Responsabilità delle Banche nei prelievi abusivi da promotori infedeli: un’analisi dell’ordinanza della Corte di Cassazione n. 25855 del 27 settembre

Responsabilità delle Banche nei prelievi abusivi da promotori infedeli: un’analisi dell’ordinanza della Corte di Cassazione n. 25855 del 27 settembre

L’ordinanza n. 25855 del 27 settembre 2024 della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sulla responsabilità contrattuale delle banche in caso di prelievi abusivi effettuati da promotori finanziari infedeli.

Nella specie, la Suprema Corte ha confermato la sentenza che aveva condannato la banca al risarcimento del danno subito da un cliente, non avendo provato che le somme sottratte erano tornate nella disponibilità dello stesso rimasto vittima delle falsificazioni degli ordini di bonifico.

Le implicazioni di questa pronuncia sono significative per clienti e istituti bancari e meritano una riflessione approfondita.

L’onere della prova per i clienti.

Uno dei punti centrali dell’ordinanza è che, in caso di prelievo abusivo dal conto corrente, è il cliente danneggiato a dover dimostrare la distrazione delle somme. Ciò significa che la persona che ha subito il danno deve produrre prove sufficienti per attestare che i fondi sono stati prelevati senza autorizzazione. Questo onere della prova rappresenta un aspetto cruciale per i clienti, chiamati ad agire in modo tempestivo e scrupoloso, monitorando costantemente le proprie operazioni bancarie e segnalando prontamente eventuali anomalie.

È infatti fondamentale intervenire con tempestività per facilitare la raccolta delle prove e la difesa dei propri diritti. Questo non solo aiuta a rafforzare la posizione del cliente in eventuali contenziosi, ma supporta anche l’efficacia delle tutele giuridiche contro i comportamenti abusivi.

La responsabilità contrattuale della Banca.

La Corte stabilisce un importante principio di ripartizione dell’onere probatorio: spetta infatti alla banca dimostrare l’esistenza di un fatto estintivo della responsabilità, come l’autorizzazione del cliente ai prelievi contestati. Se la banca può provare che il prelievo era legittimo o che il cliente ne era consapevole, essa può essere esonerata dalla responsabilità. Questo elemento introduce una dinamica rilevante, in cui la banca deve attivarsi in sede di contenzioso per dimostrare la correttezza delle sue operazioni e l’assenza di frodi.

L’ordinanza sottolinea inoltre il ruolo contrattuale delle banche nella protezione delle risorse finanziarie dei clienti. Questo significa che l’istituto bancario è contrattualmente obbligato a garantire la sicurezza delle transazioni e dei fondi depositati dai clienti. Se un promotore finanziario agisce in modo fraudolento, la banca può essere ritenuta responsabile qualora non abbia adottato misure adeguate per prevenire simili abusi. Si conferma quindi un principio importante: la banca è tenuta ad assicurare che i suoi collaboratori rispettino i più elevati standard di affidabilità e di sicurezza.

 

 

 

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