort-zone. Qualche volta è così ma, per favore, non pensiamola come forza di volontà.

Perseverare è un’arte, in parte un dono della natura, forse una componente genetica in cui alcuni strumenti sono di default, ma più di tutto è una risorsa che si costruisce giorno dopo giorno, che si coltiva e si allena con un’educazione attenta e paziente fin dai primi anni di vita.

È una forza interna simile alla fiducia che serve per lottare contro le difficoltà che ci mettono alla prova. Chiamiamola energia che aiuta a non darsi per vinti dopo una sconfitta o strumento per capire chi siamo e cosa fare quando si cade, si perde, si fallisce.

La perseveranza confina strettamente con la relazione che abbiamo con noi stessi. Non è un generico sentimento che nasce dalla speranza di essere ri-compensati in futuro. È un agire nel presente, un tener fede ai propositi che facciamo. Una vera e propria “battaglia” costante, quotidiana che, come dice il teologo e cardinale portoghese Josè Tolentino Mendonça, si “deve combattere a tutte le ore e in tutte le tappe che percorriamo”.

Potrebbe essere il segreto del successo, ma al di là del risultato, è un “sapere” che, prima di arrivare da qualche parte, avremo ostacoli da affrontare e fatiche da compiere. Pensiamola come forza creativa che ci fa sognare e ci spinge ad affrontare e trasformare la realtà.

Ci sono una quantità di studi che dimostrano la necessità dei bambini di avere modelli educativi caratterizzati dalla perseveranza, segni e vissuti dell’impegno e della tenacia, che assieme alla pazienza servono, non per diventare famosi, ma per rendere possibile ciò che può sembrare difficile da raggiungere.

Solo con la perseveranza si riesce e con essa si contrasta la rassegnazione e lo sconforto, si affrontano le crisi e, con questa dote, è possibile anche condividere con gli altri le proprie risorse per il bene comune.

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di GIUSEPPE MAIOLO

Altre pagine consultate