Quanto è importante il rispetto delle  tradizioni?
Pasqua 06/04/1980 - Scoppio del Carro in Piazza del Duomo

Quanto è importante il rispetto delle tradizioni?

All'interno di una società sempre più frenetica che non è quasi più capace di carpire con i soli occhi una emozione, ma che deve necessariamente immortalare l'istante all'interno di una memoria esterna, la Tradizione resta un qualcosa di impalpabile, intangibile, che riesce ancora oggi a far tirare il freno a mano al tempo.

Quindi, quanto è importante il rispetto delle tradizioni?

Partiamo da lontano, dall'etimologia della parola "tradizione", che deriva dal latino traditio -onis, propr. «consegna, trasmissione», derivato di tradĕre «consegnare»; Nel significato etimologico, è voce dell’uso giuridico, indicante la consegna di una cosa mobile o immobile, che ha per effetto il trasferimento del possesso della cosa, soprattutto con riferimento al diritto romano. Trasmissione nel tempo, da una generazione a quelle successive, di memorie, notizie, testimonianze. [cit. Treccani].

Ecco che si parla di tramandare un qualcosa, consegnare al prossimo ciò che si è acquisito in passato... passato vs futuro.

Si avvicina la Pasqua ed a Firenze c'è una tradizione millenaria.

Questa festa risale ai lontani tempi della prima crociata e, in particolare, al ritorno da Gerusalemme del capitano fiorentino Pazzino dei Pazzi che porto con sé tre scaglie di pietra del santo Sepolcro. Le tre pietre venivano usate per trarne una scintilla di fuoco "novello" distribuito alle famiglie fiorentine, dopo la benedizione, per riaccendere il focolare domestico. Si diffuse in tal modo a Firenze l'uso di distribuire al clero e al popolo il "fuoco santo" come segno di Resurrezione.

Fu la famiglia dei Pazzi infatti, con la costruzione del monumentale "Carro di Fuoco", a gettare le basi dell'odierna cerimonia che, in maniera simbolica, distribuiva il fuoco benedetto a tutta la città. [cit. sito web Comune di Firenze, Tradizioni Popolari]

Una festa che ancora oggi, come nella foto del 1980 in cui si vedono i Bandierai esibirsi intorno al Brindellone, gente assiepata su finestre, tetti e tribune gremite, raccoglie ancora tantissimi consensi sia dai fiorentini, sia da moltissimi turisti e stranieri che visitano Firenze in occasione della Pasqua.

Non si può certo dire che 50 anni di storia siano paragonabili in termini di tempo alla storia del Carro di Fuoco, ma anche i Bandierai degli Uffizi, che questo anno festeggiano cinque decenni di storia hanno le loro tradizioni e le tramandano alle nuove generazioni del gruppo. Le Zanzare dei Bandierai in particolare si fanno carico, in quanto novizi sbandieratori e tamburini dai 10 ai 16 anni, di raccogliere le nozioni sull'Arte del maneggio della bandiera a Firenze, attraverso gli insegnamenti dei loro allenatori, che a sua volta hanno appreso queste nozioni da chi prima di loro ha conosciuto ed ancora oggi tramanda questa tradizione.

Attraverso i costumi rinascimentali con impresse le principali Magistrature e gli Uffici esistenti nella Repubblica Fiorentina del XVI secolo, gli sbandieratori ufficiali di Firenze rievocano i festi del rinascimento fiorentino e tutta la storia che passa attraverso la rievocazione storica del Calcio storico fiorentino. Rappresentando Firenze in giro per il mondo, infondono gioia e ammirazione grazie al giostrare festoso delle bandiere gigliate ed i ritmi serrati dei tamburi. 

I Bandierai degli Uffizi sono gli unici depositari dell'Arte fiorentina della bandiera e contribuiscono a diffondere la Cultura, la Tradizione ed il Folklore italiano in tutto il mondo, attraverso il mantenimento della più tradizionale e rigida rievocazione dei “modi e delle maniere”, sia scenografiche che atletiche, del maneggio della bandiera a fini militari del rinascimento.


Fieri di rappresentare Firenze e le sue Tradizioni, come per ogni Pasqua da cinquanta anni a questa parte!


i Bandierai degli Uffizi

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate