Riscoprire Hegel in chiave moderna
Odiato da Schopenhauer, travisato da Marx, ostico a generazioni di studenti e studiosi; oggi il pensiero di Hegel appare più intricato e complesso che mai.
Soprannominato "Eraclito redivivo" e marchiato dall'epiteto di "oscuro" proprio come l'antico filosofo efesio, fu l'ultimo pensatore ad elaborare una filosofia sistematica col proposito di offrire un meccanismo universale di interpretazione della realtà.
"Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale" era uno dei suoi mantra.
Parliamo di un sistema che si muove dunque nei meandri del Razionalismo più intraprendente, di una concezione complessivamente ottimistica (che infastidiva non poco il suo grande rivale sopracitato) e di una conoscenza speculativa talmente profonda e penetrante da riuscire a indagare ogni angolo dello Scibile, compresi i concetti più reconditi o più assodati. Di un intersecarsi di discipline conoscitive che non vogliono distaccarsi l'una dall'altra e rimarcare le differenze, ma fondersi per applicare uno sforzo intellettuale assai più potente.
Ma il fattore più interessante sul quale focalizzare la nostra attenzione è la concezione dialettica del sistema hegeliano; la quale troppo spesso è stata interpretata come un metodo da applicare aprioristicamente alle cose del mondo per ricercare una certezza finale e definitiva, quando in verità di altro non si tratta se non di una prospettiva che s'impegna ad offrire una lettura del reale e del suo divenire costante che però non può dipingersi come dogmatica. Hegel ci fa dono di tre elementi dialettici: Tesi - Antitesi - Sintesi. La Tesi e l'Antitesi confliggono tra di loro, ma cosa sono davvero? Sono i contrasti che osserviamo nel mondo; il perenne movimento di vite, esistenze e fattori che talvolta possono risultare in armonia e talaltra possono invece entrare in netto contrasto. Proprio il concetto di movimento assume qui significativa importanza, in quanto secondo Hegel osservando come questi contrasti si "muovono" nella realtà possiamo notare che tenderanno a formare la cosiddetta Sintesi e dunque a smorzare la loro iniziale natura conflittuale per andare verso una soluzione che potremmo definire di compromesso.
Ma perché un pensiero così sistematico e così profondo è stato e continua ad essere osteggiato dai più?
Io credo che sia un problema di comprensibilità nonché di approccio al complesso. Se da un lato è vero che la sintassi hegeliana risulta forse quasi impossibile da comprendere almeno alla prima lettura ("L'Esterno stesso come Interno ed Esterno, cioè l'idea organica trasferita all'inorganico","L'aspetto generale dell'opposizione alla fede, cioè l'intellezione pura come autonegazione assoluta","Autocoscienza","La Cosa è un oggetto che, generato consapevolmente dall'autoscienza attiva come oggetto suo, non cessa tuttavia di essere vero e proprio oggetto libero","A ciò, al dolore infinito che si esprime nella frase Dio stesso è morto, il Concetto puro deve dare un'esistenza filosofica; il Concetto puro deve dunque conferire alla filosofia l'idea della libertà assoluta, e con ciò la Passione assoluta, vale a dire il Venerdì Santo speculativo che fu già storico e deve ristabilire quest'ultimo in tutta la verità e la durezza della sua assenza di Dio"; solo per citare alcuni passaggi di opere hegeliane al fine di rendere visiva la complessità, ma anche il fascino, del suo linguaggio), tanto da far dichiarare a Theodor Haering che la sua inintelligibilità avrebbe impedito agli adepti di Hegel di poter spiegare parola per parola una qualunque pagina dei suoi scritti, dall'altro dobbiamo pur dire che non possiamo basare i nostri giudizi filosofici in funzione di una complessità più o meno accentuata. Se infatti ciò che dice Haering può esser vero (anche se, personalmente, non concordo), bisogna altresì ammettere che il non poter compiere un'esegesi certosina degli scritti hegeliani non toglie la possibilità di giungere alle nozioni che il nostro pensatore volle concepire mediante un'interpretazione che può rivelarsi comunque efficace. Peraltro molti studiosi hanno compreso e rielaborato in forma semplificata molti concetti spiegati da Hegel nel suo sistema. Aggiungo, a titolo personale, che o per un lettore inesperto od un qualsivoglia cultore della materia il fine ultimo, piuttosto che allo scoprire cosa esattamente volesse dirci tale filosofo, dovrebbe tendere al perseguire le vie conoscitive che egli intraprese col proprio pensiero. Vale a dire che, se anche certi passaggi hegeliani sono complicati da capire, l'importante è ereditare quello che lui di positivo ci ha lasciato.
Ma cosa?
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Intanto l'amore per il complesso, la curiosità di spingersi verso frontiere sempre più cavernose e abissali. Il voler raggiungere ciò che lui chiamava sapere assoluto. Il voler capire il concetto in sé prima ancora che le sue applicazioni al reale (Perché una penna è una penna? Il suo essere penna cosa comporta per me essere senziente? E come si rapporta con la mia vita e i fattori che la influenzano?). Ma Hegel può insegnarci molto più di questo. In una società, quella odierna, che vuole sempre più chiudersi in sé stessa per rimanere gretta e superficiale abbiamo bisogno non tanto della verità ma di un modo che ci permetta di interpretare il mondo che ci sta attorno come anche di rapportarci ad esso positivamente. Abbiamo da tempo abbandonato l'idea che ci potesse essere un sistema di pensiero in grado di aiutarci a realizzare simili scopi, e abbiamo assegnato alla conoscenza un'aura elitaria e sfuggente che impedisce di scorgerne il carattere dialettico e universale (che ci porta ad avere il rifiuto della Scienza in quanto intesa come portatrice di verità assolute e non come metodo dialettico alla perpetua ricerca della comprensione empirica delle cose). Noi vogliamo il contrasto tra Fede e Ragione, non che esse cooperino; perché in generale preferiamo innalzare su un altare di sacralità il contrasto e il pessimismo al posto dell'ottimismo e della risoluzione razionale delle controversie umane.
E in tutto questo perché riscoprire Hegel può aiutarci?
Perché, come già detto, è stato l'ultimo filosofo sistematico che il mondo abbia avuto; e perché, a costo di isolarsi intellettualmente ("Egli divenne famoso per quanti lo contraddissero" ebbe modo di notare una volta una studentessa), volle esplorare correlazioni di concetti che tutti gli altri invece tralasciarono. Fu insomma pioniere della più grande speculazione filosofica, ma venne tradito da una difficoltà di comprendere ciò che mise su carta divenuta quasi leggendaria. Con le sue opere e le sue elucubrazioni egli influenzò molti aspetti che ancora oggi tramandiamo: dalla teoria del diritto all'interpretazione della religione, dalla descrizione della società alla ricerca delle più elevate verità filosofiche. Scoprire Hegel per me vuol dire scoprire come interpretare i tanti lati del reale, vuol dire non accettare limiti e confini alla propria voglia di analizzare sé stessi assieme al proprio modo di pensare ed agire in concomitanza con gli altri. Il suo più grande insegnamento, ed al contempo la sua caratteristica più intrinsecamente difficoltosa, è la volontà di ragionare in maniera controintuitiva; di scagliarsi contro le forme e le categorie di norma adottate dall'esperire.
Concludendo ora il mio scritto, voglio lanciare una sfida che spero il lettore accetti di raccogliere. Io gli chiedo di leggere, se non le prime cento, almeno qualche decina di pagine iniziali della Fenomenologia dello Spirito (ma va bene qualunque altra sua opera); e di pretendere da sé stesso, per quel momento, di distruggere totalmente ogni pregiudizio sulla difficoltà di comprensione connessa a questo autore. Se al termine della prima lettura non si è capito, che si rilegga una seconda e una terza. E alla fine si rifletta e si dica se non è vero che la profondità espressiva e indagatrice hegeliana merita lo sforzo poderoso di superare gli ostacoli imposti dal suo scrivere complicato da intendere.
"Niente di grande è stato fatto al mondo senza il contributo della passione" G.W.F. Hegel; 27 agosto 1770 - 14 novembre 1831
24/04/2022 alle ore 12:51
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2 anniLeonardo, sei grande ! Il personaggio da te proposto è veramente complesso per una facile interpretazione.