Quel dubbio amletico fra il senso del dovere e il fare di convenienza

Quel dubbio amletico fra il senso del dovere e il fare di convenienza

Essere ecologici significa avere a cuore la salute dell’ambiente e preservare le sue condizioni naturali.

Ma noi, nella vita di ogni giorno e nei fatti, siamo veramente ecologici oppure ci piace solo pensare di esserlo?…

Se me lo permettete, qualche dubbio sorge spontaneo dal momento che, dopotutto, non rinunciamo a certe abitudini che tutto sommato non sono poi così “sane” (dal punto di vista dell’ambiente): uno degli indicatori a nostro sfavore sarà il sacchetto per la raccolta della plastica di uso domestico che, anno per anno, ha dimensioni sempre maggiori.

Un’altra considerazione potrebbe essere il fatto che acquistiamo articoli e derrate alimentari non sempre locali che, per essere prodotti e lavorati, richiedono lunghi spostamenti con un relativo alto consumo di energia che sarà necessaria per far muovere navi e autotreni, così, prima di finire sulle nostre tavole avrà già inquinato mezzo mondo.

Magari con la scritta “bio” sulla confezione…

Leggi in materia ce ne sono ma non ancora sufficienti a regolare tutti gli aspetti del problema, nel senso che si dovrebbe incentivare maggiormente la produzione di materiali biodegradabili almeno per il confezionamento e per gli articoli monouso, uniti a sistemi e incentivi per il recupero e il corretto smaltimento quando sarà finito il loro utilizzo. Naturalmente, sarebbe necessaria una forte sensibilizzazione rivolta ai consumatori riguardo ai comportamenti corretti da adottare.

Un altro problema (potremmo dire paradossale) che non aiuta di certo il sistema a migliorare in modo organico è il fatto che comunque, alcuni articoli biodegradabili sarebbero già sul mercato da tempo ma resta il fatto che, a detta dei produttori, non si vendano perché, al momento, non c’è una effettiva richiesta che ne giustifichi la produzione e, quindi, una consistente presenza sugli scaffali.


Poco interesse da parte dei consumatori

Questa scarsa domanda si traduce in uno sviluppo rallentato di nuove soluzioni e nella distribuzione ridotta e poco incentivata per il consumo: in pratica, le aziende non investono perché non hanno riscontri positivi dalle vendite e rischiano seriamente mancati ritorni economici dai loro investimenti.

Credo siano, più che mai, necessarie delle campagne di sensibilizzazione volte a mostrare chiaramente l'esistenza e i vantaggi di queste soluzioni e il percorso che dovremo fare per uscire dalla situazione attuale.


In tanti oggi hanno ancora dubbi sulla qualità e sui requisiti di biodegradabilità e filiera sostenibile che questo tipo di prodotti devono rispettare per essere definiti tali anche se, in effetti, molte volte succede di acquistare articoli con nobili scopi ma che poi, dopo il loro utilizzo, a causa di pigrizia o della mancanza di servizi di raccolta, vengono gettati tra i rifiuti domestici, da dove non potranno essere smaltiti correttamente.

Per ultimo ma, non meno importante dei punti precedenti, abbiamo la presenza di grandissime quantità di acqua, di bibite e tanti altri prodotti di consumo confezionati in plastiche le quali, per la maggior parte, sono monouso e non biodegradabili che viaggiano quotidianamente da una parte all’altra dell’Italia o del mondo su mezzi di trasporto che non sono esenti da emissioni inquinanti e, per cui, siamo noi (utenti finali) la causa più o meno indiretta dei problemi che tutto questo causa all'ambiente.

Noi punteremo sul fatto che un prodotto per essere definito ecologico, non deve inquinare ne durante la sua produzione e neanche durante il consumo e il suo smaltimento e dovrà provenire, per quanto possibile, da zone vicine al luogo di vendita e consumo, in modo da ridurre la quantità di emissioni inquinanti durante la sua distribuzione quindi, promuoviamo il consumo di articoli e prodotti a km 0.

La strada per arrivare ad un ciclo virtuoso ecosostenibile per i beni che utilizziamo per il nostro fabbisogno, è ancora lunga e in gran parte da tracciare ma abbiamo capito che dobbiamo prendere quella direzione che, in un prossimo futuro, ci porti verso un utilizzo più assennato delle risorse e di conseguenza, a riequilibrare il nostro rapporto con la natura, a favore della vita e della salute di tutti gli esseri viventi.

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