LA SOSTENIBILITÀ E’ IL PASSATO.
Il futuro è ecosostenibile

LA SOSTENIBILITÀ E’ IL PASSATO.

C’era una volta una bambina che abitava in un paese della Sardegna. 

Erano gli anni ‘80 e lei aveva circa sette anni. Abitava con sua nonna che un giorno la mandò a prendere il latte. Che avventura per lei ancora alle elementari andare a prendere il latte da sola! Prese la bottiglia di vetro vuota e si diresse verso la bottega. La strada era sicura (poche macchine in giro allora) e tutti la conoscevano.La bottega era minuscola e vendeva un po’ di tutto. Il negoziante le sorrise e la salutò con cortesia e le chiese cosa desiderasse. Lei gli allungò la bottiglia vuota e gli disse: “Un litro di latte per piacere”. Lui gliela riempì e lei gli diede le monete contate che stringeva forte nella mano. Mentre tornava a casa sorrideva felice per aver portato a termine il suo compito.

Quella bambina non sapeva di compiere un gesto che oggi chiameremmo “Ecologicamente sostenibile”.

Ho tanti ricordi del genere e oggi che lavoro nel campo della sostenibilità ambientale mi rendo conto che allora ci comportavamo veramente in maniera ecosostenibile. Ecco secondo me

Che cosa possiamo imparare dal passato

1.Parliamo di plastica e rifiuti

Il latte non si comprava nel Tetrapak ma si portava la bottiglia di vetro vuota da riempire.

L’acqua non si comprava in bottiglie di plastica usa e getta ma si andava a prenderla alla fonte con le taniche per poi dividerla a casa nelle bottiglie di vetro.

Oggi è molto più semplice! Bevete direttamente l’acqua del rubinetto: è ottima, molto meglio di quella in bottiglia. O, se preferite, usate la Britta o chiamate Culligan e fatevi installare dei filtri per avere un’acqua a prova di test!

Non c'erano minestroni precotti o verdure congelate. Tutto fresco, tutto chilometro zero, a volte frutta e verdura dall’orto di nonna o di amici così come le uova. Quindi impatto ambientale bassissimo e niente plastica perché i cibi erano preparati e cotti al momento.

Si andava a fare la spesa a piedi con il carrello con le ruote quindi niente buste di plastica. Mi sembra un ottimo consiglio da seguire anche oggi, altrimenti portatevi le buste da casa riutilizzabili in tessuto.

2. Parliamo dell’economia circolare. Riusa, riduci, ricicla.

  • Riusa

Mi ricordo che mia nonna usava la carta del sacchetto del pane quando avevamo la tosse. Ci massaggiava schiena e petto con olio d’oliva caldo, ci metteva sopra la carta del pane e ci faceva indossare la maglia di lana. Non vi dico le sudate ma il giorno dopo la tosse era sparita!

Il pane non si buttava mai ma o si usava nelle minestre o si grattugiava e si usava per ricette varie.

Il cibo in generale non si buttava mai. C’erano metodi geniali per utilizzarlo nuovamente ma non farlo mai finire nella spazzatura.

Mia nonna ci raccontava di quando, in tempo di guerra, aveva mangiato bucce d’arancia e di patate perché non ci vedeva più dalla fame. Capite bene quanto il cibo fosse sacro!

  • Riduci

Beh diciamo che c’era poco da ridurre. SI comprava il minimo indispensabile e si evitavano gli sprechi come la peste, concetto che dovremmo applicare anche oggi!

  • Ricicla

Ho messo vestiti di cugini e parenti. Ho dato vestiti ad amici e parenti. Siamo cresciuti nei nostri vestiti sino a che non ci stavamo più. Avevamo il vestito buono della domenica. Non c’erano Zara, H&M e gli altri brand che portano capi nuovi una volta alla settimana e anche se ci fossero stati non li avremmo presi in considerazione perché, come ho già detto, la parola spreco non esisteva nel nostro vocabolario.

Abbiamo ricucito calze, messo toppe, allungato orli di pantaloni che poi abbiamo, in extremis, ridotto in stracci o usati per altri scopi. Abbiamo usato giocattoli di altri e regalato i nostri sino a che non si sono polverizzati. 

Prima di comprare qualcosa di nuovo, pensiamo a quello che abbiamo già e che potremmo magari riutilizzare con uno stile diverso. Pensiamo che a volte essere alla moda è essere diversi e non avere lo stesso cappottino color cammello che hanno tutti gli altri. Stand out!

E dulcis in fundo…

3. La lentezza e la comunità

Questo potrebbe non sembrare un aspetto dell’ecologicamente sostenibile ma in realtà lo è.

Prima si camminava molto di più, si andava in bici, si condivideva la macchina. 

Quanti bei ricordi nei viaggi fatti insieme agli amici, tutti schiacciati in macchine bollenti ma piene di risate e di storie che oggi sono diventate ricordi.

Camminate con gli amici per fare campeggio o anche solo per andare a scuola o per andare a fare la spesa. La bici che era la nostra compagna di avventure.

Portiamo i nostri figli a scuola con altri bambini, condividiamo la nostra macchina con i colleghi e creiamo così degli spazi di condivisione. Il fine settimana usciamo con i nostri amici in bici o andiamo a fare una passeggiata su per i monti, al mare o al parco.

Andiamo in treno, lasciamo la macchina a casa. Guardiamo fuori dal finestrino. Respiriamo. Fermiamoci ad ammirare la natura.

Ogni volta che camminiamo, andiamo in bici, usiamo il treno o i mezzi pubblici, lasciamo a casa la macchina o la condividiamo con altri, diminuiamo il surriscaldamento globale e rendiamo l’aria più respirabile per non parlare degli effetti positivi del movimento sulla nostra salute e della compagnia sul nostro umore.

Vorrei concludere questo articolo con un piccolo spunto di riflessione.

Il detto “Stavamo meglio quando stavamo peggio” in questo caso mi sembra cada a fagiolo! 

Il consumismo e la velocità della nostra epoca hanno cambiato le nostre vite. 

Vogliamo sempre cose nuove, compriamo cose che non ci servono, non ripariamo niente, non riutilizziamo niente. Ciò che è rotto si butta e si ricompra. Non facciamo in tempo a comprare un modello che ne è già uscito uno nuovo. Corriamo ma non arriviamo mai da nessuna parte. 

E così facendo distruggiamo l’ambiente e il futuro dei nostri figli.

E se ci voltassimo indietro?

Se imparassimo dal passato?

Se rallentassimo?

Se pensassimo che uno stile di vita ecosostenibile forse è quello che ci serve per tornare a essere felici, soddisfatti e consci che la vita è fatta di momenti ed esperienze e non di cose?


bicicletta passato bottega negozio ecosostenibile


M. Cristina Brizzolara

Architetto e Interior Designer

4 anni

Brava Pamela, parole che condivido!

Carolina Avaria Quilhot

Francés, Italiano, Inglés, Español, Portugués Profesora Universitaria /Master Historia , Comunicadora TV/Radio, LATAM & ITA AIRWAYS Miami Passenger Services, Animadora, Modelo, Contenido Audiovisual para RRSS @flylinkers

5 anni

Complimenti cara amica !! Sei sempre nel mio cuore! Brava!!!

Mirella Guastella

🎯Consulente e Facilitatrice Business | 🔷 Design Strategist | 🔷 Mentor LinkedIn e Personal Branding | 🚀 Aiuto imprenditori e PMI a definire obiettivi, idee e strategie efficaci unendo passione e strumenti innovativi.

5 anni

Complimenti Pamela fa proprio riflettere!

Flavio Soreca

Fleet Operations manager

5 anni

>da riflettere, ma di difficile applicazione !!

MARCO VELLUTI

Board Member Alliance Healthcare Italy

5 anni

articolo molto interessante che fa riflettere

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