Piacere sui social: la scienza ci dice perchè!.
Nell’affollato universo dei social network, tutti, dall’utente privato al brand più noto, cerchiamo in qualche modo di piacere agli altri.
Certo, formulata in questi termini la questione potrebbe sembrarti l’ennesima scoperta dell’acqua calda. Se ci domandiamo però cosa significhi concretamente “piacere agli altri”, ecco che il tema si rivela decisamente più sfaccettato.
Lo stesso intento iniziale, impressionare positivamente il prossimo, può infatti dare luogo a comportamenti diametralmente opposti.
Istintivamente, molte persone ritengono che la strategia più efficace per suscitare ammirazione, anche nel mondo online, sia attribuirsi per quanto possibile l’immagine di “vincenti”: mostrare chiari segnali di successo e di benessere materiale, condividere piccoli e grandi trionfi esultando davanti ai propri contatti, ecc.
Da tale impostazione scaturisce la valanga di selfie in pose plastiche e fotografie di feste mirabolanti, coppie innamoratissime, viaggi in località affascinanti e accessori costosi che inonda i social di tutto il mondo. Siamo sicuri che quell’atteggiamento, però, porti al risultato desiderato?
La scienza ha qualcosa da dire in proposito.
Secondo una ricerca del think thank danese “Happiness Research Institute”, gli utenti social assidui presentano tassi di insoddisfazione decisamente più alti, rispetto a chi utilizza meno (o non utilizza) i famosi network.
A colpire è soprattutto la spiegazione ipotizzata dai ricercatori: i frequentatori abituali dei social network si imbatterebbero più facilmente nei post trionfali e nelle ostentazioni dei loro contatti, sentendosi “sviliti”. Meno vincenti, insomma, degli amici che sfoggiano uno stile di vita edonista e pieno di soddisfazioni, verso i quali provano magari sensazioni di invidia e fastidio.
Alla luce di queste considerazioni, allora, cosa significa piacere veramente, senza suscitare né tristezza né sentimenti di avversione?
Ci aiuta a rispondere un personaggio, il quale qualche tempo fa ha creato un caso social, che ti ho raccontato in un paio di articoli: Gianni Morandi!
Il cantante – social media star è ormai noto anche tra i giovanissimi per il grande successo della sua pagina Facebook, citata come un vero e proprio case-study anche nei più seri dibattiti sulla comunicazione online.
Cosa fa Morandi per suscitare l’entusiasmo e l’affetto degli utenti che lo seguono? Ostenta forse ville con piscina, party esclusivi, lusso?
Tutt’altro! Visitando la sua famosa pagina, ci si imbatte in Gianni che legge un libro al mare, Gianni che fa la spesa, Gianni in compagnia dei familiari… immagini che trasmettono buonumore con grande genuinità e in modo diretto, accompagnate magari da brevi didascalie che sottolineano il suo apprezzamento per le piccole, semplici gioie del quotidiano.
Gli utenti si immedesimano in lui; non vedono un “VIP” irraggiungibile celato in un mondo esclusivo, ma una persona come loro, che si emoziona per le stesse ragioni e non esibisce il proprio status di artista affermato.
A questo punto potresti dirmi “Sì, la semplicità è una bella cosa, la genuinità funziona, ma hai presente i Rich Kids of Instagram? Hanno tantissimi followers anche loro!”.
Se non conosci il fenomeno, i Rich Kids of Instagram sono… proprio quello che la definizione dice. Giovani (molto) benestanti, che pubblicano sul famoso social immagini della loro dorata quotidianità, tra bolidi di lusso, abiti griffati e ville faraoniche, con un seguito enorme di utenti.
Attenzione, però: c’è una differenza profonda tra vantare un grande numero di “followers”, mossi magari da semplice curiosità e pronti a sparlare di te e ad attaccarti e godere, invece, di stima e affetto sincero.
Molti si scagliano contro l’ostentazione del lusso o la semplice ricchezza, con critiche feroci; è accaduto anche recentemente, dopo la messa in onda su RaiDue di una trasmissione televisiva che conduceva il telespettatore nel mondo di alcuni ricchi giovani italiani.
Che si gestisca il proprio profilo personale o quello di un brand o di un’attività, occorre quindi chiedersi cosa si vuole ottenere. Gossip e dibattiti infuocati? O reale ammirazione?
Se hai dubbi, meglio chiedere qualche dritta a Gianni Morandi! 😉