Riflessioni dopo il Tavolo tematico Blockchain ed Ethos
Terminato il Tavolo tematico #BlockchainedEthos e finita la #MilanoDigitalWeek, edizione 2019, mi sono rimaste molte certezze e altrettante suggestioni, ma anche una domanda, che vi trasmetto subito subito: come può una tecnologia da sola risolvere la complessità della società umana e del suo sviluppo? Naturalmente dico questo ma sono contemporaneamente conscio che i Bitcoin, per esempio, potrebbero rappresentare, per il loro enorme potere disintermediante a livello finanziario, la scoperta più importante dal giorno dell’affermarsi di Internet (con buona pace per Satoshi Nakamoto, la cui figura enigmatica aleggiava nella Room 6 dove eravamo riuniti). Veniamo invece ai fatti: appena iniziato il Tavolo mi sono accorto di avere intorno a me persone al di fuori della norma, moltissime ancora piene di entusiasmo. Ne citerò alcune, quelle molto focalizzate sul tema Blockchain – e non me ne vogliano gli esclusi, c'è cmq un approfondimento ulteriore al link in calce e seguirà un abstract più dettagliato.
Inizio con Fabrizio Lipani di Tutelio che ci ha ospitato al #TalentGarden: non era presente in quanto fuori Milano ma parlandogli poco prima dell’incontro mi ha colpito per il suo percorso, che, partito dalla intraprendenza costruttiva di un adolescente super-curioso, passava attraverso l’Università di Pisa per arrivare alla sua ‘creatura’, una start up che utilizza la tecnologia Blockchain per l’attribuzione della paternità di un dato documento (approfondite qui). Poi cito Alberto De Luigi, un vero e proprio Bitcoin evangelist e consiglio vivamente di planare sul suo blog, tra i punti di riferimento per l’argomento in Italia. Alberto, che è risultato da subito uno dei pilastri attorno al quale si è dipanata la conversazione – ha messo subito in guardia sull’abuso del termine stesso: sono pochissimi gli esempi che possono fregiarsi del prefisso ‘blockchain’. Ma non scherza neanche Edoardo Vecchio, founder at Coin Society, che invita tutti al suo negozio aperto il 26 Gennaio in via del Torchio 10 a Milano, completamente dedicato ai Bitcoin e alle crypto-valute (per aiutare, tra l’altro, a gestire al meglio le oscillazioni del mercato a cui siamo purtroppo abituati). E ancora: Andrea-Rubes Albinati del board di The Blockchain Council e di cui consiglio il libro"[R]-Evoluzione Aziendale. Il Metodo Veloce e i Tool Pratici Per Guidare Il Cambiamento Aziendale A Livello Strategico, Organizzativo e Mentale Nell’Era Della Trasformazione Digitale", un titolo che dice moltissimo della sua competenza e della sua ricca personalità. Con Sara Noggler, membro Comitato Scientifico San Marino Innovation, poi, abbiamo conosciuto una preziosa case history: lavora per il ritorno alla sovranità del cittadino nella gestione del dato e lo fa nella Repubblica di San Marino dove si inizia già a regolamentare (per ora solo in minima parte) varie iniziative per implementare la Blockchain nelle attività giornaliere (l’Estonia è vicina!). Scarica qui il documento.
Altra sorpresa di questo incontro, che ha visto la contaminazione di personalità molto diverse tra loro, è stato Claudio Tancini (il suo intervento è stato condiviso insieme a Claudio Pastore, chief Executive Officer Cianquantaeventi), founder di Informatica Solidale ONLUS nata con lo scopo di sensibilizzare gli informatici ai temi dell’etica e far crescere una visione responsabile. Riguardo alla Blockchain ed in generale al digital world, essi vedono nelle competenze di chi codifica un punto centrale; ecco allora un codice etico che certamente non è la soluzione ai problemi ma un modo per dare alcune linee guida, questo è il sito.
Nel finale riprendo la mia domanda espressa all’inizio: può l'arrivo di una tecnologia, senza il supporto di un fitta texture di relazioni accompagnata da un movimento culturale e sociale che la sostenga, risolvere (almeno in parte) i problemi dello sviluppo umano? Mi viene in mente un esempio sotto i nostri occhi riguardo l’Europa unita: quanto ci sta costando l’enorme errore di essere partiti dalla moneta unica piuttosto che da un processo culturale e di aggregazione in una visione umanistica?. Il credito che abbiamo con la contaminazione artistico-tecnologica degli anni '60, all'inizio dell'onda digitale, temo si stia esaurendo: abbiamo necessità estrema, a mio avviso, di una nuova frontiera fatta di "bit sostenibili", cioè valori e visioni con al centro lo sviluppo umano e tecnologico.
Qui potete trovare un approfondimento scritto da Stefano Lazzari. Seguirà, a breve, un abstract più dettagliato ed altre testimonianze sul tema.
I study digital collaboration and help companies to improve it.
5 anniCome in parte usiamo le leggi per dar forma all nostra società usiamo ed useremo la tecnologia allo stesso modo. La parte interessante sta nel fatto che la tecnologia (vista come legge) non può essere evasa quando costruita in modelli nuovi. La tecnologia nuova (blockchain è la prima, altre ancora che verranno sviluppate) offre una garanzia di fiducia che esonera l'uomo per il controllo. Questo é uno sviluppo molto interessante visto che spesso è l'uomo che trova modi per aggirare le leggi. Ma l'uomo ha anche dei principi che vanno oltre alle leggi. L'etica per esempio. Come l'etica viene presa in considerazione nel creare una legge verrà usata anche per creare nuove tecnologie. Posso ben immaginarmi che verranno sviluppati componenti tecnologiche etiche (approvate da noi uomini) che introdotte nei codici tecnologici (come se fosse un blocco lego da aggiungere al codice) impediscano certe azioni. Visto gli sviluppi tecnologici come quelli sensoriali, l'internet of things, la biohecking etc... possiamo immaginare un mondo fisico sempre più collegato al mondo tecnologico e per tanto saremo in grado di agire a seconda delle regole tecnologiche da noi prestabilite. Ma chi controllerà i codici tecnologici? Un 'senato' di persone aiutate dalla tecnologia per garantire l'integrità delle decisioni prese. Forse un po' fantascienza ma secondo me non molto lontana.
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5 anniConsidero il tema dello sviluppo tecnologico con l’uomo al centro non solo scevro di retorica ma sostanziale, vitale e da sviluppare subito senza se e senza ma. Noi “addetti ai lavori” abbiamo una responsabilità e al tempo stesso un dovere da compiere. Abbiamo visto che anche una tecnologia come la Blockchain può essere analizzata con un approccio etico come del resto andrebbe fatto con tutte le innovazioni della trasformazione digitale. Mi piace il tuo paragone con l’UE anche se qui l’Unione è nata da ragioni prettamente economiche e così è rimasta ancora oggi.