Riflessione sul rapporto aziende - persone scaturita da un post di Massimo Rosa.

Questa riflessione è uscita da un post di Massimo Rosa, che ringrazio, sul tema dell'utilizzo/controllo, da parte di alcune aziende, dei profili social dei dipendenti.

Giro per città, paesi e aziende di diverso settore, in varie modalità, da quando ero una bambina, tant'è che quando mi chiedevano "cosa vuoi fare da grande", non sapevo rispondere. La mia sintesi di 50 anni di osservazione, studi e sperimentazione, è:

I dipendenti dovrebbero essere positivamente coinvolti nella visione, missione e nei processi che ne conseguono, anche fosse solo per incrementare i profitti, in quanto i clienti sono felici se i dipendenti sono felici, e quindi degli ambasciatori spontanei, i veri primi clienti; sui social e in giro.

Nessuno dovrebbe parlare male dell'azienda in cui lavora. I problemi andrebbero discussi e risolti internamente e tempestivamente. L'idea di controparte, così tristemente diffusa, è obsoleta e controproducente. E chi più guadagna, più perde. Ci sono leggi (non giuridiche) molto chiare che regolano la sostenibilità del mercato. Quando queste leggi di base non sono rispettate, ne conseguono una serie di eventi nefasti.

In ogni caso, se si intendono utilizzare strategie di vendita del proprio brand attraverso i profili dei dipendenti, come influencers, cosa che non suggerirei più a nessuno, è bene allocare un certo budget e proporre dei contratti a parte. Sappiate comunque che il brand delle aziende del futuro sarà costruito sulla semplice verità.

Un sincero saluto, Angie




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