Resilienza? Non basta!

Resilienza? Non basta!

Uno dei concetti che spesso cerchiamo di diffondere è quello di essere resilienti, capaci di ricevere un colpo e riuscire a tornare nella forma di sempre.

Eppure la vita ci insegna che ogni situazione bella o brutta ci trasforma, quindi perché dovremmo tornare come prima se nel frattempo siamo cambiati?

Quello che in questo momento storico manca è la forza di accettare e trasformare quello che siamo diventati. Spesso ci lamentiamo del risultato ma restiamo ancorati a dei modelli obsoleti che non ci permettono di vivere il quotidiano per come si presenta. Inutile nascondere che la pandemia ha cambiato tante cose, soprattutto la visione del mondo del lavoro: le nuove modalità di lavoro più fluide ci vedono protagonisti di un nuovo modo di gestire il tempo e l’operatività. Tutto molto più fluido come dice il buon Bauman, anche se la sua accezione non è del tutto positiva noi vogliamo considerare la fluidità come la capacità di passare attraverso gli ostacoli senza fermarci. La nostra missione deve essere quella di riuscire a cooperare senza creare ulteriori stress o malumori.

Molti in seguito al lockdown hanno riscoperto la voglia di libertà, con orari più flessibili che permettesse loro di avere totale controllo sul loro tempo. Ma non tutti erano disposti ad assumersi i rischi di una responsabilità così grande.

La questione è come far convivere il vecchio con il nuovo. Non tutti sono imprenditori di loro stessi e capaci di gestire la loro vita lavorativa senza dover dipendere da qualcuno. Il problema si pone quando nel momento in cui decidiamo di dipendere vogliamo e pretendiamo di essere totalmente liberi e autonomi. Ma non è possibile. Se vuoi dire la tua ed essere libero devi anche prenderti la responsabilità e i rischi che questa libertà comporta.

Dal momento in cui lavori per qualcuno che a differenza tua investe e rischia non si può pretendere più del dovuto, ma bisogna collaborare con impegno e rispetto per raggiungere un obiettivo comune. Questo vuol dire accettare i propri doveri, rendersi disponibili e dare il massimo.

Certo, il rispetto e l’educazione prima di tutto, da entrambe le parti. Ma la consapevolezza che per avere uno stipendio fisso e tutti i place del caso ci sia un prezzo deve essere ben presente. La moglie ubriaca e la botte piena non esiste.

Come non esiste la necessità di essere resilienti se non aggiungiamo una dose di consapevolezza e gratitudine.

La vita lavorativa ha bisogno sicuramente di nuovi modelli ma soprattutto ha bisogno di onestà intellettuale. Ognuno deve dare il suo contributo per il bene comune e oltre ai diritti ci sono sempre dei doveri.

Giulia Perna

Communication Specialist

2 anni

Uno spunto interessante per il 2023, è tempo di bilanci ;)

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